Cronaca

Fa ancora paura quell’enorme parete rocciosa a Cava di Maso

 

Riflettori daccapo puntati sull’ex Cava di Maso, la mega-area a verde nel comprensorio Santa Rita dal portavoce Consigliere del Movimento 5Stelle al Municipio IV di Bari, Vito Saliano. IL quale oltre 5 mesi fa ha presentato “formale interrogazione” al Presidente del Municipio per ottenere informazioni sui rapporti sulla stabilità della parete rocciosa, effettuati dai tecnici, e in merito all’attività di vigilanza sull’area, vista la recinzione perimetrale e il cancello principale divelti. Ebbene, <<…a distanza di oltre cinque mesi non è giunta alcuna risposta dal Presidente e comunque non sono stati posti in essere interventi per impedire l'accesso all'ex Cava di Maso che è liberamente utilizzabile come discarica, anche di auto bruciate>>. Ora ci sono le foo a corredo dell’articolo e soprattutto della missiva che Saliano non ha potuto fare a meno di inviare alla sede del Municipio IV. <>. E il consigliere municipale fa bene a preoccuparsi e a chiedere insistentemente spiegazioni, trattandosi di dare spiegazioni sulla zona sconvolta più di dieci anni fa, quando un muro di fango si riversò nella ex cava di maso, nel quartiere S. Rita dove la seconda giunta di Cagno Abbrescia aveva deciso di erigere campetti e giochi per i bambini. Ma dal 2005 l’area necessita ancora di interventi per evitare altri rischi idrogeologici, ma fatto sta che dopo anni di abbandono, un progetto accantonato e poi finalmente rivisto e corretto, con l’arrivo di ben 4 milioni e mezzo di euro, entro la fine del 2015 doveva essere affidato l’ appalto per la messa in sicurezza della parete nord della cava su cui ci sono numerosi palazzi. Bisogna anche dire che i lavori di consolidamento del costone e iniezioni di cemento dovevano iniziare già entro aprile/maggio 2016 e durare un anno e mezzo. Un appalto da 4 milioni e 100mila euro gestito dal commissario per il rischio idrogeologico, con una mezza dozzina di ditte in gara. Ma la storia di Cava di Maso è stata sempre molto travagliata: una stringata, ma dettagliata interrogazione sui lavori di stabilizzazione della parete nord a “Cava Di Maso” dell’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici Peppino Loiacono, proprio per avere notizie di quei lavori. Costo di 6 milioni e 700 mila euro. La Regione Puglia, infatti, ha confermato il parziale finanziamento di ben 4 milioni e 430 mila per la realizzazione del progetto stralcio con fondi Ministeriali di cui al DPCM 28.10.2005, mentre risulterebbe già redatto dal prof. Vincenzo Cotecchia, ma non c’è certezza in merito, il progetto definitivo per l’intero importo di 6 milioni e 700mila. Di certo, però, il progetto affidato all’esterno dal Comune non è stato ancora approvato. Ma andiamo avanti. Con delibera di Giunta Municipale  n° 293 del 1 giugno 2011, è anche stato approvato un progetto più generale, dell’importo di 13 milioni e 527 mila euro, che non riguarda solo l’intervento di consolidamento statico della parete della cava, ma interesserebbe tutta l’area circostante, compreso l’intervento già realizzato della continuità della sponda sinistra del Torrente Picone nel tratto che lambisce la ex cava Di Maso. Questo provvedimento, precisava Loiacono nella sua interrogazione di parecchi anni fa, non avrebbe consentito e legittimato, tra l’altro, l’inserimento del progetto di stabilizzazione della parete, nell’elenco annuale per mancanza dei requisiti,  ai sensi dell’ art.14 comma 6, in quanto si tratta di uno studio di massima non riguardante l’intervento specifico e, peraltro, di importo diverso. Un vero pasticcio. Eppure l’Assessore ai Lavori Pubblici Lacarra dichiarò, sul massimo quotidiano locale, che il progetto stralcio di  4 milioni e 430mila euro era già quasi pronto nel 2011 e che in qualsiasi momento l’Amministrazione potrebbe approvarlo ai fini dell’ottenimento del finanziamento Regionale. E allora, domandava Loiacono al primo cittadino e allo stesso Assessore, il percorso burocratico che ha condotto a finanziamenti e progettazione per la stabilizzazione della cava di Maso, è legittimo? E le dichiarazioni dell’Assessore Lacarra, trovano riscontro effettivamente negli atti dell’Ufficio Tecnico Comunale? E ancora, il progetto stralcio, è stato effettivamente redatto e consegnato al Comune, atteso che la mancanza dello stesso potrebbe determinare la perdita del finanziamento stanziato dal Ministero tramite la Regione? Tutte domanda ancora senza risposta, che sembrano un vero e proprio pasticcio tecnico-burocratico e amministrativo, mettendo a rischio a rischio, almeno nell’immediato, i lavori di stabilizzazione e sicurezza nell’ex cava di Maso.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Gennaio 2017

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