Cultura e Spettacoli

Finalmente il ‘contratto di fiume’

Contratti di Fiume sono accordi tra soggetti designati e responsabili della gestione e dell’uso di un corso d’acqua. Tale accordo persegue la tutela, la corretta gestione della risorsa idrica e del relativo territorio, di cui intende promuovere lo sviluppo. Il 15 luglio dello scorso anno un contratto di fiume è stato siglato in Puglia. Nell’arida Puglia che si stende a sud del capoluogo i corsi d’acqua sono una rarità. Una di queste eccezioni, canalizzata dai Borbone, scorre all’interno della cosiddetta ‘soglia messapica’, una depressione carsica che separa la Murgia meridionale da quella tarantina e dalla piana del Salento. Stiamo parlando del Canale Reale (nell’immagine, nei pressi di Oria). Questo misero corso d’acqua scorre nell’alveo di quello che fu il Pactius o Ausonius, il fiume di cui parla Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e che ancora nell’alto medioevo rappresentava una preziosa via di comunicazione fra entroterra e costa adriatica. Alimentato da due falde freatiche nel territorio di Villa Castelli, il Canale Reale parte bene (l’area sorgiva, un limpido specchio d’acqua profondo due metri, è un piccolo paradiso), ma si corrompe strada facendo. Lungo i suoi quarantotto, tortuosi chilometri di corso, che lo portano ad attraversare i territori di Oria, Latiano, Mesagne, San Vito dei Normanni, Brindisi e Carovigno, il Canale Reale si carica di veleni : l’acqua ‘di vegetazione’ prodotta dai tanti frantoi attivi lungo il suo corso, i liquami ‘conferiti’ abusivamente dagli auto-spurgo e i reflui del depuratore di Bufaloria, situato nell’immediato entroterra tra le marine di Specchiolla e Pennagrossa… Ne consegue l’inquinamento della Riserva Naturale di Torre Guaceto. Ciò non ostante il Canale Reale continua a tenere in vita un delicato eco sistema : i cespugli di macchia mediterranea che crescono in riva danno rifugio a lepri, volpi, ricci, pettirossi, falchi e diversi rapaci notturni (civetta, gufo, assiolo e barbagianni) e una piccola comunità di pipistrelli. L’attesa bonifica potrebbe avere interessanti ricadute turistiche. Lungo il corso del Canale si aprono grotte naturali che comunità remote adattarono ad abitazioni (notevoli la chiesa rupestre di San Biagio e la Cripta di San Giovanni). Nei pressi della fonte si leva un importante casale medievale noto come Santa Maria dei Grani, la cui omonima chiesa è uno splendido esempio di tardo barocco leccese impreziosito da affreschi raffiguranti la Madonna Odigitria. La chiesa è dotata di portale unico dominato da un rosone circolare e un campanile a vela sormontato da un timpano. La pianta è a croce latina, con un’unica navata coperta da volte a crociera. L’intero complesso architettonico, che comprende anche un forno e una stalla, si presenta  fortificato da un alto muro a secco che richiama i caratteri dell’architettura rurale della Murgia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Giugno 2022

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