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Emiliano si autocelebra: “Sono l’antesignano dell’alleanza tra Pd e M5S”

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che da luglio del 2015 guida un esecutivo di centrosinistra (e prima ancora, da sindaco, al Comune di Bari), parlando con i giornalisti del voto sulla piattaforma Rousseau e con il quale gli attivisti del “Movimento 5 Stelle” sono stati chiamati ad esprimersi sull’accordo di Governo con il Pd, si è vantato di essere stato uno antesignano, in tempi non sospetti, di tale alleanza politica. Infatti, il governatore pugliese in premessa ha dichiarato che “il Partito democratico ha un sacco di difetti” e che – come è noto – lui non lesina nel sottolinearli, però gli ha consentito di dire sempre quello che aveva “in testa in coscienza”. E questo, per Emiliano,  “è un valore enorme”. Per cui, nell’augurarsi che “il M5s impari dal Pd a tenersi nel proprio interno tutti quei militanti che la pensano diversamente dal comune sentimento” e che li sopporti come il Pd ha sopportato lui, perché – a suo dire – “la democrazia è questo!”, ossia “consentire a chi ha idee diverse di sostenerle”, Emiliano ha affermato: “Io ho sempre avuto come idea diversa nel Pd che bisognasse fare un’alleanza con il ‘Movimento 5 Stelle’. Era un’idea che all’inizio mi ha messo anche in difficoltà perché qualcuno ha chiesto pure l’espulsione mia dal Partito democratico, perché io sostenevo la necessità di questa alleanza”. “Poi però – ha sottolineato il governatore – il Pd ha saputo tenermi dentro, ha saputo pensare a quello che dicevo, e poi piano piano tutti insieme hanno cambiato idea”. E “questo – ha precisato Emiliano – per me è un momento importante e mi auguro che si concluda con un Governo”. “Il motivo per il quale non dico una parola da molte settimane – ha evidenziato, inoltre, il governatore pugliese durante lo stesso incontro – è che voglio vedere come va a finire, dopo aver fatto tutto quello che potevo per favorire questa unione politica”, aggiungendo: “Devo essere sincero: condivido le parole di Conte, di Grillo e di Zingaretti”, perché “qui non si tratta di stare a galla, si tratta di fare una grande rivoluzione italiana attraverso un governo che rimetta al centro quelli che non contano niente, l’ambiente, le cose più importanti della vita, che sono la pace, la nostra capacità di tenere insieme giustizia per gli italiani e diritti per il mondo”. Quella che si prospetta – ha sottolineato ancora Emiliano – “non è una cosa semplice, è una cosa tosta”, poiché “noi non ci possiamo fare risucchiare in quella parte del mondo fatta di egoisti senza visione, perché un Paese piccolo che diventa egoista e senza visione é inutile”. “Nessuno – ha sostenuto poi il governatore – saprebbe cosa farsene di un Paese che odia tutti e non conta niente, che è quello che viene progettato dalle destre, in Europa e in particolare in Italia”. E se le destre pensano “di utilizzare la sofferenza a fini elettorali, noi dobbiamo essere così bravi da sfilargli questo argomento”. Ma questo – ha rimarcato Emiliano – “non e’ semplice, perchè la sofferenza è autentica e spesso e volentieri la sinistra della sofferenza autentica non se n’è interessata abbastanza”. “Io – ha concluso il Presidente della Giunta pugliese – ho spesso polemizzato e avuto conflitti anche con la mia stessa parte politica, perché si è dimenticata di chi sta male sul serio”. Poi, alla domanda su un possibile accordo a livello locale con il M5S, sulla scia di quello nazionale col Pd, valutato come possibile solo da uno degli otto consiglieri regionali pentastellati, Mario Conca, secondo il quale “non si può viaggiare a velocità diverse”, il governatore pugliese ha risposto: “Credo sia necessario andare per gradi, nel senso che noi abbiamo un sistema elettorale un po’ particolare. Se la maggioranza prende anche l’80% dei voti ha sempre 30 consiglieri. Ovviamente il sistema elettorale spesso