Fa ancora paura l’amianto dei capannoni ex Gaslini
Si sono preoccupati molti a Palazzo di Città, quattro anni fa, dopo che e’squillato l’allarme ARPA sul grado ed inquinamento da amianto riscontrato a seguito dei sopralluoghi nel sito dell’ex Gaslini. Allora fu il Direttore dell’Agenzia Regionale alla Protezione dell’Ambiente a confermare che sulle tettoie de capannoni ex Gaslini vicino all’ex stadio della Viittoria ci fosse amianto. Tant’è che all’epoca, d’accordo con l’Amministrazione, in sede di approvazione del progetto preliminare, l’Arpa aveva imposto alla ditta proponente del piano di programma un Piano di caratterizzazione per la successiva bonifica del sito stesso. Ora quell’intervento approvato in Consiglio Comunale pare tramontato, ma l’ex assessore comunale Giuseppe Loiacono, vuole ancora vederci chiaro in questa vicenda. Anche perchè lui fu uno dei pochi, nel corso della seduta consiliare di approvazione dell’accordo di programma ex Gaslini, a votare contro. Perciò Loiacono da tempo ha spedito una lunga e dettagliata interrogazione a Sindaco, assessore all’Ambiente e assessore all’Urbanistica, partendo proprio dalla delibera di Consiglio Comunale del 4 agosto (n° 2006/00090) di ratifica dell’Accordo di Programma tra Regione Puglia e Comune di Bari per il recupero e riqualificazione delle aree ed immobili relativi allo stabilimento EX Gaslini. Un accordo, ricorda l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Loiacono, finalizzato alla realizzazione di un polo produttivo-terziario, che nel riportare tutti i passaggi dell’istruttoria della pratica “…non ha riferimento alcuno circa l’eventuale inquinamento da amianto”. Lo stesso provvedimento, nel riportare i contenuti della Conferenza di Servizio svoltasi otto mesi prima di quel consiglio, precisamente il 7 ottobre del 2005, in particolare esplicita le osservazioni rappresentate dal Comune di Bari-Ripartizione Ambiente. Osservazioni in cui si afferma di far rinvio alla nota prot. n. 222586 del 20.9.2005 e si resta in attesa di acquisire informazioni sufficienti ad individuare i possibili impatti provenienti dalle lavorazioni in passato svolte”. Tutto piuttosto vago, dunque, tanto che quella lettera riportava testualmente: “Atteso che l’intervento proposto interessa un sito industriale dimesso si evidenzia che nei documenti trasmessi non vengono fornite informazioni sufficienti ad individuare i possibili impatti provenienti dalle lavorazioni in passato svolte e dalle tipologie impiantistiche a suo tempo utilizzate”. Nell’interpellanza rivolta al sindaco Emiliano e all’ex assessora Maugeri, era chiaro che le lavorazioni del sito dimesso riguardavano essenzialmente materiali oleosi per la produzione di cera e simili e che evidentemente il Piano di caratterizzazione richiesto dall’ARPA, successivamente prodotto dai privati promotori della proposta, si riferirebbe agli accertamenti del grado di inquinamento del sottosuolo prodotto esclusivamente da tali lavorazioni. E non anche, spiega ancora Peppino Loiacono, dalla presenza di amianto. Ma non basta. “Della possibile presenza di amianto non si fa riferimento alcuno, se non in sede di dibattito di ratifica dell’accordo da parte del sottoscritto, come peraltro risulta dallo stralcio degli interventi”, osserva ancora Loiacono. Che perciò desidera sapere da Sindaco e assessori competenti se il Piano di Caratterizzazione presentato dal privato ed acquisito dalla Conferenza di servizio riguarda esclusivamente l’inquinamento prodotto nel sottosuolo dai materiali di lavorazione o anche dalla presenza di amianto. E nel frattempo, qualora la Caratterizzazione non riporti il livello di inquinamento da amianto, sarebbe bene capire se non sia anche il caso di revocare il provvedimento di ratifica dell’Accordo di agosto scorso “in autotutela” dal Consiglio Comunale. In quanto, conclude l’ex assessore ai Lavori Pubblici, al momento della sua approvazione nessuno sapeva niente, almeno ufficialmente, della presenza di inquinamento da amianto.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 29 Aprile 2011