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Emiliano spera in un governo M5s-Pd per fare il ministro o per salvarsi alla Regione?

La decisione del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di affidare al presidente della Camera dei Deputati, il grillino Roberto Fico, l’incarico esplorativo per l’eventuale formazione di una maggioranza di governo con M5s e Pd ha entusiasmato il presidente della Regione Puglia e leader della corrente di “Fronte Democratico”, Michele Emiliano, che ha accolto con favore la disponibilità del reggente segretario dem, Maurizio Martina, al dialogo con i “5 stelle” ed a valutare nella Direzione del partito le condizioni per un possibile accordo di governo a guida pentastellata. Infatti, il governatore pugliese, con un’intervista rilasciata ad noto quotidiano nazionale, ha rilanciato il tifo da lui manifestato per il M5s tre mesi prima del voto, quando auspicava che dalle urne potesse venir fuori un governo Pd-M5s, ossia a trazione Dem, mentre subito dopo il voto Emiliano, alla luce dei risultati, aveva ripiegato invece per una formula invertita, ossia M5s-Pd. E, quindi, per un governo sempre con il Pd in maggioranza, però a guida “5 Stelle”. Emiliano, che nell’intervista si vanta di essere stato il primo ad ipotizzare in tempo pre-elettorale un accordo politico tra Pd ed M5s, non fa tuttavia mistero del fatto che a condurre la trattativa con i pentastellati dovrebbe essere l’ex segretario, Matteo Renzi, che nei gruppi parlamentari del Pd vanta un seguito che si aggira intorno al 60% delle presenze. Però, il governatore della Puglia ha pure sostenuto che Renzi non va lasciato a trattare con i “5 Stelle”, ma va affiancato da tutti gli altri esponenti rappresentativi del partito, perché questo deve rimanere unito nell’accordo con i grillini. Considerazione, quest’ultima, alquanto banale perché, se così non fosse, l’asse M5s-Pd non avrebbe più i numeri per formare una maggioranza sia alla Camera che soprattutto al Senato, dove i senatori Dem sono in tutto 52 e, quindi, sarebbero appena sufficienti con il gruppo dei “5 Stelle” a superare la maggioranza assoluta dei 161 voti necessari nell’aula di Palazzo Madama. Emiliano non si sbilancia sul nome dei “5 Stelle” per Palazzo Chigi, per cui ha sostenuto che Di Maio o Fico premier sarebbe indifferente. L’intervista “pro-5 Stelle” di Emiliano ha dato adito ad alcuni esponenti del centrodestra pugliese di evidenziare le possibili mire espansionistiche nazionali del governatore pugliese, che –  secondo quanto affermato in una nota dal consigliere regionale Erio Congedo di “Fratelli d’Italia” – “sbaglia nei confronti della Puglia perché rende ingovernabile la regione e sbaglia nei confronti del mandato conferitogli dai pugliesi perché rende impossibile una prospettiva di buon governo di una regione che merita rispetto e attenzione”. Infatti, per lo stesso Congedo “ non sarà certo un eventuale accordo M5s – Pd la ciambella di salvataggio per un Governo regionale che più che volano di crescita e sviluppo del territorio, ne sta diventando zavorra”. Invece, ad accusare Emiliano di pensare più ad una sua possibile carriera a Roma, da ministro in un eventuale governo M5s-Pd, che alla Puglia, di cui ha la responsabilità del governo regionale, è la deputata forzista Elvira Savino di Conversano, che commentando la recente intervista di Emiliano ha dichiarato: “Il governatore Emiliano sembra molto più interessato alle vicende interne al suo partito, invocando un governo fra il Pd e i Cinque stelle, che non ad amministrare la Puglia”. Infatti, ha rilevato Savino: “rilascia dichiarazioni e interviste in qualità di capo-corrente e non di presidente di regione”. Per cui ha concluso:  “se è stufo della Puglia, ed e’ intenzionato ad andare a Roma a tentare di fare il ministro di un improbabile governo grillino, non ha che da dirlo adesso”, perché “certamente i pugliesi non lo rimpiangeranno”.Sulla stessa lunghezza d’onda di Savino anche il suo collega barese di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, che commentando la stessa intervista ha dichiarato: “L’entusiasmo di Michele Emiliano per l’ipotesi di un governo M5S-Pd rivela ancora una volta le sua reali ambizioni”, ovvero “sfruttare la Puglia per provare a contare qualcosa a Roma”. Infatti, per Sisto, la perenne battaglia anti renziana di Emiliano, caratterizzata da un mix indigeribile di tattica, personalismo e ideologia, altro non è che una recita a soggetto che lascia alla Puglia “il mero ruolo di palcoscenico” per le sue esternazioni. E ciò – sempre per Sisto – denota “un’indifferenza verso la Regione che (ndr – Emiliano) dovrebbe amministrare e verso i suoi cittadini di cui presto il Governatore sarà chiamato a pagare il conto”, che, a detta del deputato forzista barese, “sarà salatissimo”. E questa al momento è, forse, l’unica certezza non tanto per Emiliano quanto per i contribuenti pugliesi che quel “conto” lo pagano e dovranno continuare inevitabilmente a pagarlo anche in seguito. Perché la verosimile speranza di Emiliano a fare il ministro in un governo M5s-Pd, oppure (ipotesi molto più probabile!) di avere  dai “5 Stelle” una possibile ancora di salvezza nell’aula barese di via Capruzzi, quando le fibrillazioni interne alla sua coalizione, ed al suo partito in particolare, metteranno in seria difficoltà la sua attuale maggioranza, appare alquanto velleitaria. E, quindi, solo illusoria per il governatore pugliese.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Aprile 2018

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