Cronaca

Festa di San Nicola: tornano in massa dalla Russia ortodossa

Nonostante il conflitto, registrate oltre 106mila presenze all’anno, con la Puglia regione-principe

Sono tornati i turisti russi in Puglia, com’è tradizione in coincidenza con la Festa del santo Patrono, a Bari, laddove, in media, si sono registrati quasi 32mila arrivi e oltre 106mila presenze l’anno, con la Puglia regione -com’è del resto risaputo da sempre – con forti rapporti con la Russia, suggellati dalla visita dello Zar a Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli russi. Il tutto suggellato con una targa che richiama i “legami plurisecolari” con Mosca, ricorda Coldiretti/Puglia, in occasione delle celebrazioni per San Nicola con la cattedrale meta continua di pellegrinaggi dal mondo ortodosso e milioni di fedeli che si spostano dalla Russia per rendere omaggio al santo taumaturgo. E’ Bari a posizionarsi all’ottavo posto della ‘top-ten’ nazionale delle città più ricercate all’estero, mentre cresce l’interesse per i parchi e la natura, ma anche per i piccoli borghi che rappresentano un patrimonio di tradizioni, cultura ed enogastronomia sempre più richiesti dai turisti stranieri, secondo l’elaborazione di Coldiretti Puglia dei dati del Ministero del Turismo relativi alle tendenze di ricerca dal mondo per i viaggi in Italia tra il 15/01 e il 15/02 2023. In cima ai Paesi esteri spicca la Germania con il 16,4% delle ricerche, il Regno Unito con il 14,1%, la Francia con il 12,8%, gli  Stati Uniti con l’11,9% delle ricerche, il 9,7% dalla Spagna, il 4,1% dalla Polonia, il 3,2% dai Paesi Bassi, il 2,4% dall’Austria, il 2,2% dalla Svizzera e dal Canada con l’1,9% delle ricerche. “Anche nel 2023 la Puglia registra dati incoraggianti rispetto al mercato estero, con la forte ripresa degli arrivi dei turisti americani e nord americani, oltre che australiani, un mercato strategico per la destagionalizzazione. Il turismo di oltreoceano è interessato al turismo esperienziale, alle visite, all’enogastronomia nei mesi meno caldi da settembre e novembre. Per questo è determinante creare un collegamento forte tra turismo e campagne”, afferma Filippo De Miccolis, presidente Terranostra/Puglia. Da ricordare che il turismo  impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali, pari al 12,3% sui consumi totali, ricchezza cui contribuiscono sicuramente gli agriturismi: “”la Puglia – sottolinea Coldiretti – è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con oltre 3,8 milioni di pernottamenti di turisti stranieri. Ma c’è anche il turismo delle radici che salva le bellezze e l’economia dei piccoli borghi, da dove è partita l’emigrazione, con la Puglia che si rivela una delle mete più gettonate per le campagne e gli agriturismi di straordinaria bellezza, ma anche per i borghi con il 33% tra i più belli d’Italia, dove si conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementano la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. Ma non basta. Il 92% delle produzioni tipiche nasce nei piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. I piccoli comuni in Puglia sono 87, tra i più belli d’Italia, di cui 42 in provincia di Lecce, 38 in provincia di Foggia, 5 in provincia di Taranto e 2 in provincia di Bari, con l’80% delle Dop e Igp e della miriade di produzioni locali tradizionali che vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i 5mila abitanti e riguardando specialità come la carota giallo-viola di Tiggiano, il barattiere, le lenticchie di Altamura, i lampascioni, i funghi cardoncelli, la Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l’Arancia del Gargano, il Limone/Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina. “L’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante – conclude De Miccolis – anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del nostro patrimonio agroalimentare. Un terzo della spesa di turisti italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti, ma anche per cibo di strada o specialità eno-gastronomiche, con il presidio degli agricoltori nelle masserie che rappresenta una presenza fondamentale per tramandare le tradizioni, trasmettere i saperi e difendere il valore storico, ambientale e culturale dei territori”.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 10 Maggio 2023

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