Era ora: partono le sospirate stabilizzazioni anche nel settore sanità
Potrebbe finalmente essere giunta a destinazione la pratica infinita delle stabilizzazioni del personale con contratto a tempo determinato, alla Regione Puglia, anche se la Magistratura barese col sostituto procuratore Lino Giorgio Bruno intende vederci chiaro su possibili forzature delle norme in vigore in relazione alla necessità di aver superato concorsi pubblici, per mettere piede nelle pubbliche amministrazioni.
Nel mirino le procedure tramite ‘short list’ adottate dalla Giunta Vendola senza concorso anche se poi le persone assunte avrebbero ottenuto nel corso degli anni titoli ed esperienza utili ad evitare, appunto, i procedimenti concorsuali poi svolti dall’Ente. Eppure come dteto proprio dal 1° settembre saranno assunti a tempo indeterminato negli uffici regionali anche amici e parenti di politici, sindacalisti e dirigenti, anche se dalle maglie assai larghe della Regione nel corso degli anni potrebbero essere sfuggite altre assunzioni a tempo indeterminato effettuate addirittura con semplici determinazioni dirigenziali, come accaduto anni fa in alcuni uffici regionali. Nel frattempo, agli inizi di settembre, il processo di stabilizzazione con particolare riferimento ai 1.355 precari della sanità in Puglia entrerà a pieno regime per concludersi entro la fine dell’anno. La rassicurazione arriva da Nicola Brescia, segretario generale del sindacato autonomo Usppi, dopo aver chiarito gli aspetti spigolosi della faccenda con Giancarlo Ruscitti, direttore del dipartimento Salute e Giovanni Campobasso dirigente stessa struttura. «Attualmente solo la Asl Bt e il Policlinico di Bari, hanno avviato la procedura delle stabilizzazioni dei precari” – hanno chiarito al tavolo della concertazione i sindacalisti autonomi baresi – e così dai primi giorni di settembre, le Aziende Sanitarie Locali, ma soprattutto la Asl di Bari, daranno un’accelerata ed entro il 30 dicembre dell’anno in corso, se non ci saranno altri intoppi o imprevisti, tutti gli aventi diritto, presenti negli elenchi pubblicati lo scorso maggio, saranno stabilizzati>>. A questo punto sarà anche bene chiarire che i lavoratori precari, per avere titolo alla stabilizzazione, devono aver lavorato almeno tre anni dal 2012 al 31 dicembre 2017 in aziende del servizio sanitario pubblico nazionale, anche in altre Regioni e non in via continuativa. Oltre ai quasi novecento infermieri, la categoria più presente, negli elenchi ci sono un centinaio di medici e ben centotrenta dirigenti, poi anche biologi, tecnici di laboratorio, di radiologia, dello Spesal, dietisti, logopedisti e ostetriche e operatori di caldaie. L’intera operazione di stabilizzazione dovrebbe concludersi, stando alle rassicurazioni dei dirigenti e responsabili della sanità pugliese, entro la fine dell’anno, come detto, lasciando invariati i numeri dell’operazione su cui ha ampiamente dato rassicurazioni in passato anche l’assessore alla Sanità, nonché capo della giunta Regionale Michele Emiliano. I numeri dei precari da stabilizzare sono a Bari centosettanta unità, quarantuno nella Provincia Barletta-Andria-Trani, mentre a Lecce e a Brindisi, rispettivamente, cinquecento e trecentottantatrè dipendenti che passano da precari a tempo pieno, stabilizzati una volta per tutte. Infine centosei in Capitanata e cento sulle sponde dello Jonio, a Taranto. Eppure, giova ripeterlo, negli ospedali pugliesi mancano all’appello circa 5mila lavoratori, servirebbero — quindi — anche nuove assunzioni, rimarcano gli stessi rappresentanti dei lavoratori dell’Usppi. Per ora il ministero dell’Economia e delle finanze ha autorizzato la Regione Puglia a mettere sotto contratto solamente nuovo personale per rimpiazzare quello andato in pensione tra il 2017 e il 2018. Ma se il sistema sanitario pugliese sarà in grado di ridurre la spesa per mobilità passiva, oltre che quella farmaceutica, potrebbe essere concesso un altro sblocco: i risparmi ottenuti, infatti, potranno essere investiti per sostituire i dipendenti andati in pensione, precisamente nel corso degli anni trascorsi tra il 2008 e il 2016.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 29 Agosto 2018