Falsi volontari e false onlus nel 118: “riformiamo la rete”
“La rete dell’emergenza-urgenza in Puglia va riformata. Per questo chiediamo la calendarizzazione immediata della nostra proposta di Legge che presentata oltre un anno e mezzo fa”. A dichiararlo è il consigliere del M5S Mario Conca, in seguito alla discussione sulla rete dell’emergenza-urgenza che si è tenuta in III Commissione Sanità. Ma qual è il problema, di preciso? “Non si può – chiarisce il consigliere regionale pentastellato – lasciare la rete del 118 appannaggio di Onlus che purtroppo spesso lo sono solo sulla carta, dal momento che sfruttano il lavoro di volontari che arriveranno alla pensione senza oneri contributivi dopo essere stati mal pagati in nero con fondi pubblici. Medici convenzionati che litigano tra di loro per l’assenza di tutele, centrale operativa e coordinamento territoriale che non viaggiano all’unisono, inappropriatezza e mancata adozione del NUE112, rendono la questione non più derogabile. Una situazione per la quale abbiamo presentato anche un esposto alla Procura di Brindisi. Si tratta di vicende gravissime – incalza Conca – sulle quali bisogna intervenire con urgenza, internalizzando il servizio, come abbiamo chiesto con la nostra proposta di legge. La politica regionale non può continuare a far finta di niente, in questo modo i problemi della rete dell’emergenza-urgenza in Puglia non potranno far altro che aumentare – conclude – a scapito del personale medico e della salute dei cittadini ”. È così torna al tavolo dei politici e amministratori regionali la richiesta di chiarire il ruolo delle associazioni di volontariato nella gestione degli interventi emergenziali con la stessa Regione Puglia. La funzione di pubblica utilità, assicurata quotidianamente nelle postazioni dell’intervento emergenziale “118” rappresenta da tempo una priorità, ma solo sulla carta, senza riuscire mai a raggiungere finalmente un confronto teso a fugare ogni incomprensione e consentire una ricognizione di tutti gli aspetti e problemi. Si tratta, come ha fatto il consigliere Conca, di riattivare il tavolo tecnico, anche in risposta all’impegno che migliaia di volontari e non esercitano ogni giorno, non solo nelle postazioni del 118 ma anche in altri servizi. Un ruolo di pubblica utilità del quale la comunità è consapevole, dal momento che i cittadini vedono indiscutibilmente nelle Associazioni un presidio di sicurezza e di soccorso. Ed ora un po’ di storia. Dopo un’attesa durata anni, anni e anni ed una lunga serie di ritardi accumulati nelle stanze regionali addette alla Sanita’, nel 2004 e’ finalmente partito anche in Puglia –ed in particolare nel capoluogo- il servizio di emergenza “118”. Ma gli ingranaggi della macchina burocratica ed amministrativa non s’e’ ancora perfezionata, nonostante i tredici, lunghissimi anni trascorsi, anche per colpa di problemi organizzativi riferiti soprattutto al personale medico e paramedico, non ancora assunto e distribuito sul territorio non ancora al meglio. Ma ci sarebbe anche da parlare delle “anomalie” che contrassegnano, come puntualizzano le associazioni di categoria, i corsi di riqualificazione del personale. E partiamo dai problemi logistici che attanagliano ancora gli operatori del “118”, visto che a Bari per non pochi autisti e infermieri del servizio d’emergenza restano in piedi ancora alcuni problemi di dotazione delle divise arancione con la scritta che li contraddistingue quali “Operatori del Servizio 118”. Fino a non molto tempo fa gli operatori distaccati presso l’Azienda Policlinico Consorziale, ad esenpio, ne erano ancora totalmente privi, mentre all’Ospedale San Paolo per mesi sono stati dotati del solo giubbotto. Ma anche i rappresentanti sindacali stanno premendo da tempo sull’Assessore regionale alla Sanita’ per regolarizzare la posizione lavorativa di medici, autisti e infermieri, chiedendo d’intervenire urgentemente proprio allo scopo di eliminare queste disparita’ di trattamento economico rispetto alle altre regioni dotate del servizio 118 da molti più anni della Puglia. Tutto cio’, ovviamente, per unificare ed ottimizzare le prestazioni sanitarie di primo soccorso nei confronti del cittadino che ne dovesse aver bisogno. Per tutta risposta spesso la Regione ha chiuso i rubinetti dei fondi nei confronti delle associazioni di volontari che prestano servizio a Bari con i loro mezzi: una situazione grave di cui pero’ nessuno ancora parla, nelle stanze decisionali. Oltre a rivendicare la necessità di internalizzare attraverso la Sanitaservice dell’Asl barese questo fondamentale servizio, così come fatto all’Azienda Sanitaria di Foggia, le associazioni del territorio non hanno mai smesso di fare pressioni per raggiungere un sensibile miglioramento o, ancora meglio, definitivo assestamento del fondamentale servizio in grado di salvare tante vite umane. Pochissime le risposte giunte dalla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Bari, peraltro responsabile del grave ritardo nei pagamenti agli Enti e alle Associazioni che non sono in grado nemmeno di garantire gli stipendi. Contro l’immobilismo regionale innumerevoli le manifestazioni di protesta per risolvere una questione, per concludere, che merita di essere valutata dagli amministratori regionali e dal capo della giunta Emiliano con urgenza, ma soprattutto con raziocinio e buon senso, a tutela della professionalita’ e della dignita’ di non pochi cittadini che svolgono un servizio basilare, a favore esclusivo della collettività. Tante belle parole che, stavolta, non possono finire a rotolare nel vento, trattandosi anche di interventi che possono salvare o meno una vita…
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Dicembre 2017