Cultura e Spettacoli

Fare castelli in… sabbia

In spiaggia non si gioca più. Per ottimizzare gli spazi e assicurare alla clientela il massimo relax, negli stabilimenti balneari è vietato giocare alle bocce, al tamburello,  al volley. Unico svago consentito resta la scultura in sabbia. Una volta tradizionale divertimento dei più piccoli e limitato alla sola costruzione di castelli, oggi questa pratica vanta professionisti di stupefacente bravura. C’è gente che arriva a riprodurre, persino a dimensioni naturali, statue celeberrime come il Mosè di Michelangelo o la Pietà. Come si fa? I cultori di quest’arte tutto sommato recente suggeriscono di partire dai fondamentali. Prioritario è disporre della sabbia umida al punto giusto, necessaria a realizzare la scultura come a gettare la base della stessa (mai appoggiare l’opera sulla sabbia asciutta: essa assorbe l’umidità del granulato di costruzione provocando una dannosa contrazione nella compattezza degli strati inferiori della scultura). Perché sia ‘giusta’, la sabbia deve essere, oltre che umida, compatta e priva di schegge di legno, sassolini, conchigliette, mozziconi di sigarette e quant’altro possa annullare la continuità di coesione nel granulato. Quanto all’ideale livello di umidità, due sono le strade: mescolare acqua e sabbia asciutta in rapporto di uno a nove oppure cavare il materiale scavando una buca. Già a trenta centimetri di profondità si può accedere ad un ‘filone di cava’ inesauribile. Sistemata la sabbia e cavato il materiale, arriva il momento di cominciare. I professionisti suggeriscono di procedere per sottrazione invece che per accumulo. Ovvero: cavare dal blocco di sabbia la forma desiderata e che si nasconde al suo interno. In tutto ciò non va dimenticato che la sabbia, non essendo creta o plastilina, va ‘scolpita’ come pietra friabile e non ‘modellata’. Quanto agli strumenti di lavoro, qui si parla di mezzi ‘impropri’, cioè oggetti opportunamente sagomati in vista di un determinato effetto o cose di comune reperimento come cucchiai, coltelli, mestoli… Nel corso del lavoro può succedere che la sabbia si asciughi sotto l’azione del sole. Un buon rimedio è un ombrellone che faccia ombra sul ‘cantiere’. In alternativa si può nebulizzare acqua sul lavoro in corso per mezzo di uno spruzzino (alcuni scultori mescolano qualche goccia di colla vinilica all’acqua spruzzata). In ogni caso, lavorare con la sabbia vuol dire rassegnarsi a vedere ben presto queste sculture sbriciolate dal vento, dalla pioggia, e dall’alta marea (quando il manufatto è troppo vicino alla battigia) o dai soliti vandali. Il campionato del mondo di sculture e castelli di sabbia si disputa ogni anno a settembre a Harrison Hot Springs, Vancouver, Canada.

Italo Interesse


Pubblicato il 14 Giugno 2022

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