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Fase 2, giudici e avvocati: ripresa ‘rompicapo’ nei tribunali

L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani, raccontavano e ripetevano a ogni piè sospinto gli storici post-risorgimentali, dimostrando un grande, inguaribile ottimismo. Eggià perché, da centocinquanta anni e passa a questa parte il nostro amato Stivale dimostra di essere ancora un grande, infinito e bel mosaico. Un ‘puzzle’ coloratissimo con tante tessere quanti sono i comuni e i municipi, così diversi gli uni dagli altri ed anche a pochi chilometri di distanza gli uni dagli altri. Figurarsi poi se parliamo di Nord, Centro e Meridione. E peggio ancora la situazione muta anche nel giro di una stessa regione se ci occupiamo di giustizia ed esercizio della giustizia, facendo i conti con la pandemia da Coronavirus. Insomma, proviamo a spiegare come si stanno risvegliando i palazzi di giustizia di tutta Italia con qualche esempio, ma soprattutto come si stanno organizzando cancellieri, giudici, parti, avvocati e testimoni in udienza. Che poi sarebbe la ripresa dei processi, fermi praticamente in tutta Italia nei mesi di marzo, aprile e metà di maggio. Partiamo da Palermo: nel capoluogo siculo e in tutta la regione, solo per restare nell’ambito del diritto di famiglia, le separazioni avvengono solo per via consensuale; ad Agrigento invece solo le giudiziali, in altri capoluoghi le udienze sono sospese e rinviate. Nel penale, sono escluse udienze che prevedano l’assunzione delle prove testimoniali, visto che il teste non si puo’ ascoltare da remoto. Ma saliamo un po’ e arriviamo subito a Bari: nel capoluogo pugliese si prevede in appello la trattazione scritta per le udienze che non prevedono la presenza di soggetti diversi dai difensori. In minima parte in presenza per le indifferibili e urgenti per cui non e’ possibile la trattazione scritta. Al tribunale civile sono celebrate le udienze con trattazione scritta e solo se indifferibili e urgenti in persona. Poche udienze in videoconferenza. Trattazione scritta senza comparizione anche per le separazioni. Nel penale i processi con imputati detenuti si celebrano in aula con imputati collegati da remoto, quelli con imputati liberi si celebrano in aula (massimo 4 imputati). Davanti al giudice di pace si celebrano in aula massimo tre udienze di discussione e massimo due udienze di remissione di querela e accettazione. Una situazione caotica che genera incomprensioni fra i protagonisti della giurisdizione, magistrati e avvocati. E a Taranto, regione Puglia?: “si e’ giunti all’assurdo – scrive l’Ocf – di un giudice di pace che con ordinanza disapplica le ordinanze del presidente del tribunale, dandone comunicazione alla procura; e del presidente del Tribunale che a sua volta diffida il giudice di pace di cui sopra, dandone comunicazione anche lui alla procura”. Viriamo a Ovest e siamo sul Golfo più bello del Mondi intero, a Napoli: la maggior parte delle cause sia civili che penali stanno subendo ulteriori rinvii. Le penali, tranne le urgenti, sono quasi tutte rinviate e non vengono comunicati i rinvii. Per le cause civili che non sono rinviate, i giudici chiedono la trattazione scritta con onere della parte di depositare telematicamente atti gia’ depositati in precedenza in modo cartaceo. Tutto fermo dal giudice di pace. (adl)


Pubblicato il 19 Maggio 2020

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