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Emiliano stronca l’ipotesi del Tfm ai consiglieri e strizza l’occhio al centrodestra per il bilancio

Il governatore ancora una volta si dichiara come "il salvatore del centrosinistra" pugliese dall'autodistruzione e si dichiara anche pronto ad accogliere le richieste dell’opposizione sulla legge finanziaria

Se qualcuno, tra i consiglieri regionali, abbia immaginato di poter far reintrodurre il Tfm (Trattamento di fine mandato) con un emendamento al bilancio previsionale dell’ultimo anno di legislatura, da far approvare per tentare di ammorbare i tanti malpancisti presenti nelle fila della maggioranza e, contemporaneamente, conseguire una qualche “benevolenza” nel dibattito e nella votazione sul bilancio anche da parte delle opposizioni, allora ha sicuramente sbagliato previsione. Infatti, a stroncare sul nascere ogni ipotesi di reintroduzione a fine legislatura del Tfm in Puglia, per i consiglieri regionali, è stato il Presidente stesso della Regione, Michele Emiliano, che ieri a Bari, a margine di un evento, rispondendo ai cronisti sulle tensioni politiche sul bilancio previsionale del 2025 all’interno della maggioranza che lo sostiene, ha dichiarato senza mezzi termini: “Sono preoccupato del centrosinistra da sempre, nel senso che il centrosinistra in Puglia, se ad un certo punto 20 anni fa non avessimo dato una sterzata, sarebbe stato un centrosinistra che perdeva tutte le partite”, spiegando che “quelli del centrosinistra ogni tanto si dribblano da soli e adesso ci stanno riprovando, visto che è l’ultimo anno di legislatura”. Per poi affermare: “Anche questa volta lì salverò, o cercherò di salvarli, da sé stessi, dal loro istinto autodistruttivo”. Parole, queste, che alludono verosimilmente al fatto che all’interno della maggioranza di centrosinistra ci sono nuovamente tentazioni per la reintroduzione del Tfm ai consiglieri regionali e l’imminente approvazione del bilancio regionale del prossimo anno è l’occasione giusta per portare a compimento tale tentativo, con un possibile “ricatto” per l’approvazione dello stesso.  Infatti, Emiliano ha proseguito con un commento allusivo, affermando: “E’ quello che sta succedendo in Parlamento. I parlamentari e i consiglieri arrivano al bilancio e sanno di avere una maggioranza rafforzata che li mette nelle condizioni di dire ‘preferirei che fosse fatta questa cosa o opera’ ” ed aggiungere: “ Questa volta si sono sovrapposte altre questioni legate ai conflitti pre-elettorali dei vari gruppi e liste civiche del centrosinistra” Inoltre, per “il fatto che non si sa quando si vota – ha commentato il governatore – c’è una grande tensione”. E, in fine, Emiliano ha dichiarato, quasi con spirito ironico, di essere “a disposizione del centrosinistra per salvarlo ancora una volta da sé stesso”.  Disponibilità dichiarante anche nei confronti delle opposizioni di centrodestra “perché anche loro al bilancio hanno delle loro esigenze che normalmente vengono soddisfatte con somme che sono sempre più risicate”. “La Puglia – ha anche spiegato il governatore – ha dovuto dare al governo Meloni 60 milioni (ndr – di Euro) di contributo alla finanza pubblica, l’anno scorso erano 30 i milioni dati”, chiarendo che “se quest’anno (ndr – in Puglia) avessimo avuto i 30 milioni in più, sarebbe stato facile risolvere tutti questi problemi, almeno quelli delle indicazioni dei consiglieri negli emendamenti”, mentre “adesso è un po’ più difficile perché il governo – ha concluso Emiliano – non ha soldi e le casse dello Stato sono allo stremo”. Come dire al centrodestra di essere disponibile ad accontentare anche le richieste di minoranza sul bilancio ma anch’esse devono contenersi nelle richieste, perché le ristrettezze regionali sono dovute anche ad una responsabilità del governo nazionale. Insomma, a buon intenditore, poche parole. Emiliano è pronto a trattare con le opposizioni sul bilancio pur di non avere evidentemente problemi in Consiglio sull’iter legislativo del provvedimento. “Ma in cambio di cosa?” – si chiede qualche cittadino che ha ben compreso il modo di governare la Regione da parte del presidente Emiliano. A tentare sgombrare ogni dubbio circa l’esistenza di un emendamento (ricattatorio?) per la riattivazione del trattamento di fine mandato dei consiglieri regionali. È invece il segretario del Pd pugliese, Domenico De Santis, che con una nota ha affermato che “i temi che la maggioranza in consiglio regionale ha a cuore e il Pd in particolare” sono quelli riguardanti “le fasce più deboli della popolazione, con ingenti investimenti su sanità e fondi per il trasporto pubblico locale” e dare. “risposte alla Sanità territoriale, garantendo una assistenza h.12 dei medici di medicina generale, risolve definitivamente la questione dei consorzi di bonifica, per garantire l’acqua ai nostri agricoltori” e dare “risposte al mondo della cultura e sul diritto allo studio che aiuta i nostri giovani”. Perché il Pd pugliese – a dire dello stesso De Santis – “ha già deciso da tempo che il Tfm ai consiglieri regionali non è una priorità, né una necessità”. In realtà, il fatto che alla Regione si sia tornati a parlare nuovamente della possibilità di reintrodurre il Tfm ai consiglieri è confermato anche dal fatto che Confindustria-Puglia e la Cgil-Puglia sono tornati a criticare pesantemente tale ipotesi di reintroduzione. Difatti, ha commentato con una nota il presidente regionale di Confindustria, Sergio Fontana, che ha nuovamente espresso la contrarietà degli industriali pugliesi a questa proposta, ritenendola “un privilegio ingiustificato per chi già beneficia di ingenti emolumenti e che, come consuetudine, da tre anni ormai, viene sempre ripresentata in prossimità delle ferie estive e della pausa natalizia”, ribadendo un disappunto, condiviso anche da altre organizzazioni sindacali e datoriali e sottolineando che “l’introduzione di questa indennità allontanerebbe ulteriormente la classe politica dalla realtà sociale”. Infatti, ha commentato Fontana: “Sbagliare è umano”, ma “perseverare è diabolico”. Perciò, ancora una volta, Fontana ha rivolto un accorato appello al presidente Emiliano e al Consiglio regionale affinché “non portino avanti una normativa che aumenterebbe solo i costi della politica e si concentrino (invece) su questioni più urgenti e rilevanti, come la tutela del lavoro, delle imprese e della salute pubblica, che dovrebbero essere le priorità in un momento di difficoltà economica e sociale”. Per ricordare, in fine, che “la Puglia ha dimostrato un modello virtuoso in passato e reintrodurre questa misura rappresenterebbe un passo indietro, minando una scelta politica lungimirante risalente al 2012”. Una richiesta analoga è stata lanciata anche dalla segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, che difronte a questo ennesimo di riproposizione del Tfm ai consiglieri regionali ha commentato: “Come Cgil, non ci stancheremo di reiterare la nostra indignazione e critica a uno strumento che ha il sapore del privilegio per rappresentanti istituzionali che già percepiscono indennità importanti, nella stragrande maggioranza dei casi non equiparabili ai redditi e al Tfr che probabilmente avrebbero maturato nell’attività lavorativa, al netto che qualcuno continua anche a svolgere”. Nella regione del lavoro povero e precario, prima per numero di cittadini che vivono in contesti famigliari in condizione di povertà relativa (per l’Istat quasi un cittadino su tre) – hanno ricordato dalla Cgil Puglia – sarebbe molto grave se si mettesse mano a una norma già abrogata in passato e pubblicamente e diffusamente bocciata da un vasto fronte di associazioni, sindacati e movimenti di cittadinanza attiva. Quindi, ha affermato ancora la segretaria Bucci, “continuiamo a pensare che l’auto regalo che vorrebbero farsi i consiglieri, se così fosse, non solo saprebbe di beffa e privilegio per i tanti che vivono di salari e pensioni e si attendono invece provvedimenti importanti che incidano sulle loro precarie condizioni materiali”. Priorità – ha precisato, inoltre, la segretaria pugliese della Cgil – che sono “di altra natura e segno”. Quali, ad esempio, le misure che riguardano il welfare, che sono insufficienti, come denunciato in Commissione dalla Confederazione che rappresenta. L’approvazione del Tfm, ha insistito Bucci, “sarebbe assieme un grave danno alla credibilità dell’istituto della rappresentanza e all’agire della politica, in una fase già contrassegnata da una grave crisi di partecipazione democratica”. Per cui “se tutto questo non interessa ai consiglieri, che procedessero pure”, avvertendo però che la Cgil è pronta, insieme al vasto fronte di chi si oppone al Tfm, a continuare a denunciare pubblicamente un agire che scava un solco ancora più profondo tra cittadini e istituzioni. Di qui l’appello, ancora una volta alla Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone (Pd) ed al Presidente della Regione, Emiliano, ed agli stessi Consiglieri di evitate questo danno alla istituzione regionale e alla qualità della politica. quale strumento al servizio dell’interesse generale. Un appello che, insieme a quelli, di tutte le altre associazioni sindacali e datoriali che già in passato si sono unite, quasi sicuramente non dovrebbe essere ignorato. Però, ciò non toglie che i consiglieri regionali pugliesi non ci riproveranno sul Tfm. Se non in questa, nella prossima legislatura.

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 13 Dicembre 2024

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