Emiliano teme un complotto tra Renzi e Vendola per fargli perdere le regionali del 2020
Di complotti (e, forse, non solo politici) il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, probabilmente se ne intende. Infatti, sarà per tale ragione che oggi (ndr ,ieri), rispondendo alle domande di alcuni giornalisti sulla situazione pugliese del centrosinistra, ha ipotizzato che “c’è chiaramente un complotto tra Renzi e Vendola” a suo danno, per non fargli riconquistare la guida del governo regionale nel 2020. “E’ di tutta evidenza – ha poi affermato in modo perentorio il governatore pugliese di centrosinistra – che stanno tentando di mettere insieme un terzo polo non per vincere, perché non ci possono riuscire, ma per farci perdere, per consegnare la Puglia a Salvini”, esternando tutto il suo rammarico che questo presunto complotto. Infatti, ha proseguito Emiliano: “Mi dispiace moltissimo che Vendola sia arrivato a questo punto, di Renzi lo do per scontato che tenterà in tutti i modi di farci perdere. Resisteremo, e cercheremo di convincere tutti i democratici che giocare a far politica per dispetto non ha senso. Certamente la mia amministrazione, come ogni altra, ha tanti limiti, ma questo non significa che si debba pensare di consegnare la Puglia a Salvini, sarebbe un errore catastrofico”. Parlando, invece, della situazione interna al suo partito, il Pd (a cui, però, l’ex-pm della Procura barese non ha più – come è noto – rinnovato la tessera, avendo riconosciuto che l’Ordinamento normativo inibisce anche i magistrati in aspettativa l’iscrizione ad un partito politico), Emiliano ha dichiarato: “Stiamo tornando allo spirito originario del Pd, un partito dove convivono aree diverse in modo pacifico, non in modo renziano”, spiegando che – secondo lui – “questa pacifica convivenza non significa che ciascuno debba pensare con la testa degli altri e debba ubbidire, ci si confronta e si trovano delle soluzioni”. “Zingaretti, che sostengo con convinzione alle primarie del 3 Marzo, – ha poi aggiunto il governatore – dà questa rassicurazione: ovviamente penso che Martina si sia sufficientemente sfilato dal vecchio regime, tant’è che il modo in cui Giachetti lo appella sistematicamente, l’insistenza con la quale invita quelli che furono renziani a mollare Martina è il segno di una sfiducia di parte dei vecchi dirigenti verso quello che potrebbe essere il futuro del Pd”. E, continuando, Emiliano ha spiegato il motivo del suo sostegno al collega governatore del Lazio nella corsa per la segreteria nazionale del Pd. Infatti, ha affermato: “Io sto cercando di favorire questo processo e in Puglia sono molto soddisfatto: quelli che sono più vicini a me nel Pd hanno votato per Zingaretti, raggiungendo il 47-48%, Boccia è arrivato terzo, con Boccia arriviamo al 60% dei voti. Poi ci sono molti nostri amici che hanno votato per Martina. Non c’è niente di male: il congresso del Pd non è una guerra tra bande, è una valutazione di sensibilità diverse. Martina ha fatto una dichiarazione che ho molto apprezzato, ha detto che se lui fosse pugliese voterebbe per me alle prossime regionali e ha deluso tutti quelli che stanno complottando per cercare di farci perdere le prossime elezioni” regionali. Dichiarazione, quella di Martina a Bari, che verosimilmente ha impressionato il Primo cittadino barese, Antonio Decaro (Pd), che in un primo momento da renziano, forse “pentito”, sembrava essere intenzionato a sostenere Zingaretti, invece, dopo l’endorsement barese a favore di Emiliano del ministro delle Politiche agricole degli ex governi Renzi e Gentiloni, è ritornato sui propri passi schierandosi apertamente per Martina. Un caso? Forse un’altra “manfrina” barese analoga a quella organizzata per il congresso del Pd di due anni fa, quando in corsa contro l’ex premier Renzi c’era anche il leader di “Fronte democratico”, Emiliano. A smentire tempestivamente ed in modo lapidario, oltre che ironico, il governatore pugliese, sulla denuncia di un ipotizzato complotto “fiorentin-terlizzese” per spodestarlo alle prossime regionali, è il segretario regionale di “Sinistra italiana”, Nico Bavaro, che con una nota ha dichiarato: “È assai facile, quando non si vuole fare un’analisi approfondita e non si vogliono riconoscere le proprie responsabilità, prendersela con il destino, il tempo avverso, la sorte. Oppure richiamare i complotti”. Cosa, quest’ultima, che – per Bavaro – “fa oggi Emiliano”, che parla di un complotto di Vendola per farlo perdere.“Vorrei rassicurarlo” – ha affermato seccamente il segretario pugliese di Si, perché “sta facendo benissimo tutto da solo”, concludendo: “Per questo bisogna organizzare un’alternativa” alle prossime elezioni regionali, se il centrosinistra (sottinteso!) non vorrà perdere davvero. Più articolata la risposta del senatore salentino Dario Stefano del Pd (nonché leader della civica regionale “La Puglia in più” che, nel 2015, ha eletto ben 4 esponenti in Consiglio all’interno della coalizione di centrosinistra capeggiata da Emiliano) all’ipotizzata “trama” Renzi-Vendola del governatore pugliese. Infatti, Stefano con una nota ha dichiarato: “Quando si ha il vizio di sentirsi sempre il centro del mondo, spesso si perde di obiettività e di senso di misura. E si rischia di fare anche letture ‘politiche’ ardite”, chiarendo che ora si vuol forse “attribuire ad altri la perdita di consenso tra i cittadini pugliesi, tanto da denunciare il rischio di consegnare la Puglia alla destra di Salvini”. E ciò – per il rappresentante salentino a Palazzo Madama – “è un po’ come voler mettere le mani avanti in maniera furba ma anche irrispettosa dell’intelligenza dei pugliesi”.“Tanto più – ha concluso Stefano – se tale ‘avvertimento nervoso’ di ciò che potrebbe accadere ‘per un complotto tra Renzi e Vendola’ viene proprio dalla stessa persona che, nei fatti, sta già svendendo la Puglia alla Lega attraverso l’adesione al progetto della ‘secessione dei ricchi’, mascherata dalla più spendibile definizione di federalismo differenziato”. E “questo sì, che – per Stefano – sarebbe il vero complotto a tutto danno della Puglia”. Come dire che “Emiliano mette già le mani avanti sperando forse di non cadere”. Ma se così fosse realmente, allora potrebbe forse aver ragione il renziano (non pentito!) Matteo Richetti quando, la scorsa settimana, ha sostanzialmente asserito che “in Puglia a far ridere” evidentemente non sono soltanto gli attori comici nostrani, ma anche la politica locale.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 1 Febbraio 2019