Fiera del Levante, promesse non mantenute: daccapo in rivolta i dipendenti
Tornano in piazza i dipendenti dell’ente Fiera del Levante, dopo che le segreterie di Uiltucs, Filcams e Fisascat hanno indetto un ‘sit in’ di protesta (dalle dieci alle tredici) nei pressi del Comune di Bari. “Abbiamo richiesto nelle scorse settimane una convocazione urgente al Sindaco di Bari – fanno sapere le tre categorie sindacali – rimasta senza alcuna risposta. La Fiera versa in condizioni critiche, il contributo straordinario dei soci, pari a circa un milione e mezzo di euro a testa, non è stato ancora erogato da parte dell’amministrazione comunale. Ente che oggi assume anche un ruolo più importante in considerazione del subentro della Città Metropolitana nelle quote della Provincia di Bari”. E ancora. “Siamo in una fase delicata, considerato che il nuovo bando di privatizzazione scade ad aprile prossimo ed abbiamo delle perplessità sulla piena riuscita dell’operazione, visto l’esito negativo del precedente bando, andato deserto. Nei numerosi incontri avuti con i soci e la Regione Puglia abbiamo sempre focalizzato l’attenzione sulla procedura di mobilità infra-gruppo quale strumento per ridurre fortemente l’impatto occupazionale –chiosano i rappresentanti dei lavoratori- ricollocando il maggior numero possibile di lavoratori nell’ambito delle società partecipate in capo ai soci. In questo contesto il Comune aveva fornito ampie rassicurazioni che non vediamo affatto concretizzarsi e non vogliamo arrivare alla scadenza di aprile con un nuovo fallimento del bando e la contestuale assenza di risorse utili a garantire la continuità dell’Ente, che sarebbe a forte rischio”. Daccapo in rivolta, dunque, i lavoratori della Fiera, a causa di una gestione finita –come sanno tutti- almeno per quanto riguarda gli ultimi anni sotto la lente della Magistratura inquirente, mentre non mancano lavoratori che rinfacciano i reintegri non perfezionati e le sentenze –anche passate in giudicato- non rispettate dai vertici della stessa Fiera. Insomma, a pesare sul bilancio a rosso fisso dell’ente potrebbero essere anche talune scelte riguardanti i contenziosi ancora in sospeso che, a partire dal prossimo mese, finiranno nuovamente dinanzi alla giustizia amministrativa per l’ottemperanza, come detto, alle decisioni dei giudici del lavoro non rispettate dal management della Fiera, senza parlare del bando, appunto, per la gestione degli spazi all’interno della ex Campionaria. Un brutto ‘pout/pourri’, dunque, con la gestione fallimentare di ex lavoratori che chiedono il rispetto delle sentenze e la gestione altrettanto fallimentare di un patrimonio con padiglioni affittati a società o istituzioni esterne rispetto all’Ente Fieristico, non si sa fino a che punto convenienti. Una serie di attività o di natura pubblica come Regione Puglia, Puglia Promozione, Cineporto o di natura assolutamente privata: Telenorba, The Hub, E-Commerce Italy Sas, il Planetario e perfino la realizzazione di un teatro da 200 posti Badathea e forse altre attività private concretizzate a quanto pare da poco. Anzi, “in tempi brevissimi”, come si vantano in televisione i dirigenti della Fiera, cercando di affiancare la disponibilità di altre opzioni importanti, però non ancora formalizzate. Il problema è che il momento delle promesse, impegni e proclami per l’ente fieristico dovrebbe essere terminato: tutte le fiere del mondo hanno dovuto cambiar pelle, hanno dovuto rigenerarsi e alcune addirittura scomparire. Quindi anche la Fiera del Levante di Bari, ma non da oggi, è in serissima sofferenza: qualcuno l’ha davvero capito, o no?
Francesco De Martino
Pubblicato il 26 Febbraio 2015