suggerisce anche una tecnica delle alleanze che deve essere attentamente vagliata. Evidente che le cose che dice Conca sono le cose che io avrei fatto dall’inizio”. Ed ancora: “Ricordatevi – ha detto il governatore – che avevo firmato e fatto notificare (ndr – all’inizio di questa Legislatura regionale) decreti di nomina di tre assessori (ndr – tre consigliere del M5S) per rispettare lo statuto che voleva la pluralità di genere, e che avrebbero potuto sorvegliare dall’interno l’attività della Giunta, influenzarla, modificarla, senza neanche la richiesta del voto favorevole in Giunta”. “Eravamo persino disponibili, pur di avere donne in Giunta e pur di avere una visione aperta e trasparente – ha inoltre rivelato il governatore – ad accettare la presenza di tre testimoni in Giunta”. Però, ha terminato Emiliano, i penta stellati pugliesi  “hanno sottovalutato sempre questa cosa forse perché ne capivano anche il valore politico, e allora consideravano una minaccia ciò che adesso invece li spinge a votare sì sulla piattaforma Rousseau”. E questo – ha esclamato Emiliano – “sono soddisfazioni molto belle per me”. Intanto, dall’opposizione di centrodestra c’è già chi, come il capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, afferma: “In Puglia, assistiamo sbigottiti (e un po’ divertiti, lo ammettiamo) allo spettacolino di alcuni esponenti dei nuovi alleati: tra i consiglieri Conca e Amati, infatti, fino a poco tempo fa, volavano anche ‘paroloni’ in aula consiliare così come nelle Commissioni. Hanno fatto volare gli stracci più volte, offendendosi anche pesantemente, ma l’idea di tornare al governo del Paese ha cancellato ogni rancore nel giro di pochi giorni”. Quindi, ha ironicamente affermato Marmo: “Scurdammoce o passato – si saranno detti (ndr – Dem e pentastellati), brindando al futuro”, aggiungendo: “Ci fanno sorridere, però, quando ci tengono a sottolineare che in Puglia non esiste alcuna possibilità di accordo… come se un’affermazione bastasse ad eliminare ‘la macchia’ del peccato originale: l’accordo con i tanto odiati partiti!” E, quindi, ha rilevato ancora Marmo: “il M5S non ha nulla di diverso dai partiti tradizionali e i grillini dovranno avere il coraggio di ammetterlo, togliendosi le vesti dei duri e puri e iniziando a parlare un linguaggio di verità ai cittadini”. Ancor più pungente, invece, la dichiarazione congiunta dei consiglieri di centrodestra di Fdi e Dit (Erio Congedo, Ignazio Zullo, Luigi Manca, Renato Perrini e Francesco Ventola) che, con riferimento alle parole di Emiliano sulla recente alleanza parlamentare tra Pd ed M5S, hanno affermato: “Parla di sofferenza sfruttata dalle destre per fini elettorali e dimentica le sofferenze dei cittadini pugliesi a partire da quelle per una Sanità all’altezza dei bisogni, da quelle degli agricoltori schiacciati dal dramma Xylella e gelate e dagli intoppi burocratici e amministrativi del Psr oppure quelle ambientali alle prese con il caos nella gestione del ciclo dei rifiuti. Ancora una volta la sua priorità non è l’attenzione ai problemi dei cittadini e del territorio, ma all’opera di reclutamento a sinistra, a destra e ora anche nel mucchio indefinito del M5S”. Per poi concludere: “D’altronde creare una grossa coalizione in Puglia è l’ultima scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi per affrontare quelle sofferenze da lui stesso create. Con buona pace della Puglia e dei pugliesi, gli unici a fare le spese di queste acrobazie politiche” di Emiliano. Ed ora, evidentemente, anche del Pd nazionale. Ma questo, però, è tutto un altro discorso che non c’entra con la Puglia dove, alla luce dei precedenti reclutamenti a destra di Emiliano, un’eventuale futura alleanza politica anche con i “5 Stelle”, più che di “acrobazia”, potrebbe forse meglio definirsi come un vero e proprio “capitombolo”…politico.

Giuseppe Palella

 

 

 


Pubblicato il 4 Settembre 2019

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