Cultura e Spettacoli

Fedeltà agli Hohestaufen, i saraceni lucerini

Il 25 marzo 1252, a Landshut, in Baviera, nasceva Corradino di Svevia, l’ultimo Hohenstaufen regnante. All’età di due anni, alla morte del padre, l’Imperatore Corrado IV, gli successe. Ma data la sua tenerissima età, il trono venne occupato (usurpato?) dallo zio Manfredi. Alla morte di questi, sconfitto da Carlo D’Angiò nella battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266, i ghibellini italiani invocarono la venuta di Corradino perché rientrasse in possesso dei regno dei suoi padri, in quel momento nelle mani dei francesi. Benché quattordicenne, Corradino scese in Italia, dove fu bene accolto dappertutto, soprattutto a Roma. Ancora migliore l’accoglienza a Sud. A Lucera, i guerrieri di quella popolosa enclave musulmana non avevano dimenticato il giuramento di fedeltà a Federico, del quale erano stati a lungo la temibile guardia scelta ; non esitarono perciò a schierarsi ancora con gli Hohenstaufen. Sembrava fatta per Corradino ma l’esito disastroso della battaglia di Tagliacozzo del 23 agosto 1268 ne segnò il destino. Tradito dopo la sconfitta, venne consegnato al vincitore, ancora lui, Carlo D’Angiò, il quale senza pietà per l’adolescente (Corradino aveva poco più di sedici anni) lo fece decapitare nell’attuale Piazza del Mercato a Napoli il 29 ottobre 1268. Lucera allora insorse contro il D’Angiò, il quale solo al termine di un lunghissimo assedio riuscì a domarla. Il vincitore comunque conservò la colonia musulmana della città confermandola in tutti i suoi precedenti privilegi, in cambio del pagamento d’un oneroso tributo. Prudentemente, fece rafforzare le difese del Castello e costruire un secondo fortilizio che potesse ospitare un numero di soldati sufficiente al controllo della città. Alla morte di Carlo I la situazione cambiò drasticamente. Il figlio e successore, Carlo II, meditò di risolvere la ‘questione musulmana ‘ di Lucera con una ‘soluzione finale’ ; lo stesso drastico tipo di soluzione che aveva messo in pratica per sbarazzarsi degli ebrei (a Napoli tutti gli ebrei furono  massacrati e i loro corpi ammucchiati nel vicolo, detto da quel momento Scannagiudei). Il piano angioino di ‘ripulitura’ di Lucera prevedeva anche la distruzione della città. L’estrema misura fu assunta nel 1300. L’assalto fu condotto dal conte di Altamura, Giovanni Pipino. A parte le poche famiglie abbienti che avevano optato in tempo per la conversione al Cristianesimo, tutte le altre furono massacrate. E comunque anche una parte di quelli che prima d’essere arrestati avevano rinnegato l’Islam patirono danno, nel senso che ebbero sì salva la vita, non la libertà : furono infatti venduti come schiavi. Si ritiene che questa sorte sia toccata a circa diecimila musulmani.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 25 Marzo 2017

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