Cronaca

Emiliano-Schittulli: più che “amore politico”, un matrimonio d’interesse

 

Più che un matrimonio d’amore politico, quello ufficializzato domenica scorsa a Corato tra il governatore pugliese di centrosinistra, Michele Emiliano (Pd), ed uno dei suoi due rivali del centrodestra alle regionali del 2015, Francesco Schittulli (Area-popolare, Oltre con Fitto, Fratelli d’Italia), dovrebbe in effetti essere un matrimonio politico di simpatia personale. Infatti, è paradossale che, a meno di due anni dalla consultazione elettorale in cui questi due esponenti politici pugliesi si sono scontrati frontalmente nella corsa per la poltrona di Presidente della Regione, si ritrovano formalmente alleati e l’omonimo Movimento civico fondato dal noto oncologo barese addirittura si aggrega con le forze della coalizione politica che sostiene Emiliano. E l’alleanza politica di Schittulli con Emiliano è ancor più paradossale se si considera che in precedenza l’oncologo è stato dal 2009 al 2014 Presidente della Provincia di Bari per la coalizione di centrodestra, in perenne rivalità con l’allora Sindaco del capoluogo, lo stesso Emiliano per l’appunto, del quale era considerato nell’immaginario politico collettivo l’antagonista più temibile, perché ritenuto l’esponente politico di centrodestra che più di altri avrebbero potuto tenergli testa ed eventualmente batterlo in campagna elettorale. Tesi, questa, che per diverso tempo è circolata nel centrodestra barese dopo le amministrative del 2009, quando Emiliano si riconfermò sindaco di Bari, mentre Schittulli riuscì invece a battere il presidente provinciale uscente del centrosinistra, Vincenzo Divella, proprio grazie ai circa 15mila voti di divario ottenuti dall’oncologo nella città di Bari, rispetto alle contestuali comunali in cui a prevalere era stato il centrosinistra con Emiliano. Ma c’è di più. A conferma della tesi che Schittulli anche alle regionali del 2015 era un candidato molto temibile per Emiliano c’è il fatto che circa sei mesi prima della tornata elettorale l’ex Primo cittadino di Bari, attraverso il suo successore Antonio Decaro, ha praticamente svuotato la rappresentanza politica di Schittulli al Comune di Bari, eletta alle amministrative del 2014, con l’acquisto nella compagine di maggioranza dei tre eletti nella lista del MpS (Anita Maurodinoia, Livio Sisto e Lucio Smaldone) e financo del capogruppo schittulliano  alla disciolta Provincia di Bari, Nicola De Matteo, considerato insieme alla Maurodinoia uno dei “fedelissimi” di Schittulli e divenuto nel 2014 consigliere del V Municipio barese (quello di Palese-Santo Spirito), dove era stato candidato (sconfitto) alla presidenza per il centrodestra, in quota all’omonimo Movimento politico fondato dall’oncologo. Infatti, da quel momento in poi, sia Maurodinoia che De Matteo erano stati additati come i maggiori “traditori” del MpS, non soltanto dal punto di vista politico ma anche personale, per la ripudiata fiducia politica concessa in precedenza ad entrambi dall’ex presidente della Provincia di Bari. Ora, però, ad allearsi paradossalmente con Emiliano con due anni di ritardo rispetto a Maurodinoia e De Matteo è proprio il fondatore e capo del Movimento, Schittulli, che – come si ricorderà –  nel 2015 era stato in un primo momento il candidato unico del centrodestra per la presidenza della Regione e poi, a meno di due mesi dal voto, ruppe con Forza Italia, per divenire il candidato del centrodestra di Raffaele Fitto nella sfida al centrosinistra a trazione Emiliano. Candidatura che – come è noto – non servì a Schittulli neppure per conquistare il seggio di consigliere nell’Aula di via Capruzzi, in quanto la sua coalizione si classificò terza alle regionale del 2015, dopo la candidata presidente del M5S, Antonella Laricchia, che ottenne quasi un punto di percentuale in più rispetto a Schittulli, che così rimase fuori dall’elenco dei 21 consiglieri regionali di opposizione al neo governatore pugliese, Emiliano per l’appunto. E tra i primi ad ironizzare sul neo sodalizio politico di Emiliano, con il suo ex rivale (ma presumibilmente anche “ex” di centrodestra) Schittulli, c’è uno dei veterani del centrodestra pugliese nell’Aula del consiglio regionale, l’adriese Nino Marmo (Fi), che in una recente nota rileva: “Schittulli entra (o sigla un accordo, ha lo stesso valore) ufficialmente, con quel che resta dei suoi uomini, alla corte di Emiliano. Non vorremmo essere malpensanti però, come si dice, a pensar male si fa peccato… ma spesso ci si azzecca”. Infatti, prosegue Marmo a commento della paradossale, ma non certo sorprendente notizia, “Schittulli non è un ex politico qualsiasi: è stato il candidato alle elezioni regionali della coalizione di Raffaele Fitto. L’uomo che, dando la sua disponibilità a scendere in campo, nonostante i nostri pressanti inviti a restare il candidato di tutto il centrodestra, ha poi determinato la spaccatura della coalizione stessa. Una divisione che è stata necessaria e sufficiente a servire su un piatto d’argento la vittoria a Michele Emiliano”. Ed aggiunge: “dopo l’ingresso nel ‘giglio magico’ (o meglio, cardomagico, in salsa pugliese) dei consiglieri del Governatore, oggi il matrimonio è dunque ufficiale, con buona pace dei cittadini che hanno votato un candidato che si spacciava per componente della nostra area politica”. Per poi concludere: “il tempo è galantuomo: oggi tutti i nodi vengono al pettine, e il centrodestra, per ripartire unito, ha urgenza di affrontare un’indispensabile Operazione Verità! La nostra storia è sempre stata chiara e coerente, così come i nostri comportamenti e le nostre scelte politiche. Non vorremmo essere ora nei panni di chi quel candidato ha sostenuto e pubblicizzato in perfetta buonafede, perché ne comprendiamo l’imbarazzo. Per ora ci resta l’orgoglio di esserci battuti lealmente – al contrario di altri – e di poter guardare negli occhi i cittadini che ci hanno onorato della loro fiducia. Chissà se Schittulli potrà fare altrettanto”. Intanto il governatore Emiliano, che a questo punto per i trasformisti del centrodestra sembra nutrire una particolare simpatia, continua ad elargire con la sua Giunta prebende e poltrone di sottogoverno ad ex esponenti di spicco del centrodestra pugliese, come è avvenuto ultimamente con la nomina a Commissario unico dei Consorzi di Bonifica pugliesi concessa all’ex forzista barese Alfredo Borzillo. E dalla coalizione di centrosinistra che sostiene Emiliano soltanto qualche esponente dell’ala sinistra rilascia  qualche laconico commento al riguardo, come è accaduto con la recente nota del consigliere regionale Cosimo Borraccino di Sinistra italiana, che giudica “inopportuna” tale nomina, denunciando il rischio di un “acuirsi della distanza siderale che già esiste tra la politica, le istituzioni e i cittadini” e dei crescenti “sentimenti di anti-politica e di becero populismo” che stanno sempre più prendendo piede negli elettori anche in Puglia. Ma Emiliano evidentemente sente e tira comunque dritto sulla propria strada. Per cui anche Schittulli può ben sperare per il futuro in un ruolo importante di sottogoverno. E questo per un democristiano di antica fede, come è Schittulli, probabilmente vale molto più di qualsiasi accusa od ironia che ora gli viene fatta dalla sua (quasi sicura) “ex” area di appartenenza politica.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Dicembre 2016

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