Fibronit: “Giù il secondo capannone, presto sarà libera via Caldarola”
Proseguono senza sosta i lavori all’interno del cantiere Fibronit per il progetto di bonifica definitiva dell’area, secondo i tempi stilati dall’ultimo cronoprogramma. Negli ultimi due mesi, infatti, è stata completata la struttura di confinamento che ha inglobato – per intero – il capannone C (quello posto al confine con via Caldarola, da cui era separato con una barriera new jersey), la portineria e gli uffici per procedere con la cosiddetta prova fumi, prevista per legge al fine di accertare la regolarità del confinamento, sia statico che dinamico (con estrattori e filtri assoluti in funzione). Subito dopo sono state avviate le operazioni di demolizione degli edifici. <<Siamo partiti da capannoni dai tetti pericolanti, da coperture in cemento amianto che liberavano nell’aria fibre d’asbesto, e siamo giunti a bianchi teloni che avvolgono i grigi capannoni della Fibronit pronti per essere distrutti. Ci son voluti quasi due decenni per ottenere questi risultati, ma ora tutto questo sta accadendo. In questo modo il Comitato Cittadino Fibronit raggiunge il secondo obiettivo statutario dei tre previsti. Dopo la dichiarazione di inedificabilità, siamo alla messa in sicurezza definitiva dell’area dell’ex stabilimento Fibronit di Bari. Ora dobbiamo dedicare tutte le nostre energie al raggiungimento del terzo e ultimo obiettivo: il “Parco della Rinascita>>, anticipava esattamente un mese fa Nicola Brescia, presidente del Comitato Fibronit. Attualmente all’interno della struttura di confinamento sono presenti le macerie da demolizione che progressivamente vengono trasferite nell’area tecnica, dove sono sottoposte al trattamento di pezzatura per poi essere impastate con cemento e acqua per confezionare un calcestruzzo che viene deposto, sempre in condizioni controllate e per strati, nella parte nord del sito. <<Sono passati due mesi dall’ultima visita sul cantiere della bonifica della Fibronit che ci ha permesso di vedere l’area, un tempo occupata dal primo capannone e dal torrino, completamente libera – ha commentato ieri a botta calda il sindaco Antonio Decaro – quasi un appuntamento fisso fino al traguardo finale: ogni due mesi facciamo un passo in avanti, un capannone alla volta stiamo assistendo allo sgretolarsi di muri e storie che per troppo tempo hanno parlato di morte in questa città. Torneremo sul sito quando le macerie saranno state portate via e bonificate, in modo da liberare l’area dalla tensostruttura e guardare insieme via Caldarola libera>>. Sgomberato il campo – …e da tempo, per fortuna – dall’eventualità che gli ulteriori accertamenti voluti dal Comune di Bari avessero potuto provocare una ulteriore dilatazione dei tempi sulla strada della progettazione e attuazione dei lavori. Che invece potranno proseguire verso l’elaborazione definitiva della messa in sicurezza dell’intera area, per così perseguire “…con tranquillità l’obiettivo della realizzazione di una grande area verde a risarcimento dei tanti danni patiti dai cittadini baresi nei decenni in cui il rischio amianto è stato colpevolmente sottovalutato”, come aveva promesso a suo tempo l’assessore all’ambiente comunale, Maria Maugeri. Del resto sin dal 2004 l’Amministrazione comunale ha riservato la massima attenzione alla salute dei cittadini nelle zone della città interessate da rischi oggettivi. Dal 1995, quando fu lanciato il primo allarme per la presenza di fibre di amianto nell’area, la ex Fibronit ha rappresentato una emergenza drammatica almeno fino al 2006, quando, a partire dal mese di ottobre, è stata avviata la rimozione in sicurezza di 1600 tonnellate di amianto abbandonato su tetti, pavimenti e muri dei capannoni, poi trasportate in una discarica specializzata nel settore in Germania. A giugno del 2007, come si ricorderà, terminarono gli interventi della prima messa in sicurezza, mettendo al riparo i baresi da ogni pericolo per la salute. Dopo una serie di operazioni lunghe e complesse, a seguito dell’autorizzazione sul progetto definitivo del Ministero dell’Ambiente e dei relativi finanziamenti concessi dalla Regione Puglia, il Comune di Bari è riuscito ad attivare la procedura pubblica per individuare l’azienda specializzata incaricata di realizzare l’opera di bonifica definitiva del sito di interesse nazionale ex Fibronit. Gli interventi, il cui costo complessivo previsto ammonta ad oltre 14 milioni di euro, condurranno infine al più grande parco pubblico della città dedicato, come detto, alla compianta Maria Maugeri.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 4 Novembre 2017