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Emiliano si offre di fare da “sensale” tra Renzi e le forze di sinistra

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, leader della corrente di minoranza interna al Pd, “Fronte democratico”, si è dichiarato disponibile ad affiancare Piero Fassino, incaricato dalla segreteria nazionale del Pd a trovare punti d’intesa con il resto della sinistra italiana, per un’alleanza elettorale alle prossime politiche della primavera 2018. Infatti, i primi tentativi del’ex sindaco di Torino non sono andati a buon fine, però Emiliano è fiducioso e ritiene di poter essere lui la vera carta vincente del suo partito per il successo dell’operazione, tanto che il governatore pugliese si e’ proposto volontariamente per il tentativo di mediazione con i rappresentanti dei partiti a sinistra del Pd di Matteo Renzi, portando come esempio il modello pugliese, dove il Pd governa con Mdp e Sinistra italiana. Ma c’é di più. In Puglia il Pd ha nella coalizione di governo anche con i centristi dell’Udc di Lorenzo Cesa che nelle recenti elezioni regionali siciliane erano in coalizione con il centrodestra guidato dal neo eletto presidente Musumeci. Ed Emiliano è già a lavoro per questa sua attività di “sensale” politico all’interno del centrosinistra, in soccorso al suo ex competitor per la segreteria e che, in realtà, si è poi riconfermato segretario nazionale.  Ma Emiliano evidentemente, prima ancora di iniziare a mediare con la sinistra, è intenzionato a mettersi al sicuro all’interno del suo stesso partito e per questo forse domani (ndr – oggi, per chi legge sabato) incontrerà l’altro ex rivale di Renzi alla segreteria, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che sarà presente a Bari per un convegno. Infatti, il governatore pugliese potrebbe voler  stringere un accordo in casa propria prima ancora che in casa altrui, al fine di avere più peso nelle trattative per le candidature con il segretario Renzi. Ed il ministro Orlando potrebbe anch’egli essere contro interessato, al fine di condizionare di più e meglio il vincitore delle primarie che, però, potrebbe finire in un vicolo cieco alle prossime elezioni politiche a causa delle rotture a sinistra del Pd. Emiliano – secondo qualche bene informato della politica – in cambio di questa sua offerta di mediatore in ausilio a Fassino vorrebbe da Renzi in contropartita qualche posto in più ad elezione assicurata in Parlamento, per la sua corrente politica, e per questo sarebbe anche pronto a rinunciare alla formazione di liste civiche nazionali satelliti del Pd, alle quali sta da tempo lavorando d’accordo con il segretario. E questa sua rinuncia, secondo lui, potrebbe anche essere l’arma di “ricatto vincente” da esercitare con le forze politiche di sinistra, per indurle ad un’intesa con il Pd a trazione renziana. In realtà, il governatore pugliese non è ritenuto molto affidabile negli ambienti politici nazionali. Ed a causa di questa sua “fama” politica sono in parecchi a sospettare di un suo eventuale tranello nel dopo elezioni, qualora riuscisse a far eleggere un numero di parlamentari della sua corrente superiore al suo attuale ed effettivo peso specifico interno al Pd. Infatti, a non fidarsi di Emiliano verosimilmente non i sarebbe solo il segretario Renzi, ma ci sono sicuramente anche coloro che il Pd lo hanno abbandonato per dar vita ad “Articolo 1-Mdp”. Infatti, è proprio dal capogruppo pugliese di tale formazione politica che Emiliano sta ricevendo “bordate” negative alla sua proposta di mediatore, per costruire un’alleanza di centrosinistra a trazione Pd che vada dall’Udc di Cesa fino alla sinistra di Pierluigi Bersani ed altri. E l’ultima “bordata” di Mdp al governatore pugliese, in ordine di tempo, è quella giunta dal capogruppo di questo partito alla Regione, Ernesto Abaterusso, che con una nota ha ironicamente dichiarato: “Siamo abituati ai cambi di idea del presidente Emiliano, renziano ed anti renziano a giorni alterni, filo centrista negli altri, orgogliosamente di sinistra in altri ancora. Siamo anche abituati ai suoi slanci politici nazionali e alla fantasiosa leggenda del pontiere amico di tutti: da Speranza a Mellone”. Però, ha aggiunto il consigliere salentino fedelissimo di Massimo D’Alema, occorre oggi, alla luce delle ultime dichiarazioni, ricordare che l’amicizia non c’entra, perché “in politica contano i fatti e gli impegni presi con gli elettori”. Fatta questa premessa, Abaterusso ha poi ricordato ad Emiliano che se il Gruppo regionale di Art.1- Mdp continua ancora oggi a sostenerlo “è per questi precisi impegni a suo tempo assunti e nell’attesa della svolta programmatica ed operativa condivisa” e da tempo richiesta. “E se siamo distanti dal Pd sul fronte nazionale – ha subito dopo sottolineato  Abaterusso – è per la stessa ragione, ovvero perché dal Jobs Act, alla Buona scuola, gli impegni presi con il nostro elettorato (ndr – di centrosinistra, prima della scissione del Pd) sono stati disillusi e traditi”. Infatti, il massimo esponente di Mdp alla Regione ci ha pure tenuto a precisare che “Renzi in questi anni ha preferito Berlusconi, Verdini, Alfano alla sinistra”, rilevando che ora lui ed i suoi, vedendo svanire ogni sogno inseguito sino ad oggi con i voti presi dagli altri, fa finta di aprire ad alleanze con quelli che di recente lo hanno abbandonato. Ma con lui – ha sottolineato Abaterusso – “abbiamo chiuso”, perché “il nostro presente è altro” ed è diverso da quello di Renzi e da coloro che lo hanno sostenuto in tutte le sue scelte. Infatti, secondo Mdp, è Renzi la vera causa delle ripetute sconfitte del centrosinistra e “non le odierne divisioni”. Sconfitte che – per gli ex Pd ora di “Articolo 1” – “hanno riportato la prossima competizione elettorale per il governo del paese ad una questione riservata tra il centrodestra e il M5S”. Ed a fine nota da Abaterusso giunge anche un suggerimento per il governatore pugliese: “Emiliano dunque lasci perdere ruoli di pontiere che non servono a nulla e si concentri sulla Puglia lavorando insieme a noi su Sanità, Trasporti, Ilva e tutto quel che interessa ai pugliesi”, perché “dobbiamo dare risposte ai territori ma con un approfondimento e una visione che oggi non vediamo”. Per terminare con un perentorio avvertimento: “Sappia Emiliano che se ha intenzione di governare la Puglia allo stesso modo con cui Renzi, tornato ad essere suo amico, ha governato l’Italia, noi non ci saremo più”. Insomma, come suole dirsi anche in Puglia, è forse il caso di aver voluto ricordare ad Emiliano da parte degli scissionisti del Pd: “Governatore avvisato, mazzo salvato !”.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Novembre 2017

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