Cronaca

Ex Fibronit, la parola ai giudici per la sentenza

Ci siamo: quasi arrivato il momento della verità (almeno giudiziaria in via amministrativa di primo grado) per i lavori di bonifica necessari a ‘tombare’ definitivamente una delle aree più inquinate dello Stivale. Infatti il mese scorso è stato il sindaco in persona ad aver accolto con non poca soddisfazione le decisioni del Tribunale Amministrativo della Puglia proprio sulla vicenda Fibronit: “Prendo atto che il presidente del TAR Puglia, accogliendo l’istanza di anticipazione e unificazione dei ricorsi Fibronit, ha fissato l’udienza di domani,  18 novembre, in anticipo rispetto alla data originariamente programmata. Questo consentirà all’amministrazione comunale di ottenere quanto prima una decisione del Giudice amministrativo, che ci permetterà di definire in maniera celere il procedimento e disporre l’immediato inizio dei lavori di bonifica”. Infatti è stato più di sei mesi or sono e precisamente ad aprile scorso, che i giudici del Tribunale di piazza Massari avevano rinviato la sentenza in seguito a uno dei tanti ricorsi presentati dopo l’affidamento dei lavori, l’anno scorso. All’incrocio tra i rioni Madonnella, San Pasquale e Japigia di Bari dopo che il Comune aveva finalmente aggiudicato definitivamente l’appalto da 10 milioni euro, “”massimo il prossimo autunno ripartiranno i lavori per la seconda e definitiva bonifica””, prometteva l’assessora mancata all’Ambiente della prima giunta Decaro, Maria Maugeri. I lavori erano stati affidati, infatti, all’Associazione temporanea di impresa “Emme Soluzioni Ambientali/Daneco impianti Spa” da Bergamo. In effetti, dopo l’aggiudicazione provvisoria risalente a poco meno di un anno fa, c’è voluto parecchio tempo per le verifiche riguardanti il possesso dei requisiti da parte delle imprese aggiudicatrici, anche perché, come prescrive la rigorosa normativa sugli appalti pubblici, la stazione appaltante –e cioè il Comune di Bari- ha dovuto chiedere la documentazione anche alla impresa seconda classificata nella graduatoria definitiva a seguito della gara, ovvero alla ‘Teorema’ da Acquaviva delle Fonti. La stessa ditta, come si ricorderà, che si occupò a suo tempo della prima bonifica. E che dovrà attendere il responso dei giudici amministrativi di piazza Massari, anche se poi magari, si sa, dopo ci sarà sempre un altro ricorso di secondo grado e così via. Insomma, quanto tempo ci vorrà per la ‘tombatura’ definitiva dei rifiuti di amianto, per aprire la strada alla realizzazione del grande parco verde? Da quando è stata avviata la rimozione in sicurezza di 1600 tonnellate di amianto abbandonato su tetti, pavimenti e muri dei capannoni, poi trasportate in una discarica specializzata nel settore in Germania, c’è stato spazio solo per i ricorsi e controricorsi, revoche di aggiudicazione e affidamenti in via provvisoria, senza nulla di concreto. Si apre quindi un altro capitolo giudiziario, dopo il rinvio di ottobre, un vero e proprio ‘inghippo’ che potrebbe causare ancora ritardi nell’avvio del cantiere, previsto, in un primo momento proprio per la fine di quest’anno. Nel momento in cui finalmente gli interventi partiranno, il Comune (che già nel 2005 rese inedificabile l’area), avvierà le procedure per la realizzazione di un grande parco verde, dedicato alle vittime dell’amianto. Ancora pochi giorni e poi da dopodomani, forse, con il responso ‘anticipato’ in extremis dai giudici amministrativi di primo grado – che entreranno nel merito di ricorsi e controricorsi – a mettere mano alla bonifica saranno finalmente gli operai con le loro ruspe, e non più giudici e avvocati. Almeno si spera…

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 17 Novembre 2015

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