Cultura e Spettacoli

Fata della casa, c’è chi dice sì

A Bari, e un po’ in tutto il Sud, c’è l’abitudine entrando in casa, anche se in casa c’è nessuno, di dire buongiorno, buonasera ; analogamente, allora che si esce e l’abitazione resta vuota, è usanza salutare. E se una porta si apre da sola, se una cosa in bilico viene giù, è buona creanza dare il benvenuto a ‘qualcuno’ che visibile non è. In tutti i casi (per chi crede a certe cose) il saluto è rivolto all’entità impalpabile preposta a protezione di quella dimora. Da noi questa entità prende il nome di ‘fata della casa’. La credenza in questione è antichissima. Nella Roma dei Cesari i Lari rappresentavano gli spiriti tutelari, identificati negli antenati, i quali vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà o delle attività in genere ; in loro onore si accendevano lucerne dinanzi a statuette in terracotta, legno o cera poste dentro nicchie (e da noi, presso i ceti popolari, una candela o un cerotto non ardono in una angolo della casa davanti alla foto del caro passato a miglior vita?). Il moderno spiritismo ritiene che queste entità siano ‘assegnate’ ad un’abitazione – allo stesso modo in cui un angelo sarebbe posto a custodia di ciascuno di noi – oppure che vi si ‘insedino’ di propria volontà. C’è chi sostiene di aver visto – e di avervi persino conversato – la fata della casa sotto forma di uomo, di donna, di anziana, di folletto, di bambino (nel qual caso si parla di ‘monacello’), qualche volta sotto forma di cane, di gatto. E che fa la fata della casa? Entità benefica dovrebbe scacciare gli influssi maligni. Non sempre è così, però. Come spiegare che entrando in certi appartamenti l’estraneo prova subito un inspiegabile senso di soffocamento, di rifiuto? Come spiegare che chi vive tra certe mura dorma male, abbia incubi, conosca solo rovesci di fortuna, sia testimone di cose inspiegabili come sparizioni, macchie sui muri, impianto elettrico che va in tilt, elettrodomestici che si accendono e si spengono da soli…? Si dicono ‘infestate’ quelle case di cui abbiano preso possesso anime malvagie o incattivite da eventi legati a quella mura ; è il caso di chi morendo prematuramente e in modo violento all’interno di un fabbricato vi resti ‘incatenato’ per il tempo imposto dai complessi e insondabili meccanismi che regolano il post mortem (ciò spiegherebbe la presenza anche secolare di molti fantasmi nei castelli scozzesi). Che si fa a Bari se la fata della casa invece d’esser d’aiuto rema contro? Chi non può traslocare ricorre al prete. L’aspersione con acqua benedetta di tutti gli ambienti dovrebbe allontanare la fata ‘cattiva’ e richiamare (da chissà dove) quella ‘buona’. Ci sono poi quelli che non credono alla fata della casa e agli influssi nefasti. Sono quelli che riempiono la casa di crocifissi, rametti d’ulivo, palme, corni, ferri di cavallo, scopette scaccia-guai….
italointeresse@alice.it
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 12 Luglio 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio