Emiliano sulle primarie è come Alice nel paese delle meraviglie
Nel centrosinistra, se nessuno dei fronti contrapposti sul ricorso al voto dei gazebo farà passi indietro, al primo turno non ci sarà unità sul candidato sindaco
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, rispondendo ai cronisti che a margine di una conferenza stampa con Tronchetti Provera gli avevano chiesto un commento sui rischi delle primarie, paventati dal presidente dell’associazione “La Giusta causa” ed aspirante alla candidatura a sindaco di Bari nel 2024 per il centrosinistra, Michele Laforgia, ha candidamente dichiarato che a lui non risulta che sia così come denunciato pubblicamente lunedì scorso dallo stesso Laforgia che – da non dimenticare – di professione è avvocato penalista e, quindi, di possibili interessi all’inquinamento della politica da parte della criminalità organizzata sicuramente se ne intende. “Forse qualcuno – ha aggiunto Emiliano con evidente allusione a Laforgia – è un po’ troppo teso”, per poi invitare tutti ad assumere toni pacati. Il governatore pugliese, inoltre, ha ribadito il concetto più volte richiamato in passato che le primarie, a suo avviso, sono uno strumento di democrazia e tante volte si è soffermato a vigilare davanti ai seggi delle primarie senza notare nulla di anomalo. Dichiarazioni, queste del governatore sulle primarie, che hanno subito sortito diversi commenti ironici in alcuni ambienti politici cittadini, dove Emiliano è stato ancora una volta paragonato ad “Alice nel Paese delle meraviglie”. Infatti, ha rilevato qualcuno: “Emiliano difficilmente si accorge di cosa succede intorno a lui, come dimostrano le numerose vicende giudiziarie che hanno interessato il Comune prima, quando era sindaco, e la Regione Puglia dopo, da quando è governatore”. “Eppure – ha esclamato lo stesso – Emiliano si è più volte vantato di avere il fiuto poliziesco (oltre al fatto di avere l’esperienza professionale di magistrato inquirente), però i fatti dimostrano che spesso non si è accorto di quale fosse effettivamente la realtà politica ed amministrativa di cui era circondato!” Quindi, continuando con i rilievi, sarebbe forse il caso di domandarsi: “Emiliano può forse escludere a priori che le primarie, così come effettuate, non sono soggette a trucchi?”. Ed ancora: “Le primarie sono uno strumento di selezione, previsto dallo statuto del Pd, per dirimere la scelta del nome, quando con altri criteri non si riesce a raggiungere unitariamente un’intesa”. Però, ciò non significa che tale strumento possa essere “imposto” in politica ad altri soggetti che su di esso nutrono dubbi o, più semplicemente, non intendono utilizzarlo come metodo di selezione, ritenendolo evidentemente non adeguato a risolvere una questione politica che invece dovrebbe essere affrontata sotto altro profilo. Ma dubbi, sospetti e considerazioni a parte sulle primarie, nella coalizione barese dei progressisti si tratta ora di capire se, dopo il rifiuto di Laforgia a partecipare alle primarie invocate a gran voce dai Dem, ci sono ancora, oppure no, le condizioni per tenere insieme già al primo turno il gruppo di forze che, avendo come capofila il Pd, vogliono le primarie e quelle che invece le primarie le rifiutano, poiché ritengono tale metodo uno strumento “ad escludendum”, utilizzato per accaparrarsi la guida della coalizione di centrosinistra, da parte di chi (con metodi leciti o illeciti!) è comunque in grado di mobilitare elettori da portare al voto dei gazebo. Pertanto, nel “campo largo” barese dei progressisti, se nessuno dei due fronti attualmente contrapposti sull’uso delle primarie per la scelta del prossimo candidato sindaco farà un passo indietro, almeno al primo turno la rottura della coalizione sarà inevitabile. E se ciò dovesse accadere, non è neppure detto che la parte avversa avrebbe già la vittoria in tasca.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 15 Novembre 2023