Cultura e Spettacoli

Era bravo Lino

Si è spento all’età di settantanove anni Lino Spadaro, da tutti ricordato, tra l’altro, come uno dei quattro componenti del quartetto comico che negli anni settanta segnò il punto più alto del nostro teatro vernacolare; gli altri componenti erano Nicola Pignataro, Gianni Ciardo e la compianta Mariolina De Fano. Ma qui ci piace ricordare l’attore barese in quel segmento della sua carriera andato dal 1981 al 1986, anni in cui collaborò con Puglia Teatro (chi scrive ebbe l’onore di fare parte di quella compagnia e di dividere più volte il palcoscenico con Spadaro). Con la compagnia diretta da Rino Bizzarro, Lino prese parte a sei allestimenti: ‘Totà stai qua?’, ‘Testa Rossa’, Addio Napoli mia’, ‘Amore sposalizi e mazzate’, ‘La Comare’ e ‘Salone Margherita’. Compagnia di giro (si viaggiava a bordo di un malconcio furgone rosso fuoco che trasportava pure scene, costumi e impianto audio-luci), ‘Puglia Teatro portava le sue produzioni in tutta la Puglia, passando disinvoltamente da teatri blasonati a cinema in disarmo, palestre scolastiche, auditorium e piazze delle estreme periferie regionali. In quell’atmosfera da Carro di Tespi Lino sguazzava. Ilare e cameratesco, arguto e bonario, fu per cinque anni il nostro miglior compagno d’avventura. Era bravo Lino, le doti non gli mancavano: Durante le prove era l’antidoto alla noia. Se a cena ti sapeva senza soldi non esitava a cacciare la mano in tasca due volte. In viaggio ammazzava il tempo a tutti attingendo dall’enorme bagaglio di aneddoti e spigolature messo assieme in vent’anni di teatro (e sì’ che ne aveva di roba da raccontare). Dietro le quinte dispensava consigli agli esordienti senza salire in cattedra e, se necessario, smorzava attriti (al calcio si sarebbe detto che ‘faceva spogliatoio’). E poi quando entrava in scena… Tutt’altro che accademico, Lino Spadaro, che era un attore d’istinto, aveva l’intelligenza di adattarsi alle circostanze, attento a far tesoro d’ogni sfumatura che potessi prestarsi alla vis comica che aveva nel dna. Il che spesso lo spingeva ad arricchire il testo con spunti e trovate coerenti, tuttavia senza abusare della pazienza dell’Autore. In scena non sgomitava, all’occorrenza portava aiuto al compagno in difficoltà. Un vuoto di memoria? (l’incubo del teatrante). Niente paura. C’era lui. Senza bisogno di sussurrare a bocca storta battute di soggetto, Lino usciva dal copione un attimo, il tempo necessario per cavare dal cilindro un’invenzione delle sue e metteva il malcapitato nelle condizioni di tornare da solo in carreggiata. La stessa frizzante ‘leggerezza’ gli fu di sostegno nei momenti critici vissuti fuori del teatro. Nella quale risposta ai guasti di una fortuna oltraggiosa, per dirla con Shakespeare, può individuarsi il suo maggiore successo umano. – Nelle immagini, Lino Spadaro nei panni di Pulcinella e in ‘panni borghesi’ nello spettacolo ‘Totò stai qua?’, Teatro Mediterraneo, 1983).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 2 Aprile 2021

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