Europa Galante e Vivaldi, l’umanità nel suo dialogo aperto
Giovedì scorso al Petruzzelli la performance apprezzatissima dal pubblico di Fabio Biondi
“Uno squisito senso del colorito orchestrale con i semplici mezzi di un quartetto di archi, una personalità ora delicata e pittoresca, ora robusta e decisa, ora tenera e appassionata: sono, in succinto, le qualità fondamentali che caratterizzano questo grande poeta dell’orchestra.” Così il musicologo Guido Pannain descriveva il genio di Vivaldi, parlando di innovazioni che hanno segnato il confine di un’epoca, liberando la scrittura musicale dai residui speculativi di una concezione che ancora la percepiva come manifestazione dell’ordine cosmico attraverso l’arte del contrappunto. Tutto dedicato al grande maestro del barocco il concerto degli Europa Galante al Petruzzelli di giovedì scorso, con una performance apprezzatissima dal pubblico di Fabio Biondi. Vivaldi osava andare oltre le consuetudini della musica del suo tempo, con lunghi e coinvolgenti passaggi all’unisono, apparentemente privati di valore costruttivo. La tensione degli intervalli estesi, l’ossessività ritmica, lo spregiudicato impiego della dissonanza, l’apparente rottura di continuità attraverso le pause, i meravigliosi accompagnamenti frammentati dal doppio significato, tutti elementi che sembravano allinearsi ad un principio compositivo che sfociava nel desiderio di giungere a una più ampia libertà individuale. Caratteristiche destinate poi a diventare il fondamento della moderna sensibilità musicale di oggi. Tra le opere eseguite durante un concerto degno di entrare nella storia, merita una menzione speciale la Sinfonia dalla Serenata La Senna Festeggiante, composta da Vivaldi nel 1726 per celebrare la città di Parigi, e un’occasione speciale della corte francese con dedica al re di Francia Luigi XV. Si tratta di una serenata allegorica, un genere musicale tipico del periodo Barocco che unisce elementi teatrali e musicali per celebrare eventi o personalità importanti. Composta probabilmente per l’ambasciata francese a Venezia, la sinfonia che apre l’opera è un pezzo strumentale in tre movimenti che introduce l’atmosfera solenne della serenata. l’Allegro molto iniziale presenta un ritmo energico e vivace che parte con una fanfara di archi creando un’atmosfera festosa. Incantevole il dialogo tra le sezioni di archi che si articola in dinamiche contrastanti, creando una sorta di intercalare melodico tra le voci. Segue il Largo, un momento di contemplazione in cui una melodia lenta ed espressiva ricorda le amenità del paesaggio fluviale. L’uso di accordi armonici sospesi, in questo caso, conferisce un senso di rivelazione prospettica. Nell’ Allegro finale ritorna poi l’energia del primo movimento, con un tema più articolato che spicca per il virtuosismo degli archi. Vivaldi riesce a creare una perfetta e spontanea architettura musicale con mezzi semplici e, come per esempio lo stacco di contrappassi, quasi sempre asimmetrici e con alternanze di sonorità. Il suo stile non è più architettonico alla Corelli ma quasi paesaggistico. Esso rimane per molti versi ancorato alle solide quinte ma già inizia ad aprirsi a sfondi e ad immaginari che lasciano intravedere, in un giusto equilibrio di prospettiva, atmosfere nuove. I grandi contrasti dinamici vivaldiani, spesso non compresi e criticati all’epoca, così come lo straordinario contributo di Bach, rappresentano il dialogo aperto dell’umanità verso un futuro sconosciuto ma già profeticamente immaginato, le lontane origini di quella che oggi è la nostra musica Rock e Jazz.
Rossella Cea
Pubblicato il 12 Novembre 2024