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Fin troppo evidenti le colpe dell’Ente Regione per il caos Province

<>, attaccava a testa bassa l’ex consigliere regionale Davide Bellomo del Movimento che fa capo all’ex presidente provinciale Francesco Schittulli, non molto tempo prima delle elezioni regionali, a maggio scorso. E non è cambiato molto nel comportamento di chi si trova nelle stanze decisionali e, a questo punto, resta totalmente responsabile della gravissima situazione in cui versano le ex Province. Enti che, in assenza di una normativa chiara su quelle che sono le funzioni procedono, quotidianamente, a tentoni in mezzo a mille difficoltà finanziarie. Ma soprattutto cercando, a volte senza riuscirci, di tenere sotto controllo una situazione occupazionale che rischia di provocare problemi di ordine pubblico a causa degli animi esasperati da un’incertezza sul futuro occupazionale di centinaia di lavoratori, soprattutto delle Partecipate. <>, chiosava Bellomo a primavera. E poco importa se, dopo il caos in materia di personale e stabilizzazioni determinato dalla maggioranza di centrosinistra che governava la Regione Puglia, ora c’è un’altra maggioranza che però, come la precedente, sta sempre correndo il rischio di andare contro le norme vigenti, nonostante il tempo che passa inesorabilmente Col risultato del mancato riordino delle funzioni degli enti locali imposto dalla Riforma Delrio, che avrebbe dovuto regolamentare la intricata materia ben otto mesi fa. E invece…. Facile, dunque, tornare ad alzare nuovamente il tiro contro un ente come la Regione Puglia che, continuando a lasciare nell’incertezza in tutta la Puglia migliaia e migliaia di unità di personale da mantenere negli organici delle Province o ricollocare in altri enti, resta nel vago. Cicliche le proteste dei rappresentanti delle Province pugliesi, al fine di sensibilizzare e invitare chi di dovere a svolgere il proprio ruolo istituzionale nel pieno rispetto delle prerogative e funzioni, e anche e soprattutto dei cittadini pugliesi. Insomma, si tratta di avere risposte chiare sul completa mento della riforma delle Province, mentre pare che la mobilità volontaria del personale sia ancora congelata, come pure le assunzioni per concorso. Questo, in conclusione, dimostra che la mobilità per comuni e le altre amministrazioni è in tutto e per tutto condizionata alla preventiva ricollocazione dei dipendenti in mobilità, sia per evitare il gran ballo delle sedi e non vanificare il raggio di 50 chilometri come elemento dell’obbligatorietà del trasferimento, sia perché la mobilità è comunque presupposto per concorsi che non possono essere indetti e la “provvista” di personale è data dall’insieme dei dipendenti provinciali in sovrannumero. Quand’è che la Regione Puglia la smetterà di giocare con il cerino delle stabilizzazioni dei suoi precari, come voleva fare l’ex capo della giunta Vendola, in barba agli ex dipendenti provinciali? E quand’è che il suo successore si deciderà a intervenire sul tema, ma soprattutto ad adottare provvedimenti concreti?

Antonio De Luigi

 

 


Pubblicato il 12 Agosto 2015

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