Cultura e Spettacoli

Faraualla, brigante da poco

Da dove prende nome la Grave di Faraualla, quest’inghiottitoio carsico che sprofonda sino a – 280 nel territorio di Gravina? Il suo nome potrebbe derivare da ‘foro nella valle’. E se invece risalisse alla leggenda del brigante Faraualla che, una volta catturato, sarebbe stato gettato vivo nella voragine?… Quella del brigante Faraualla è leggenda antica che mai ha ispirato autori, per cui inutilmente si cercherebbero in proposito racconti, romanzi, testi teatrali o anche film, canzoni. Si tratta di una leggenda mai approdata nei centri abitati e rimasta circoscritta alle aspre e spopolate contrade murgiane, che una volta erano habitat esclusivo di lupi, pastori, massari, eremiti… e ricercati. Tra i non pochi fuorilegge che nei tantissimi anfratti rocciosi che il territorio offre trovavano sicuro nascondiglio è possibile configurare questo Faraualla. Se davvero esistette, le sue gesta dovettero precedere quelle degli Insorti che nel periodo immediatamente post-unitario opposero resistenza alla forze del neo nato Regno d’Italia e che un senso sbrigativo della Storia bolla come ‘briganti’. Diversamente, di Faraulalla sarebbe rimasta traccia nelle fitte cronache del tempo e negli incartamenti giudiziari. Faraualla invece fu ‘autentico’ brigante, un altro malfattore da strada che strappava la vita assaltando vetture di posta o derubando inermi viandanti. Una di quelle figure che le antiche litografie (vedi immagine) ritraggono in modo stereotipato : l’archibugio, il cappello a cono e i piedi avvolti dalle ciocie, le calzature tipiche dei contadini e dei pastori di una volta consistenti in ampie suole di cuoio da cui si diramavano strisce che avvolgevano la gamba sino al ginocchio. Un personaggio incapace di lasciare un segno della Storia, per esempio organizzando il rapimento di un possidente ed estorcere un riscatto con cui fuggire sull’altra sponda dell’Adriatico. Una figura il cui raggio d’azione non andava oltre le diedi miglia, perciò ben nota nel triangolo Gravina-Matera-Altamura, tollerabilmente dannosa e perciò snobbata dalle forze di Polizia, forse restie a dar vita ad una caccia all’uomo più costosa in termini di tempo e mezzi di quanto un Faraualla potesse  giustificare. ‘Prima o poi qualcuno farà Giustizia di questo bel galantuomo liberandoci dell’incomodo’. Più o meno questo il ragionamento di ogni Intendente di Polizia. E così forse andò. Pur brigante a basso profilo, un giorno Faraualla la fece grossa? Mettiamo un stupro. Allora tutto un clan famigliare gli si mette alle calcagna. Dai e dai finalmente lo beccano. Eh, povero Faraualla, hai voglia adesso a invocare la mamma e la Giustizia. Ma quale “regolare processo”. Nemmeno il prete, la confessione, l’ostia e l’estrema unzione, Giù, un bel salto dentro un crepaccio così profondo da non vedersene il nome. Un buco nella Murgia senza nome. Come la bocca dell’Inferno.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 21 Marzo 2018

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