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Ex mercato coperto: “Da qua non ce ne andiamo…”

Esiste a Bari una struttura pubblica di oltre 6 mila metri quadrati, un tempo adibita a mercato coperto, abbandonata a degrado e incuria da oltre due anni. Nelle stanze del Comune, proprietario dell’immobile, non esistono piani e progetti di recupero nonostante la pubblicazione d’un bando per cederlo ad enti e associazioni, finito nel nulla. Insomma, niente di niente, solo l´inedia di fronte a un bene della comunità che andava svalutandosi con il tempo. Alcune volte, tuttavia, il lassismo e l´incapacità politica nascondono una vera e propria progettazione sommersa. Il Comune di Bari, infatti, dopo aver finanziato a arricchito l´ennesimo palazzinaro per costruire un mostro di cemento completamente inutile e poco funzionale, sembrava guardare con sornione compiacimento lo stato in cui versava la struttura. Un notevole e sostanziale tracollo del valore di quel bene avrebbe, infatti, spinto lo speculatore di turno ad acquistarlo a cifre meramente simboliche, magari per creare un altro bell’autosilo privato, visto che l´unico problema che ha la città sembra quello della carenza di parcheggi-auto. Ebbene, la filiera lunga che unisce costantemente politica, palazzinari e speculatori, una volta tanto è stata spezzata. Un gruppo di giovani, occupando abusivamente l´ex mercato coperto di Poggiofranco e riuscendo in breve tempo a trasformarlo in un centro di socialità e cultura (per mezzo di impegno volontario e gratuito), ha dimostrato che una parte della città ha ancora percezione di ciò che rappresentano i beni comuni e intende tutelarli, se non rivalutarli. Un movimento dal basso, senza partiti e sindacati, s’è riappropriato poco più d’un anno fa di quel mostro di ferro e cemento e l’ha messo a disposizione di una parte della cittadinanza. Quella che da tempo lamenta, a Bari, la carenza di luoghi destinati ai giovani, alla musica e alla cultura che non appartengano al giro iperesclusivo del profitto privato o dei lauti finanziamenti pubblici regionali (per intenderci, la lobby messa in campo dal governatore Vendola, una serie di menestrelli asserviti e funzionali a campagne elettorali in ambito locale e nazionale, la chiamano Pugliasounds). Si perché è diventato difficile, a Bari e in Puglia, concepire un momento di socialità slegato da una campagna elettorale o dal guadagno di un imprenditore, spiegano ancora i ragazzi del comitato occupante sul loro social-network. Così, fuori dalle solite logiche spartitorie, accadde l´irreparabile: mentre il mostro di cemento si riempiva in un anno di gente e di colori, l´amministrazione comunale si mangiava le mani perché l´auspicato piano di locazione andava a farsi benedire. I cittadini di Poggiofranco sbraitavano perché il loro quartiere bomboniera veniva aperto al resto della città, i gestori dei locali si lamentavano per il calo del pubblico, partiti e sindacati bofonchiavano perché qualcuno dimostrava loro che esiste un modo diverso di fare politica. A quel punto era evidente che il Mercato Occupato era una vera e propria bomba in grado di far esplodere diverse contraddizioni nella “città senza parcheggi” aperta ai palazzinari, soprattutto quelli ben agganciati al Palazzo e rappresentati in Giunta Municipale.
 
Il Comune tenta la via del riutilizzo, ma….
 
Un giorno, come un raggio di sole in una giornata di pioggia, arriva l´idea politicamente corretta per risolvere il tutto, firmata dall´assessore al Patrimonio, Gennaro Palmiotti. Un bando di riutilizzo aperto alle associazioni, le cui condizioni proibitive (spese di utilizzo e messa a norma a carico del richiedente, comodato d´uso revocabile in qualsiasi momento) avrebbero garantito l´assenza di richieste concrete. Un bando che pare ricalcare la solita strategia del “fingersi scemi”, la cifra del centro-sinistra italiano. Infatti, anche se la procedura di gara per la locazione e riqualificazione della vecchia struttura mercatale di via Carrante è ancora in corso, di richieste concrete quasi certamente non ne arriveranno: chi potrà pagare l´affitto e lavori di rimessa a norma? E infatti l’assessore al Patrimonio ha già dichiarato: “se non dovessero essere arrivate proposte per affittarlo (da parte di associazioni in grado di adempiere alla finalità culturale proposta dal bando, ndr), potrebbe essere ceduto a chiunque abbia le carte in regola (i soldi, ndr) per restituire decoro alla struttura e a Poggiofranco (per fare magari un bell’autosilo, ndr)”. L´infelice valenza di affermazioni come questa non è infatti una novità per l´amministrazione Emiliano. Occorre ribadire, dunque, che gli occupanti dell´ex mercato coperto non intendono lasciare la struttura e sottolineano nuovamente la malapolitica della giunta Emiliano nell´ ambito della gestione del patrimonio comune, delle politiche giovanili e culturali. Le ultime parole dei ragazzi appartenenti al comitato che occupa il mercato occupato non sono nuove, ma suonano come l’eco dello spirito nuovo che aleggia dappertutto in Italia, dopo elezioni amministrative e referendum: “”Se vorranno mandarci via dovranno assumersi le responsabilità politiche di uno sgombero motivato da logiche che presuppongono una gestione lobbistica degli immobili appartenenti alla comunità. Noi resisteremo””. E lunedì prossimo, 20 giugno, nell’ex mercato coperto di Poggiofranco ci sarà un’assemblea pubblica, aperta a tutta la cittadinanza, per spiegare come continuerà a funzionare questa gestione orizzontale di ciò che appartiene alla comunità barese.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 16 Giugno 2011

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