Cultura e Spettacoli

Enzo, cantastorie da sedia

La sera del 13 settembre 1973 il Teatro Piccinni era gremito per un evento che allestito fulmineamente (all’epoca bastava il passaparola) aveva raccolto antifascisti da tutta Bari e provincia per manifestare solidarietà al popolo cileno (due giorni prima Pinochet aveva preso il potere con la forza). Il cartellone annunciava la presenza di numerosi artisti, alcuni anche di grido. Grande perciò fu la sorpresa in platea quando un giovane neanche trentenne e annunciato come un ‘cantastorie  nostrano’(era infatti nativo di Mola) invece che ‘armato’ di chitarra si presentò in palcoscenico con due sedie. Sulle prime si pensò ad un tecnico che portasse da sedere per il cantastorie nostrano e il suo accompagnatore. Quale non fu invece la meraviglia di tutti allora che il tipo, messosi a sedere, si mise a cantare ‘suonando’ l’altra sedia. Aveva il dono lo sconosciuto di cavare suoni impensati dal più scontato arredo domestico, che carezzava o sul quale imprimeva raschi, colpi leggeri o forti, tambureggiamenti accompagnati da schiocchi di lingua ed onomatopee… Chi era quello lì? Si sentiva sussurrare fra le poltrone. I pochi informati (nel circuito extraparlamentare le notizie erano affidate alle prime radio libere e alla stampa ’rivoluzionaria’) imposero il rispetto : ‘Quello lì’ aveva collaborato con Fo e Jannacci e poi con Antonio Infantino e infine con Pino Masi. Ero un compagno coi fiocchi, lui, mica un borghesaccio con l’Eskimo addosso. Per dirne una, si rifiutava di salire a bordo di un’autovettura che giudicava massimo emblema della piccola borghesia, per cui  viaggiava solo con i mezzi pubblici. E per cachet chiedeva l’equivalente della paga giornaliera di un metalmeccanico. ‘Quello lì’ si chiamava Enzo del Re… Nel terzo anniversario della sua scomparsa ci piace ricordare così una delle più radicali figure della scena musicale italiana. Il ‘dopo’ quella sera al Piccinni è noto ai più. Arrivano i primi successi : ‘Lavorare con lentezza’, ‘Tengo ‘na voglia e  fa niente’, ‘Tonino Micciché’ (dedicata al militante di Lotta Continua ucciso a Torino nel 1975). Tutte incisioni di qualità approssimativa e distribuite alla buona, in coerenza con lo spirito anticonformista del Nostro. Si deve a questa insofferenza verso le regole del mercato e dello show business il mancato decollo del talento molese. Rientrato definitivamente a Mola, Del Re poco a poco si chiude in sé stesso. Un anno primo di morire, tuttavia, ha un ultimo guizzo : il primo maggio 2010 suona a Roma con Vinicio Capossela in occasione del tradizionale concerto in Piazza San Giovanni. Sei mesi dopo è per la prima (e ultima) volta ospite alla Rassegna della Canzone d’Autore all’Ariston di Sanremo. Si spegne nella città natale il 6 giugno 2011.

 

Italo Interesse

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 6 Giugno 2014

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