Cultura e Spettacoli

Epistola a una immaginaria pubblicista

O pubblicista,

Primo: Nel suo pezzo, composto per relazionare sulla deambulazione, ben oltre il crepuscolo, sua e dei suoi “pari d’età” tra i vicoli del centro storico di atlantide, ha usato il neologismo “apericena” che, essendo un sostantivo maschile, rifiuta l’articolo indeterminativo ”un”, seguito dall’apostrofo, al quale lei ha dato ampia epifania. Non MI sono stupito, scandalizzato; ho, anche, smesso di riempirMI di rabbia, in quanto MI sono rassegnato al convincimento che ciò che non  s’Impara nella stagione giusta del nostro “esserci”, più non s’impara. Devo RipeterMI ? E IO, a costo di essere preso a pallottole da cerbottana, MI Ripeto: dell’ignoranza ortografica, grammaticale, sintattica degli italiettini (e di tanto altro dei Fondamenti di una solida Costruzione Culturale), che hanno frequentato la ”non scuola dell’obbligo”, andata a regime, delittuosamente, nel 1960 del secolo scorso, sono responsabili gli insegnantucoli, che hanno operato e operano, senza rimorsi di coscienza, in essa, e i genitori, che hanno figliato dalla data sopra indicata fino ai nostri giorni. Teatrini, spettacolini, zecchini d’oro, “a iosa”, hanno sostituito e sostituiscono il curricolare “Leggere, Scrivere, far di Conto” e una masnada di genitori imbecilli a far risuonare” per “l’aere senza stelle” il battito di ”man con elle”. IO, non avendo più l’Età per andare in giro sino all’alba alla ricerca di locali, ove “strafucare” (emettere extra fauces), non ripieni  di fauna alla Ciacco, il Concittadino di Dante, che il Poeta Situa nel III cerchio dell’ ”Inferno”, quello dei golosi, non avevo, giammai, sentito parlare dell’ “apericena”, di codesto surrogato della cena, una sorta di aperitivo, accompagnato da gustosi “stuzzichini”, che risolverebbe (???) il problema della cena a “r canarut (golosi, appunto!). Comunque, o pubblicista, devo Ringraziarla, d’ averMI Costretto a Navigare su “Internet” per Cogliere il significato di ”apericena”, di cui gli abituali frequentatori, “nocte”, dei locali alla moda erano al corrente, prima che la Mia Curiosita’ intellettuale mi avesse Consigliato  di dirimere un ulteriore Brano della Mia  Socratica Ignoranza, a, quasi, 78 anni, “temporibus nostris”, non “in illo tempore”, non più venerandi.

Secondo: L’atlantidino nella propria ”magione” più non cena ? Per, poi, con lo stomaco soddisfatto “d cialled” (pane casereccio raffermo, in acqua, moderatamente, inumidito, condito con olio extra vergine di oliva, sale, pomodori e origano) uscire “a riveder le stelle”.

Terzo: Dove, come guadagnano gli euro, per gremire bar, pub, pizzerie, ristoranti, discoteche, gli avventori di/in essi, per la più parte giovani disoccupati o occupati precari o in nero ?

Quarto: Aveva, allora, ragione il berluska che crisi economica nell’italietta non percepiva, ché bar, pub, pizzerie, ristoranti, discoteche, quotidianamente, ribollivano di folli folle di giovani disoccupati o occupati precari o in nero!

Quinto: Pasolini Lamenterebbe che tanto sperpero di denaro non è l’indicatore del “Progresso” Civile, Sociale, Politico, Etico, Culturale dell’italietta, sebbene dello “sviluppo” di un sistema economico fondato, eccessivamente, sul consumo e sul superfluo.

Sesto: Pasolini Continuerebbe col Denunciare che il “Progresso” di una Comunità Nazionale è “in Fieri”, quando Funzionano gli Ospedali, la Rete del Sistema dei Trasporti, la Scuola, la Burocrazia è produttiva e non, esclusivamente, intenta ad avvilire, umiliare, disconoscere con cavilli, pretesti i Diritti dei Cittadini. Quando la Classe Politica è l’Espressione dell’Eccellenza tra i Cittadini e, tra l’altro, S’Adopra, senza reticenze, senza tentennamenti, a smantellare le mafie e la corruzione. Quando lo Stato è nei fatti Laico, non formalmente, e i suoi Rappresentanti, comunali, provinciali, regionali, nazionali, non fanno esercizi di “proskinesis”, a guisa di squallidi parrucconi (come s’è, vergognosamente, esibito il commissario governativo del comune di roma, indossando la maschera del “baciapile” del sig. bergoglio, il regnante assoluto di uno stato straniero), davanti a mitrati, quale che sia la confessione religiosa di essi. Quando il “borgo selvaggio” atlantideo, per parlare del suo luogo natio, o pubblicista, poiché ospita istituti scolastici di ogni ordine e grado, con una grande quantità, anche se di mediocre qualità, di studenti (???), di insegnanti (???); poiché accumula, annualmente, carrettate di laureati nelle Discipline del “Trivio” e del “Quadrivio”, non fa agire vita grama al “Libraio” che, coraggiosamente, Ostende sulla bocca dei “crapuloni”, di cui lei parla nel suo ”pezzo”, il “Libro”, come un’ “Eucarestia” da Condividere ché l’Umanità Si faccia Fratellanza per mezzo della Bellezza dell’Arte e della Poesia, della Scienza e della Conoscenza.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano


Pubblicato il 19 Novembre 2015

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