Fdi apre a un’ipotesi di modifica del blocco dei due mandati: Emiliano di nuovo in corsa?
In Puglia e in Campania il centrosinistra si libererebbe dall'imbarazzo di scegliere i successori di Emiliano e De Luca

L’ipotesi di potersi candidare ad un terzo mandato consecutivo per i presidenti di Regione uscenti e che sembrava tramontata definitivamente dopo la sentenza della Corte costituzionale del 9 luglio scorso, che ha dichiarato illegittima la norma approvata lo scorso novembre dalla Regione Campania per consentire al governatore uscente, Vincenzo De Luca, di potersi candidare per la terza volta consecutiva a presidente, a sorpresa è ritornata nel dibattito politico nazionale. Infatti, a rilanciare l’idea di un possibile cambiamento della norma nazionale che attualmente limita a due mandati consecutivi la possibilità di assumere la carica di presidente di Regione, come è per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti, è stato il responsabile organizzativo del partito di “Fratelli d’Italia”, Giovanni Donzelli, che intervenendo ai lavori della direzione ha ventilato la possibilità di apertura al terzo mandato già dalle prossime regionali. Possibilità, questa, che se fosse effettivamente, presa in considerazione dal Parlamento, quasi sicuramente rimetterebbe in corsa per la riconferma il leghista Luca Zaia in Veneto, ma anche il dem Michele Emiliano in Puglia e De Luca in Campania. In realtà, il segnale arrivato da
Donzelli sulla eventuale possibilità di terzo mandato per i presidenti di Regione potrebbe essere solo tattico, per tentare di creare problemi nel centrosinistra con i governatori uscenti del Pd, ossia De Luca ed Emiliano, e lanciare la palla alla Conferenza delle Regioni, che sul tema del terzo mandato non ha una posizione univoca. In effetti, ha chiarito qualcuno dai piani alti del partito della premier Meloni, al momento da Fdi ci sarebbe la disponibilità a riaprire il dibattito anche in mancanza di unanimità da parte dell’organo presieduto dal leghista Massimiliano Fedriga, perché sul terzo mandato dei governatori non c’è condivisione neppure all’interno di Fdi. E la mossa di Donzelli è vista più come un atto utile a stanare i leghisti e aprire quindi ufficialmente la trattativa sul nome del candidato presidente del centrodestra in Veneto, per il “dopo Zaia”, piuttosto che rimettere effettivamente in discussione il limite dei due mandati anche per governatori regionali. Infatti, è opinione di alcuni addetti ai lavori che dal partito di Meloni si vuole capire quanto Salvini sia realmente intenzionato a sposare la battaglia del terzo mandato a sostegno di Zaia o quanto,
invece, usi la contrarietà di Fdi come scudo per spingere la candidatura a presidente del Veneto del 32enne suo vice Alberto Stefani, in contrapposizione alla richiesta di Fdi a voler, questa volta, essere il partito che deve indicare il nome del prossimo candidato presidente del centrodestra in questa regione. Difatti un big del partito di Giorgia Meloni non ha fatto mistero nel dichiarare che “in Fdi non ci sono preclusioni sul tema”, perciò “ora la palla passa a Salvini”, perché “se il candidato dovesse rimanere alla Lega, in ogni modo, meglio Zaia di Stefani”. Intanto Salvini, dal canto suo, ha esortato a procedere speditamente con la possibilità di terzo mandato, perché – ha dichiarato il leader del Carroccio – “se facciamo veloci” si può approvare la legge che darebbe l’ok al terzo mandato in tempo per le regionali d’autunno”. Quindi, ha affermato ancora Salvini, “se siamo convinti la facciamo, sennò andiamo avanti”, dichiarandosi pronto a incontrare gli alleati, per discutere di tutto quello che serve ai cittadini, compreso la modifica al limite di terzo mandato.
L’atteggiamento dei forzisti di Antonio Tajani sul terzo mandato resta guardingo: “per ora – si è limitato a dichiarare un esponente azzurro – si tratta di vedere che effetto fa” l’apertura di Donzelli. Nelle file della maggioranza di governo c’è una timida apertura a discutere il blocco di due mandati anche da parte di “Noi moderati”, che con Maurizio Lupi hanno affermato: “Siamo contrari al terzo mandato e lo
restiamo, ma riteniamo corretto aprire un confronto all’interno
della coalizione e con le Regioni, nel caso emergesse una
posizione condivisa. Siamo invece critici verso iniziative unilaterali delle singole Regioni”. A questo punto sorge il sospetto che l’apertura di Donzelli fatta alla vigilia dell’indizione delle elezioni regionali possa essere un’iniziativi finalizzata più a fornire un alibi al governo Meloni, per differire le regionali d’autunno alla prossima primavera, piuttosto che ad una concreta volontà a modificare il limite dei due mandati. Infatti, spostando di sei mesi il voto delle regionali si darebbe al leghista Zaia la possibilità di essere presente da governatore alle Olimpiadi invernali programmate da tempo nella sua regione e nello stesso tempo si eviterebbe di aprire da subito un contenzioso all’interno del centrodestra sull’alternanza già richiesta da Fdi, per la guida della coalizione alle regionali. Infatti, mantenendo Zaia al suo posto fino agli inizi del 2026, poi lo si candiderebbe subito a sindaco alle amministrative di Venezia, in modo da assicurare alla Lega ancora un ruolo di primo piano in quella regione. Una diversa lettura, invece, è quella rilasciata da uno degli interessati ad eliminare il blocco dei due mandati, il governatore dem della Campania, che al riguardo ha affermato: “Credo che sia una prova, ancora una volta, di intelligenza politica della Meloni, nel senso che la vicenda delle Regioni rischia di lacerare la coalizione di centrodestra, di aprire un conflitto anche duro tra la Lega e il resto della coalizione,
non sarebbe banale”. Infatti, De Luca ha spiegato che “se la Lega perde Veneto e Lombardia, ha perduto la ragione sociale. Non ha più senso di
esistere”. Pertanto, ha concluso De Luca, se la maggioranza decide di modificare effettivamente la norma dei due mandati, lo si fa in 48 ore. Il governatore pugliese, invece, su questa questione finora ha taciuto ed aspetta di vedere cosa accadrà realmente in Parlamento e, soprattutto, con il decreto governativo per l’indizione delle elezioni. Di certo, però, se fosse introdotta la possibilità di terzo mandato, Emiliano verosimilmente non resterà a guardare che il Pd candidi l’europarlamentare Antonio Decaro a governatore della Puglia. Perché la coalizione pugliese di centrosinistra, in caso di terzo mandato, forse sarebbe già pronta a chiedere la riconferma di Emiliano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 7 Giugno 2025