Finalmente approvata la riforma dei Consorzi di Bonifica
La maggioranza di centrosinistra che governa la Regione Puglia, dopo quasi un anno di balletti dalle Commissioni al Consiglio e viceversa, è riuscita finalmente ad approvare la riforma dei Consorzi di Bonifica per il servizio idrico agli agricoltori pugliesi. Una riforma attesa da tempo, ma che non riusciva a trovare la quadra all’interno dell’Assemblea regionale pugliese. Ora, però, la legge di riforma è stata approvata nel corso dell’ultima seduta consigliare con i soli voti della maggioranza, perché tutti gli emendamenti presentati dalle forze di opposizione sono stati respinti, per cui alle dichiarazioni di soddisfazione per il risultato raggiunto del governatore Emiliano e del segretario del Pd pugliese, Marco Lacarra, anch’egli consigliere regionale, si susseguono accuse e polemiche di quasi tutti i gruppi di opposizione nell’Aula di via Capruzzi. “Un esproprio proletario mascherato da nuova politica” ha definito la legge sui Consorzi il consigliere forzista Nino Marmo, che ha poi proseguito il commento replicando all’ accusa di ostruzionismo alla riforma da parte di Emiliano alle forze di opposizione che avevano presentato in Aula una valanga di emendamenti. “Una maggioranza costretta a ricompattarsi – ha osservato l’esponente di Fi della Bat – dopo una mitragliata di sconfitte e di brutte figure collezionate, dal Garante dei detenuti e quello dei minori al Piano di riordino sanitario, che si arrocca dietro posizioni irricevibili ed ottuse”. Ed ancora: “ Caro Emiliano, noi le proposte le avevamo e le abbiamo presentate con parecchi emendamenti. Siete voi che brancolate nel buio, con una riforma dei Consorzi di Bonifica che balla in Consiglio da oltre un anno perché voi non sapevate che fare”. Poi, Marmo si difende dall’accusa di ostruzionismo, ricordando ad Emiliano che “si tratti di una pratica democratica e necessaria quando chi detiene la maggioranza dei numeri si trincera in modo granitico dietro scelte dannose e incomprensibili”. Ma c’è di più. L’esponente di Fi rileva che “il presidente della Giunta non sappia di cosa parla, anche perché in Aula era impegnato a bighellonare con il suo cellulare anziché seguire i lavori del Consiglio e sottolinea inoltre che Emiliano “persevera, poi, in uno scaricabarile su Vendola, con cui è assolutamente corresponsabile dello sfacelo non solo dei Consorzi, ma anche della sanità”. Infatti, per Marmo la riforma dei Consorzi approvata dal centrosinistra “è una cura peggiore del male che si voleva curare, creando un mostro con l’Acquedotto Pugliese e perdendo la chance di restituire questi enti agli agricoltori”. “Un pasticcio clamoroso – dichiara Marmo – senza che ci fosse il minimo segno di resipiscenza” e chiede: “Chi è il responsabile?”. “Allora –conclude Marmo – se Emiliano ce l’ha con la vecchia politica, si guardi allo specchio ed abbia il coraggio di ammettere le sue precise responsabilità. Ha fallito, di nuovo, e bisogna saperlo ammettere”. Ma ad ironizzare sulle affermazioni del governatore pugliese ci sono anche i consiglieri di opposizione del M5S. Infatti, all’affermazione di Emiliano che “La maggioranza di centrosinistra è una grande squadra” , i pentastellati pugliesi hanno sostenuto che trattasi di “una valutazione rilasciata con un pizzico di sincera ingenuità da chi, passando la maggior parte del suo tempo a Roma o negli studi televisivi, non è aggiornato su quanto accade in Puglia”, ricordandogli che “in merito agli accadimenti delle ultime settimane nel corso delle quali la ‘grande squadra’ di Emiliano si è spaccata sul nome del garante dei minori, si è spaccata sul nome del garante dei detenuti, è andata sotto con i voti in commissioni riunite IV e V a causa anche dell’assenza di diversi consiglieri Pd” ed ha financo “bocciato un piano di riordino con i voti anche di alcuni consiglieri di maggioranza, causando le dimissioni del presidente della Commissione alla Sanità, Romano (Pd)”. La riforma del Consorzi, secondo il gruppo del M5S, è “una legge a rischio di incostituzionalità che svende l’acqua degli agricoltori passando la gestione irrigua dai consorzi ad AqP con l’unico obiettivo forse di accrescere il valore di Acquedotto pugliese prima di privatizzarlo”. Un giudizio non positivo alla legge è giunto anche dal capogruppo regionale di Area popolare, Giannicola De Leonardis, che in proposito ha dichiarato:“Mi auguro di essere smentito, ma credo che sia una delle peggiori leggi mai varate negli anni della mia esperienza in Consiglio regionale”. Infatti, per il presidente del gruppo di Ap nella Aula di via Capruzzi “serviva una legge di riforma ben scritta, per cercare e trovare in via prioritaria gli equilibri tra il mondo agricolo pugliese e i conti da risanare, non solo per cercare e trovare gli equilibri all’interno della maggioranza di governo”. “Invece, – sostiene De Leonardis – proprio il mondo agricolo esce massacrato da un disegno complessivo che non si capisce che fini intenda realmente perseguire, a parte quello evidente di affidare la gestione complessiva delle acque a un soggetto privato, uno scandalo – unico in Italia – che peraltro espone la legge al palese rischio di incostituzionalità”. “ Eppure – ha commentato in fine l’esponente dell’opposizione centrista a Emiliano, ma anche a lui più vicino – in Puglia la gestione dei Consorzi di Bonifica della Capitanata e della Comunità montana del Gargano avrebbero potuto e dovuto suggerire ben altri modelli da imitare e seguire, piuttosto che avventurarsi in un percorso tortuoso che rischia di diventare una trappola, per l’esecutivo ma soprattutto per gli agricoltori e i contribuenti pugliesi”. Ora, però, in Puglia la nuova legge sui Consorzi di Bonifica c’è e bisognerà applicarla. E – come suole dirsi – se sono “rose” fioriranno, diversamente si sarà trattato di un ennesimo “buco nell’acqua”. E nel caso dei Consorzi di Bonifica pugliesi – come è noto – di “buchi” c’è ne sono già parecchi. Per cui “buco più” o “buco meno”, a pagare sarà sempre e comunque “pantalone”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 26 Gennaio 2017