Primo Piano

Emiliano vuol fare da “mediatore” tra il Pd e le forze di sinistra

Il governatore pugliese Michele Emiliano (Pd) e leader dell’area politica “Fronte democratico” interna al partito, dopo la recente clamorosa sconfitta del centrosinistra siciliano e in particolare del Pd, si è offerto per fare da “mediatore” nazionale tra il suo partito e le forze della sinistra che, nella consultazione regionale di domenica scorsa in Sicilia, hanno corso con un proprio candidato presidente, Claudio Fava, fuori dalla coalizione capeggiata dal partito di cui è segretario Matteo Renzi. Infatti, il presidente della Puglia commentando i risultati non ancora definitivi delle regionali siciliane ha dichiarato: “Devo chiedere ad alcuni nostri amici, come D’Alema e Vendola, di non utilizzare per favore la Regione Puglia per impedirmi questo ruolo di cerniera tra il Pd e il resto della sinistra”. Ed ha precisato: “Innanzitutto perché non attacca, e io non risponderò alle loro affettuose provocazioni. Ma soprattutto perché, in questo momento, sono più importanti i pontieri che i sabotatori e i genieri che utilizzano la dinamite anziché il dialogo e la costruzione di un programma comune”. Ma c’è di più. Emiliano ha pure chiarito che “se in questa mediazione” per ricucire i rapporti tra il Pd e le altre forze della sinistra serve la sua attività, essendo lui  certamente non compromesso con quello che dagli addetti ai lavori è comunemente chiamato  “renzismo”, lui è disposto ad adoperarsi in tale ruolo. Ed il Pd per ricucire a sinistra, secondo Emiliano, necessita di “una conferenza programmatica” di tutto il centrosinistra, così come richiesto dallo stesso durante il suo intervento di qualche settimana fa alla conferenza partenopea del Pd. Una conferenza, ha sottolineato il leader di Fronte democratico, organizzata  possibilmente con il metodo della partecipazione come in Puglia e che si mette al lavoro per costruire una piattaforma programmatica comune. “Dopodiché – ha rilevato ancora Emiliano – se non si trova la sintesi per una leadership precisa, ci sono tanti modi per trovarla, dalle primarie ad una decisione comune del tavolo del centrosinistra”.  Però, a questa offerta di mediazione del governatore pugliese ha subito risposto, a stretto giro di comunicati, il responsabile nazionale degli enti locali di  italiana, Paolo Cento, che, dichiarandosi stupito dalle parole dell’attuale presidente della Regione Puglia, ha replicato: “Evidentemente Michele Emiliano non si é accorto che la cerniera di cui parla l’hanno rotta nella vita reale gli elettori rimanendo a casa o non votando più per il Pd”. Infatti, ha proseguito Cento: “Più che di mediatori c’é bisogno di costruttori di una nuova sinistra popolare e di cambiamento”, perché per il responsabile enti locali di Si il vero “problema non è Vendola o D’Alema o un altro qualsiasi dirigente della sinistra, ma le scelte politiche del Pd dalla Legge Fornero al Jobs act, dallo Sblocca Italia alla cosiddetta buona scuola e la povertà crescente”. Alla richiesta di Emiliano di non essere intralciato nel governo della Puglia dall’ex premier D’Alema ed dal suo predecessore nella guida Regione, Vendola, per il suo ruolo di mediatore,  ha replicato anche il consigliere pugliese di Si, Cosimo Borraccino, che ha prontamente evidenziato: “Vendola non ha alcuna responsabilità sulle vicende politiche in salsa pugliese”, eccependo che “se poi Emiliano vuole raccontare a se stesso ed ai pugliesi che i problemi in Puglia dipendono da Vendola e altri dirigenti, faccia pure, ma si sbaglia di grosso”, perché “il suo metodo di governare – ha aggiunto Borraccino – risponde ad una sorta di manifesto culturale che prevede sempre una maggiore presenza di gestioni private a danno del pubblico, sempre più penalizzato”. Ed ha elencato i casi eclatanti della Sanità, l’inerzia decisionale sulla futura gestione dell’Acquedotto pugliese, fino a ricordare quella che lo stesso Borraccino ha definito come “la vergognosa legge ‘ad personam’ per il Co.re.com” ed  il “per nulla civile affossamento” della proposta di legge di Si a tutela delle donne, per la piena attuazione della legge 194/78”, ossia quella sull’aborto. Questi – ha poi sottolineato l’esponente di Si nell’Aula di via Capruzzi – sono i temi che vedono una distanza siderale tra il suo partito e l’attuale governo regionale. “Ora se il presidente Emiliano – ha concluso Borraccino – vuole riaprire il dialogo, bene, a noi interessa farlo, però esclusivamente sui temi di governo della cosa pubblica  prima citati, non certo per incomprensibili logiche di risiko politico”. Come dire ad Emiliano che il ruolo da cerniera o “mediatore”, tra il Pd e le forze della sinistra, è bene che lo svolga in Puglia per ciò che gli compete da presidente della Regione, prima ancora che per questioni di carattere nazionali del centrosinistra che esulano dal raggio di azione di un governatore regionale. E se è davvero questo il senso delle affermazioni dell’esponente pugliese di Si, più chiaro di così Borraccino forse non avrebbe potuto essere.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Novembre 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio