Cronaca

Ex Liceo Socrate in via Fanelli, mancavano i liquami a cielo aperto

Siamo nel complesso dell’ex Socrate in via Fanelli, da tempo occupato da “senza fissa dimora”, disoccupati, precari e migranti, ma non è tanto l’occupazione a preoccupare i residenti, bensì i problemi statici dell’immobile e le scarsissime condizioni igienico-sanitarie in cui versa la struttura. Cominciamo da queste. “Quello che le foto scattate da chi abita nei pressi dell’ex Socrate di via Fanelli dimostrano i liquami, anzi, meglio veri e propri sversamenti della fogna su strada, una condizione a dir poco raccapricciante al giorno d’oggi”, spiega Danilo Cancellaro, presidente dell’associazione “Sos Città” sempre più attiva a mano a mano che si avvicina la tornata amministrativa in Città. “La cosa peggiore di questa storia –incalza Cancellaro – è che il problema della fogna è un problema che i residenti denunciano e sopportano da tempo. Molti i disagi: dai cattivi odori alla proliferazione di insetti. C’è bisogno di un intervento pertanto chiediamo al sindaco di farsi carico della segnalazione e di intervenire quanto prima per la definitiva risoluzione”. Il vero problema è che non cambia niente nonostante articoli sui giornali, interrogazioni e denunce su un immobile fatiscente e inagibile che, secondo alcune perizie tecniche, è tuttora a rischio crollo, causa alcuni pilastri pericolanti. Tutto da verificare allo stato attuale, certo, com’è stato chiesto con una missiva indirizzata un paio di anni or sono perfino al rappresentante del Governo a Bari, dopo l’accordo, sottoscritto dall’ex presidente Vendola, dal direttore generale dell’Istituto Autonomo Case Popolari Sabino Lupelli, dal pro rettore vicario del Politecnico, Loredana Ficarelli, dal vice presidente di Formedil, Ignazio Savino, dal presidente di Ingegneria Senza Frontiera, Claudio Vinci e dal vice presidente dell’associazione “Socrate”, Solomon Taffare. Non s’è mossa foglia. E dopo? “L’amministrazione comunale – dichiarava raggiante poco prima di essere eletto Michele Emiliano, impegnatissimo nella sua campagna elettorale – ha tentato di applicare il principio di uguaglianza previsto dall’art 3 della Costituzione, a tutti gli esseri umani. Nel caso dell’ex Socrate, abbiamo prima gestito la fase dell’occupazione abusiva, poi i rapporti tra gli occupanti e il quartiere, infine abbiamo avviato e portato a termine l’iter per consentire la fruizione legale dell’immobile. Siamo dunque partiti da una situazione di illegalità, che trovava giustificazione nello stato di estrema necessità, per poi a tracciare una strada nuova dal punto di vista amministrativo”. Anche gli altri politici ringraziavano i residenti del quartiere per lo spirito di accoglienza dimostrato. L’ex Liceo per il governatore pugliese doveva diventare un luogo di “seconda accoglienza legale”, grazie al protocollo di cui sopra. La vecchia scuola abbandonata, bisogna a questo punto rammentarlo,  era diventata tetto, speranza e riparo per circa un centinaio di rifugiati politici e profughi, di nazionalità eritrea, etiope e sudanese con l’ausilio di un “Comitato di supporto Socrate Occupato” che, come detto, ha sostenuto l’occupazione ponendosi da intermediario nei confronti della popolazione barese e delle istituzioni, Comune e inizialmente anche Provincia di Bari in prima linea. Poi nel 2011 l’”Associazione Socrate” formata dagli stessi rifugiati, il comitato di supporto e “Ingegneria Senza Frontiere-Bari” hanno cominciato a collaborare, intraprendendo un processo di auto-recupero della struttura scolastica, di proprietà del Comune di Bari, allora dichiarata inagibile. Poi la svolta: a Febbraio 2012 è stato presentato al Comune uno studio di fattibilità da parte degli enti preposti, attraverso finanziamenti pubblici mirati, di recupero e ristrutturazione dell’immobile, con la partecipazione degli stessi occupanti dell’immobile. Ma il progetto partito con la firma della convenzione non tiene conto dei problemi strutturali dell’immobile: un ex condominio con una sola via di uscita, già dichiarato inagibile dalla ex Provincia di Bari per problemi strutturali quando lo restituì al Comune, nel lontano 2004. Se n’era accorta, come detto all’inizio, la consigliera comunale Irma Melini ora si candida a guidare la Citta’ e che due anni fa ha scritto una missiva direttamente al Prefetto di Bari – oltre che a Sindaco e Assessore ai Servizi Sociali – chiedendo di verificare le condizioni in cui vivono i rifugiati. Nel mirino agibilità e staticità dell’ex Liceo Classico, da tempo ricovero o residenza per migranti da qualche giorno immersi anche nei liquami, tanto per non farsi mancare nulla.

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Maggio 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio