Cronaca

Famiglie ancora senza allacci per acqua, fogna e gas metano

Le numerose famiglie di cittadini abitanti in Contrada “Pozzo d’Argento” nei quartieri di Carbonara e Ceglie del Campo – in particolare in Strada Santa Maria Vi Salvi e Vico Stazione – sin dal lontano maggio 1998 hanno più volte e con numerose missive e petizioni scritte, richiesto di vedere estesa la rete della fogna bianca, della fogna nera e dell’acqua potabile alle loro abitazioni. Ma nelle richieste rivelatesi infine vane c’era spazio, oltre quindici anni fa, anche per la mancanza dell’allaccio per rete del gas-metano e sistemazione della strada con la posa in opera del manto stradale con la bitumazione e la bonifica delle stesse sotto l’aspetto igienico-sanitario. Sull’argomento è tornato l’ex assessore comunale e vicesegretario regionale del Partito Repubblicano Italiano Peppino Calabrese, rivolgendo l’ennesimo appello scritto a Sindaco e assessori competenti interessandoli nuovamente, ognuna per la parte di propria competenza <<…affinchè definiscano in tempi brevi ed in un quadro di massima concertazione – se non già in itinere – tutte le procedure necessarie per la completa costruzione e/o riorganizzazione dei vari servizi di cui le ricordate strade Santa Maria Vi Salvi e Vico I° Stazione sono sfornite>>. L’obiettivo, giova ripeterlo, è quello di dotare i  residenti dei servizi indispensabili, per una vita dignitosa soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario. A questo punto bisogna anche sapere che i cittadini delle zone indicate, qualora la Civica Amm.ne non provvedesse con sollecitudine alla realizzazione delle opere richieste <<…si vedranno  costretti  ad  adire  la  competente Autorità giudiziaria>>, minaccia ancora una volta nero su bianco Calabrese, mentre un altro anno si avvia sulla china discendente e con esso l’ennesima richiesta  di servizi  e  sottoservizi nelle ex frazioni baresi, in particolare in  Contrada “Pozzo  d’Argento” fra Carbonara di Bari e Ceglie del Campo. A farsene portavoce  ancora una volta i rappresentanti dei cittadini-residenti come Leonardo Lariccia ed il rappresentante del Pri che, come detto, all’inizio di luglio hanno vergato un’altra, lunga e puntigliosa nota già arrivata sulle scrivanie di Sindaco, amministratori civici e circoscrizionali assieme ai dirigenti tecnici delle aziende erogatrici. Una storia lunga e tribolata quella dei servizi primari negati per i residenti delle ex frazioni baresi, iniziata il 2 maggio 1998, quando oltre trenta famiglie di cittadini abitanti nei quartieri di Carbonara e di Ceglie del Campo, appunto in Contrada “Pozzo d’Argento” della strada Santa Maria Vi Salvi, richiesero di vedere estesa la rete di fogna bianca, fogna nera e dell’acqua potabile alle proprie abitazioni. Tra le richieste, successivamente, anche l’estensione della rete del gas metano e la sistemazione della strada con la posa in opera del dovuto manto d’asfalto ed i relativi marciapiedi, quando Calabrese era consigliere comunale, pronto a tornare alla carica (nel periodo comprese fra dicembre 1999 e luglio 2000) con interrogazioni scritte “…affinché fossero predisposti tutti gli atti necessari a soddisfare le legittime aspettative dei cittadini residenti in Contrada Pozzo d’Argento”. E non basta. “Inoltre, affinché risultassero più facili gli adempimenti relativi, in data 24 marzo 1999, i cittadini hanno concesso volontariamente al Comune l’ex strada vicinale Santa Maria Vi Salvi, sebbene il nuovo codice della strada facesse già obbligo di manutenzione ai Comuni sulle strade vicinali”. Ma tutto, inutile dirlo, è rimasto senza seguito, come fosse normale nel 2015 lasciare centinaia di persone nelle loro case senza allacci fognari ed acqua potabile: una vera iattura. Per questo Calabrese ed il portavoce sono tornati all’attacco, decisi più che mai ad interessare ancora una volta Sindaco, assessori e direttori tecnici ed amministrativi, per conoscere lo stato della pratica. E stavolta fanno sul serio per  sapere “…i tempi necessari perché vengano colmate le gravi lacune di cui accennato, onde evitare tutti i disagi ed i disservizi ad esse connessi”, come si leggeva in un’altra lettera inviata a Michele Emiliano e assessori dell’epoca, al fine di garantire la fruibilità di servizi indispensabili come quelli della fogna bianca, della fogna nera, dell’acqua potabile e del gas metano di cui gode oramai la quasi totalità dei cittadini baresi, ma non quelli residenti in Contrada “Pozzo d’Argento”. E se saltasse daccapo fuori la scusa che non ci sono soldi in Bilancio per finanziare i lavori necessari? Peppino Calabrese ha bello pronto il suo asso nella manica. “Si fa presente che le opere necessarie per le strade vicinali esistenti in detta Contrada potrebbero essere finanziate con i fondi destinati per la manutenzione delle Strade Vicinali previsti dalla Legge Regionale n. 1575 del 28.10.2004, oppure con i fondi messi a disposizione dalla Regione Puglia a seguito della calamità naturale abbattutesi in Terra di Bari”, si leggeva tra le altre petizioni inviate a Palazzo di Città anche dai rappresentanti dei cittadini trattati peggio che nel Burundi. I quali confermano che, dato l’elevato numero di istanze riferite a Strada Santa Maria Vi Salvi, se dovessero permanere le condizioni d’inerzia da parte della Autorità competenti, saranno pronti a manifestare pubblicamente i dissensi marciando alla volta di Palazzo di Città. E probabilmente non sarebbe una marcia pacifica, dopo tanti, troppi anni di promesse, impegni a vuoto e raggiri elettorali dei soliti amministratori comunali…

  Francesco De Martino

 


Pubblicato il 11 Agosto 2015

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