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Ennesima proroga per i capi dipartimento… e l’opposizione deride Emiliano

Dal centrodestra (Fdi e Fi) critiche anche per la Tari più alta d'Italia, a causa degli impianti di smaltimento mai realizzati dal centrosinistra. Mentre la Lega è scomparsa da mesi financo dalle cronache politiche pugliesi

La Giunta regionale pugliese ha deliberato una ulteriore proroga, questa volta di circa due mesi (più precisamente fino al 14 gennaio 2025), sia per i dieci capi di Dipartimento che per il segretario generale della Presidenza e il Capo della comunicazione istituzionale, le cui nomine triennali risultano scadute da marzo scorso. Da allora – come si ricorderà – il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha più volte prorogato la permanenza dei nomi alla guida dei dieci Dipartimenti regionali, oltre che i due nomi al vertice rispettivamente della Segreteria generale della Presidenza e della comunicazione istituzionale, senza mai procedere al rinnovo di durate triennale previsto per tali incarichi dirigenziali. Fatto, questo, che secondo i sei esponenti regionali del partito di Giorgia Meloni, avrebbe suscitato l’ilarità del noto Principe partenopeo della risata che, a dire sempre dei sei componenti del Gruppo di Fdi, sarebbe stata manifestata con “una sonora risata” che avrebbe seppellito Michele Emiliano e la sua variegata maggioranza. Infatti, a seguito dell’ennesimo atto di proroga, il Gruppo consiliare di “Fratelli d’Italia” alla Regione ha diramato una nota per denunciare che sostanzialmente “assistiamo a continue proroghe che risentono fortemente della crisi politica interna alla maggioranza, a conferma che non ci troviamo di fronte a 12 professionisti di indiscusse e oggettive competenze, ma di 12 professionisti che risentono delle fortune o sfortune di chi li sponsorizza politicamente”. Per poi chiedersi retoricamente se “davvero possiamo pensare che il 15 gennaio del prossimo anno i 12 decadranno per far posto a nuovi professionisti?” Infatti, secondo il Gruppo consigliare di Fdi alla Regione, la risposta è “assolutamente no”. Anzi, senza avere la sfera di cristallo, i consiglieri di Fdi assicurano “fin d’ora che assisteremo a una proroga fino a fine legislatura per un doppio motivo: il primo è che sarebbe da folli cambiare direttore di Dipartimento a pochi mesi da voto, il secondo è che i prossimi professionisti saranno scelti dal prossimo presidente ed Emiliano ha dichiarato che non intende forzare la mano con il terzo mandato” anche se su tale dichiarazione del governatore mostrano incertezza, essendosi chiesti: “Oppure no?”. In fine, secondo i consiglieri di Fdi, il Principe della risata “avrebbe usato lo stesso trattamento anche con il neo assessore Fabiano Amati, che fino a qualche giorno fa aveva posto come condizione per restare in maggioranza proprio la rotazione dei capi dipartimento e la decadenza dei direttori generali Asl per aver sforato la spesa sanitaria, per altro prevista da una legge regionale che dovrebbe solo essere applicata”. Infatti, hanno rilevato gli stessi al termine della nota: “Oggi Amati non solo fa stabilmente parte della maggioranza, ma è addirittura parte integrante della giunta Emiliano, mentre sia i capi dipartimento sia i direttori generali delle Asl rimangono saldamente sulle loro poltrone”, essendo “evidente che Emiliano ne ha una per chiunque entra nel suo ‘regno’.” Sempre dal Gruppo pugliese di Fratelli d’Italia (capogruppo Renato Perrini e consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina) è giunta un’altra nota di polemica politica inerente al piano rifiuti del governatore Emiliano, grazie al quale i cittadini pugliesi pagano la Tassa rifiuti più alta in Italia. Infatti, si rileva nella nota di Fdi, dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanza attiva risulta che in Puglia “una famiglia media di tre persone che abitano in una casa di 100 metri quadri paga 100 euro in più delle altre famiglie italiane” Ovvero “426,50 euro rispetto a una media nazionale di 329 euro”. Costi che, se paragonati a quelli analoghi delle famiglie del Trentino, risultano addirittura raddoppiati. Difatti, hanno esclamato i rappresentanti del partito della premier Meloni, i pugliesi rispetto ai cittadini del Trentino “pagano oltre 220 euro in più! Senza neppure avere in cambio un servizio migliore, strade più pulite e un ambiente più sano”. Però, a detta dei “meloniani”  pugliesi, “la beffa delle beffe è che questo ‘primato’ è stato conquistato poco alla volta negli ultimi anni, ovvero da quando la Regione Puglia ha approvato il Piano dei Rifiuti, che il gruppo di Fdi non solo non ha votato, ma che, inascoltato, ha tentato in ogni modo di migliorare”, perché sia in commissione Ambiente, sia poi in Consiglio hanno suonato sempre il campanello d’allarme per evidenziare che detto Piano così come concepito era farcito di “impianti pubblici” da costruire e tutt’oggi non ancora costruiti. Per cui, hanno concluso gli esponenti di Fdi, “la gestione dei rifiuti è tutta nelle mani dei privati che applicano tariffe di mercato che pensano sulle casse dei Comuni con i sindaci ‘costretti’ a rivalersi sui propri cittadini”. Quindi per Fdi, nel settore dei rifiuti, dove è il centrosinistra a puntare il dito contro i privati, il miglior alleato di questi sono proprio Emiliano e la sua maggioranza di centrosinistra”. Anche per il Gruppo consigliare di “Forza Italia”, le tariffe pugliesi della Tari sono un’altra “medaglia al demerito per la maggioranza di Emiliano e Decaro”, che nella nostra regione, governata da vent’anni da detta maggioranza, “non sono riusciti a realizzare gli impianti pubblici di gestione dei rifiuti, salvo inserire questa ‘chimera’ nel Piano regionale che è ormai un libro dei sogni”, non avendo realizzato in vent’anni alcun impianto pubblico di smaltimento rifiuti e, quindi, “il servizio – hanno rilevato anche gli esponenti forzisti pugliesi – è gestito solo da privati che impongono le tariffe di mercato”. “Ergo, – hanno poi concluso i berlusconiani della Regione – i pugliesi pagano di più per una chiara, evidente e incontrovertibile inefficienza del centrosinistra”. Del tutto assente dai radar della politica regionale risulta l’opposizione di centrodestra che in Puglia fa capo al partito di Matteo Salvini. Infatti, dalla fine della campagna elettorale dello scorso giugno (per europee ed amministrative) la Lega, nonostante alla Regione Puglia è presente con ben 4 rappresentanti di opposizione, è quasi scomparsa del tutto dalle cronache locali anche con i semplici comunicati di denuncia o polemica politica. Pertanto anche nella nostra regione il partito di Matteo Salvini sembra aver ceduto il passo nella coalizione di centrodestra locale a quello della Meloni ed a quello di Antonio Taiani. Insomma, in Puglia il centrodestra sembra ormai destinato ad essere sempre di più una coalizione a trazione meloniana, con qualche spinta berlusconia. Mentre il partito del Carroccio non risulta più pervenuto neppure nelle cronache di politica ordinaria.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 20 Novembre 2024

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