Cronaca

Emiliano punta tutto sui Fesr per il rilancio della sanità

Il neo governatore Michele Emiliano (Pd) punta sui fondi di finanziamento europei (Fesr) per il rilancio del Servizio sanitario in Puglia. Infatti, presentando in conferenza stampa il piano di 
investimenti da 404 milioni di euro dei fondi di sviluppo regionale riconosciuti dalla Ue alla Regione Puglia per il periodo 2014-2020, il governatore pugliese ha affermato: “A breve sarà possibile far partire i cantieri che doteranno moltissimi Comuni pugliesi delle strutture socio sanitarie di cui c’é una vera e propria fame”. Secondo quanto rivelato durante l’incontro con i rappresentanti della stampa, i progetti sanitari individuati dalla Regione che possono accedere ai Fesr sono già 139, di cui 66 hanno una priorità alta e un costo di circa 230 milioni di euro; altri 52 sono stati definiti con una priorità media per un ammontare di circa 200 milioni di euro; mentre 21 hanno una priorità bassa e prevedono una spesa di 60 milioni. Le Asl si sono impegnate, poi, a creare le condizioni di cantierabilità in tempi molto ristretti, tra 90 e 120 giorni. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro (Udc) ed il direttore del Dipartimento regionale alla Salute, Giovanni Gorgoni, oltre ai direttori generali delle sei Asl pugliesi. Emiliano ha spiegato che in Puglia “Siamo ad una vera svolta che non ci consente alcun altro tipo di ragionamento, né di campanile né di altra natura, se non quello ispirato a criteri di territorialità, solidarietà ed economicità”. “Con l’ultimo piano di riordino – ha ricordato il governatore – sono state chiuse in Puglia molte strutture ospedaliere con l’intesa, con i territori, che sarebbero state riaperte con funzioni non ospedaliere ma sociosanitarie, soprattutto medicina del territorio”. Infatti, ha proseguito Emiliano: “molte cose di straordinaria importanza che prima venivano scaricate sugli ospedali, ad altissimo costo, ora potranno essere gestite in modo diverso,
direttamente sul territorio”, rivelando inoltre che in Puglia “si spende di più per un cittadino malato che non per un cittadino sano”. “Quando accade questo, – ha commentato pure il presidente della Regione – vuol dire che sei organizzato male” aggiungendo: “E non solo in Puglia, ma in Italia. Il Servizio Sanitario Nazionale infatti negli anni è diventato il più potente meccanismo distorto di spesa pubblica”. “Tornare indietro e disincrostare questo sistema – ha sottolineato Emiliano nel suo discorso – è un obiettivo che si può realizzare, dal nostro punto di vista, con questo processo cui stiamo lavorando e che comprende, tra le altre cose, investimenti in tecnologia, per esempio poter curare le persone da casa e monitorarle, o avere la possibilità di prevenire le malattie cardiologiche e gestire gli scompensi cardiaci”. Per Emiliano è necessario dunque che nel piano di riordino ci sia una inversione di tendenza con una vocazione al sociosanitario e al territorio molto più spiccata rispetto al passato. “E questo perché evidentemente – ha concluso il Presidente – il processo è giunto a maturazione e le regole che ci sono imposte sono molto particolari. Ad esempio, il costo del personale ha dei limiti fortissimi in sanità”, preannunciando che venerdì prossimo a Roma, in Commissione sanità,  si deciderà cosa fare della quota eccedente la cifra da spendere come stipendi e che ammonta a circa 242 milioni di euro. “Dovremmo decidere – ha  infatti spiegato Emiliano – cioè quale parte di questa somma andrà in deroghe sulle assunzioni del personale e quale invece andrà sul rinforzo del sistema del quale stiamo parlando oggi con l’utilizzo di altre fonti di finanziamento quali i fondi europei. Stiamo cercando di recuperare il tempo perduto e credo che a breve potranno partire i cantieri che doteranno molti Comuni di queste strutture delle quali c’è una vera e propria fame”.  L’assessore al Welfare nel suo intervento ha ribadito quanto già evidenziato dal presidente della Giunta, aggiungendo: “Con questa importante dotazione finanziaria  tendiamo ad implementare soprattutto i servizi sul territorio, i servizi sociosanitari, ma cerchiamo anche di dare attuazione a quanto previsto dal piano di rientro già nel 2010, cioè la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse”. Infine, il direttore del Dipartimento salute ha sottolineato: “Quella garantita dai finanziamenti Fesr è una opportunità che coglieremo pienamente e in questa fase di avvio del nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera diventa una occasione preziosa di sostegno al potenziamento della sanità territoriale”. “Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con tutti gli organi tecnici delle Asl che conoscono i territori e le esigenze” ha aggiunto Gorgoni, che ha pure detto: “A loro chiederemo il sostegno continuo alla realizzazione delle progettualità nel rispetto dei termini previsti” spiegando che “Insieme a loro e ai tecnici dell’Assessorato e del Dipartimento” sono state definite le priorità ed i cronoprogrammi in un’ottica di multidisciplinarietà “che è l’unica possibile – ha esclamato in conclusione il direttore del Dipartimento salute – quando l’obiettivo unico è il miglioramento dello stato di salute e benessere dei cittadini”. In base alla ricognizione già effettuata, che però potrà subire lievi modifiche, i 66 progetti a priorità alta sono così distribuiti: 20 nella Asl Foggia, 15 nella Asl Bari, 5 nella Asl Taranto, 9 nella Asl Brindisi, 7 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bat. I 52 progetti a priorità media, invece, sono così distribuiti: 8 nella Asl Foggia, 16 nella Asl Bari, 2 nella Asl Taranto, 6 nella Asl Brindisi, 10 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bat. Ora, però, si tratterà di passare dalle parole ai fatti. E, come è noto, tra questi c’è sempre di mezzo un lasso di tempo che, a secondo delle circostanze, può essere ragionevole o abissale. Ma questa è tutta un’altra storia.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Febbraio 2016

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