Emiliano sempre più sotto schiaffo nel partito per le provinciali di Taranto
Questa volta il segretario pugliese del Pd, nonché candidato alle primarie per conseguire la ‘nomination’ a candidato governatore del centrosinistra alle regionali del 2015, Michele Emiliano, questa volta è verosimilmente scivolato sulla classica ‘buccia di banana’, facendosi screditare dalla figuraccia rimediata dal suo partito, il Pd, nelle elezioni (di secondo livello) del presidente della Provincia di Taranto, svoltesi domenica scorsa. Uno scivolone che sul piano politico gli fa perdere molte simpatie non solo nel partito di appartenenza, ma soprattutto come figura carismatica dell’intera coalizione di centrosinistra per le prossime regionali. Infatti, i primi a dare addosso al segretario pugliese del Pd, per la l’umiliazione subita dal centrosinistra ionico con l’elezione del forzista Martino Tamburrano alla guida della Provincia, proprio grazie ai voti di molti esponenti comunali del tarantino, sono stati i due concorrenti dell’ex sindaco di Bari alle primarie, Guglielmo Minervini (Pd) e Dario Stefano (Sel), oltre al presidente uscente della Regione, Nichi Vendola, il cui partito, Sel per l’appunto, circa un mese fa denunciò per primo il rischio dell’inciucio che alcuni noti esponenti locali del Pd, già schierati per le primarie con Emiliano, stavano organizzando con Forza Italia per le elezioni provinciali di Taranto e Brindisi. Inciucio che, riguardando due provincie, di certo non poteva essere concertato soltanto a livello di base, senza la necessaria benedizione e garanzie di più alti livelli di responsabilità nel partito pugliese di Matteo Renzi. Il segretario del Pd pugliese, come si ricorderà, nelle direzione regionale del 4 settembre scorso si precipitò a sconfessare qualsiasi ipotesi di accordo trasversale con Fi per le elezioni provinciali e, per scongiurare i rischi di una possibile rottura con Sel per le regionali e di eventuali contraccolpi nel partito sulla propria candidatura alle primarie, si preoccupò pure di definire in maniera intransigente la linea politica del Pd per le elezioni di secondo livello della ‘Città metropolitana’ di Bari e per le restanti 5 Province pugliesi. Una linea che, come è noto, impegnava il partito di Renzi a formare e sostenere unicamente liste e candidati in assoluta coerenza con la stessa coalizione di forze impegnate per le primarie del 30 novembre prossimo e, successivamente, per le regionali della prossima primavera. Così non è stato per la Provincia di Taranto. Vedremo come andranno le cose il 12 ottobre prossimo, per le altre elezioni pugliesi di secondo livello. Nel frattempo Emiliano, dopo le pesanti accuse di Minervini, suo rivale alle primarie, e delle recenti allusioni di quest’ultimo su altri possibili inciuci di rappresentanti del Pd, che nella Bat anziché sostenere alla presidenza della Provincia il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, potrebbero votare per Francesco Spina (Udc) sindaco di centrodestra a Bisceglie, si è preoccupato di rendere noto che: “Il Pd alle elezioni provinciali della Bat sostiene in maniera compatta il suo candidato, Pasquale Cascella. Siamo consapevoli che da soli, i voti dei rappresentanti di centrosinistra, non sono sufficienti ad eleggere il presidente, perché numericamente inferiori a quelli di centrodestra. Per questa ragione nelle scorse settimane si era vagliata l’ipotesi di fare un’alleanza con l’Udc che era disponibile a dialogare con la sinistra, ma alla fine si è deciso di non percorrere quella strada e di correre con un nostro candidato Pd”. Al di là delle polemiche interne al centrosinistra pugliese, per la vicenda delle elezioni provinciali di Taranto, un fatto agli occhi di molti addetti ai lavori resta incomprensibile: come mai il sindaco renziano di Laterza, Gianfranco Lopane, ossia colui che per primo e più di altri avrebbe dovuto dolersi ed infuriarsi per il non ricevuto sostegno alla presidenza della Provincia da parte di molti grandi elettori del Pd ionico, è rimasto silente ed addirittura ha mostrato comprensione nei confronti del segretario regionale del suo partito per lo smacco subito da parte dei defezionisti? Un comportamento, questo, che – a detta di qualche bene informato – è sintomatico di come possano essere andate realmente i fatti. Ovvero che il nome di Lopane non era forse gradito a molti dei consiglieri-elettori del Pd ionico, per cui nel segreto dell’urna è stato preferito il forzista Tamburrano, oppure che la candidatura del Primo cittadino di Laterza era una candidatura debole nel Pd sin dall’inizio, e lo stesso Lopane ne era forse pure consapevole, per cui quel nome è stato scelto apposta per favorire il risultato che si è poi avverato. “Sta di fatto – sostiene sempre lo stesso bene informato – che, in entrambe le ipotesi, sulla responsabilità politica dell’accaduto il segretario regionale del Pd non può assolutamente dichiararsi estraneo ed autoassolversi”. E conclude: “Anzi, ciò che è accaduto a Taranto è la diretta conseguenza del fatto che Emiliano riveste contemporaneamente il ruolo di segretario del partito e di candidato alle primarie. Un’anomalia che sicuramente produrrà altri danni al partito pugliese di Renzi”. Insomma, l’ex Primo cittadino barese domenica scorsa, a Taranto, potrebbe essere – come suole dirsi – incappato su una classica buccia di banana. E, nelle prossime settimane, potrebbe non essere la sola. Anche perché il sospetto più grave, tra gli addetti ai lavori, è che lo scivolone politico di Taranto non sia stato del tutto accidentale per Emiliano, ma ben altri potrebbero essere già pronti dietro l’angolo non solo prima del 30 novembre prossimo, ma anche oltre.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 2 Ottobre 2014