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“Fa acqua da tutte le parti il progetto di mettere le mani sui fiumi abruzzesi”

Scelte scriteriate, quelle operate dall’Acquedotto Pugliese che, invece di evitare le migliaia e migliaia di dispersioni lungo le sue condotte, preferisce investire per altri grandi, quanto inutili e costose, grandi opere. “Una follia che costituirà un gigantesco affare per chi mettesse le mani sul mega-appalto”, attacca subito a testa bassa il Partito della Rifondazione Comunista, associandosi alla protesta del ‘Forum Abruzzese’ dei Movimenti per l’Acqua contro la riproposizione del progetto di captazione delle acque dall’Abruzzo alla Puglia. Il segretario nazionale del partito, Maurizio Acerbo, insieme al segretario provinciale pescarese, Corrado Di Sante, hanno invece suggerito di investire le risorse per “risolvere il grave problema delle perdite idriche”, chiamando alla mobilitazione la società abruzzese. “Il progetto che bloccammo nel 2003 – affermano Acerbo e Di Sante – era sponsorizzato dalla destra. L’attuale presidente dell’Acquedotto è un ex Forza Italia nominato da Michele Emiliano con il consueto trasformismo che caratterizza la politica italiana. Si tratta di un progetto mai pensato nè dall’acquedotto pugliese né tanto meno dallo Stato, ma da una multinazionale specializzata in grandi opere. All’epoca presentammo tonnellate di studi e il Governo fece marcia indietro”. “Ora che, in un momento di crisi idrica, ricompare questo progetto, tra l’altro con questa sponsorizzazione trasversale – aggiungono i due attivisti abruzzesi – vogliamo conoscere la posizione della Regione Abruzzo: difende l’acqua? I parlamentari abruzzesi e il Governo, da che parte si schierano? Porremo la stessa questione in Puglia”.  E non è finita. “Queste mega-opere servono a chi deve vincere il mega-appalto. Se si hanno miliardi da spendere ä meglio spenderli per riparare le perdite, visto che metà dell’acqua va dispersa, sia in Puglia e sia in Abruzzo. Noi ci associamo al Forum H2o, di cui facciamo parte da sempre, contro questo progetto”, concludono gli esponenti Prc. Ma la richiesta di raddoppiare la sua efficienza riparando le condotte è stato anche il Wwf Abruzzo.”La Puglia – si legge in una nota – che vorrebbe intubare e trasferire nelle proprie obsolete reti acqua prelevata dalle sorgenti del Pescara, area tutelata dalla Comunità Europea per le sue importanti peculiarità naturalistiche, spenderebbe certamente di meno e con migliori risultati riparando le proprie condotte invece di impoverire la portata del maggior fiume abruzzese con danni enormi, diretti e indiretti, anche per la qualità delle acque di balneazione. Facendo investimenti mirati a migliorare la rete, potrebbe forse avanzare qualche soldo anche per un corso di aggiornamento sull’ambiente fluviale, sul ciclo dell’acqua e sulle direttive europee da riservare a quei dirigenti dell’Acquedotto Pugliese che hanno affermato che l’acqua dell’Abruzzo viene ‘sprecata’. Dunque, torna nel mirino degli ambientalisti il progetto da oltre 1 miliardo di euro già contestato una ventina di anni fa, inserito in una vecchia legge-obiettivo smantellata nel 2003, dopo la “scoperta” di una delibera dell’allora Giunta regionale abruzzese che vedeva coinvolti anche personaggi legati a una multinazionale statunitense, la <<Black and Veatch>>, e la costituzione di una società proprio per gestire l’affare. Ci furono interrogazioni parlamentari per arrivare a una vera e propria sollevazione popolare, con una riunione convocata d’urgenza a L’Aquila in cui, davanti a centinaia di persone, l’allora dirigente Caputi della Regione Abruzzo fece marcia indietro, dichiarando irrealizzabile il progetto. Allora, cos’è cambiato da allora nei rapporti tra regione Abruzzo, regione Puglia e Acquedotto Pugliese? Forse l’Aqp farebbe bene a rivedere certi suoi piani rimasti nel cassetto per tanti, troppi anni, puntando più decisamente su quell’efficienza che significa innanzitutto decidersi a riparare le sue reti-colabrodo, come detto sopra. Anche perché, e a via Cognetti tecnici e amministratori dovrebbero saperlo, i due fiumi tornati al centro dell’attenzione per l’attuazione del megaprogetto (Aterno e Pescara) sarebbero sotto stress, come affermano senza tema di smentite associazioni e reti ambientaliste locali.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Agosto 2020

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