Cultura e Spettacoli

Fasti e miserie della Scuola (privata)

La nostra scuola pubblica affonda intanto che quella privata si allarga e spiana autostrade a chi può pagare rette da capogiro. Il modello di riferimento, oggi, non è più quello paludato e severo di Salesiani, Gesuiti o Suore della Passione, bensì l’altro, pieno d’albagia e di derivazione anglo-statunitense dove presuntuosetti in divisa fanno da musa ispiratrice a pellicole insipide o serial acquosi. I fautori, ben presenti nel Belpaese, di una scuola-lazzaretto cui s’affianchino Istituti d’élite avranno avuto di che leccarsi i baffi qualche giorno fa quando al Royal per la stagione di prosa del Piccinni è stato in cartellone The History Boys di Alan Bennett (produzione Teatro dell’Elfo). All’interno di un indefinito College si dipana la solita manfrina a base di docenti arrivisti e in reciproca guerra fredda, Presidi pupari e ragazzotti in competizione per acquisire le competenze necessarie a divenire le canaglie di domani. Il tema dello scontro è al centro di un testo vivace e dai risvolti drammatici dove il grande interrogativo (la funzione del Sapere) rimane irrisolto. Il bravo Elio De Capitani (l’affascinante Prof. Hector) confeziona con Ferdinando Bruni una riduzione efficace cui corrisponde una messinscena pimpante e ricca. Accanto ai navigati Gabriele Calindri (proprio lui, il figlio del mitico Ernesto), Marco Cacciola e Debora Zuin si muove un microcosmo giovanile particolarmente versatile, felicissimo nei momenti canori (davvero bravi Giuseppe Amato, Marco Bonadei, Angelo Di Genio, Loris Fabiani, Andrea Germani, Vincenzo Zampa, Alessandro Lussiana e Giacomo Troianiello). Bene le scene, un po’ meno il disegno luci, in alcuni momenti troppo cupo. Nel complesso un buon lavoro che ha raccolto gli applausi convinti della platea. Tutto ciò al di là dell’irritazione che certi temi possono accendere. Vedremo drammaturghi di casa nostra partorire testi che denuncino il pianificato sfascio di un’agenzia formativa a suo tempo efficientissima e anche prestigiosa? Le forze di cui disponiamo giustificano un investimento in tal senso. – Prossimo appuntamento : venerdì 8 febbraio (repliche il 9 e il 10) con un classico del teatro partenopeo : ‘La grande magia’. Luca De Filippo, il grande figlio d’arte, sarà regista e interprete ; suo il ruolo di Otto Marvuglia, illusionista da strapazzo ma abbastanza carismatico da convincere un povero padre di famiglia che sua moglie non l’ha abbandonato, ma che lo attende al chiuso di una scatoletta di legno in suo possesso. Guardato a distanza di sessantacinque anni, La Grande Magia si rivela amara riflessione sulla incorreggibilità di un popolo (quello italiano).

Italo Interesse


Pubblicato il 5 Febbraio 2013

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