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Finita l’era Matarrese, comincia in tribunale il conto alla rovescia per il successore

Quella di oggi pomeriggio dovrebbe essere l’ultima partita dell’era Matarrese, padroni del calcio a Bari da quasi quarant’anni: è stata presentata ieri mattina presso il Tribunale di piazza Enrico De Nicola la istanza di fallimento del Bari calcio, primo

passo della procedura fallimentare che portera’ alla messa all’asta del titolo sportivo del club che milita in serie B. I tempi sono strettissimi: già lunedi’ mattina alle 9 la camera di consiglio del sezione fallimentare valutera’ l’istanza presentata dall’amministratore unico del Bari, Francesco Vinella: contestualmente sara’ dichiarato il fallimento, saranno stabilite le modalita’ dell’esercizio provvisorio e nominato uno o piu’ curatori. Per garantire un futuro sportivo alla squadra di calcio della citta’ di Bari, sara’ indispensabile che il titolo sportivo sia aggiudicato all’asta, come detto, in tempi brevi (si presume nel giro di un mese), in modo tale da consentire alla societa’ sportiva aggiudicataria – che non avra’ piu’ la denominazione As Bari ma una nuova – di ottemperare agli obblighi di iscrizione ai campionati professionistici della Figc, entro la fine di giugno. Nessuna possibilità di ripianare il debito per il Bari, dunque, che ha intrapreso la strada dell’autofallimento, cioè la proceduta giudiziaria prevista dalla Federazione, proprio allo scopo di salvaguardare il titolo sportivo ed evitare che l’eventuale nuova proprietà riparta dalle categorie inferiori. Come si ricorderà è stato lo stesso club pugliese a darne l’annuncio, il mese scorso, attraverso un comunicato ufficiale con cui  il socio di maggioranza “Salvatore Matarrese Spa” ha comunicato l’impossibilità a ripianare le perdite ed a fornire nuova finanza avendo, in data 10/02/2014, depositato presso il Tribunale di Bari istanza di concessione del termine per il deposito della domanda di concordato preventivo, ovvero di accordo di ristrutturazione dei debiti.  Ed ora che succederà? In effetti,

allorquando il legale rappresentante di una società deposita istanza di fallimento in proprio, o se si preferisce, con l’autofallimento, non cambia assolutamente nulla a livello societario fino alla sentenza di fallimento. Infatti la sentenza di fallimento (che verrà emessa dal Tribunale dopo qualche giorno) produce i suoi effetti dalla data della pubblicazione ai sensi dell’articolo 133, primo comma, del codice di procedura civile (deposito in cancelleria) mentre gli effetti nei riguardi dei terzi si producono dalla data di iscrizione della sentenza nel registro delle imprese ai sensi dell’articolo 17, secondo comma. Fino ad allora la società è in bonis e l’amministratore unico rimane in carica con pieni poteri. Ovviamente nessun amministratore, anche il più ingenuo, si sognerebbe di compiere alcuna operazione che vada anche minimamente a depauperare il patrimonio della società dopo aver presentato istanza di fallimento in proprio. Sarebbe un autolesionista in termini di responsabilità strettamente personali. Ma andiamo avanti. Con la sentenza di fallimento viene nominato il Curatore che è il gestore e l’amministratore dei beni della società fallita e NON il nuovo legale rappresentante. Questi, nell’esercizio delle sue funzioni, si sostituisce all’amministratore unico. Sta di fatto che, nella fattispecie che ci interessa, verrà disposto l’esercizio provvisorio e quindi tutti i rapporti di lavoro in essere alla data del fallimento continueranno a vivere anche per la durata dell’esercizio provvisorio salvo eventuali eccezioni da parte degli organi della procedura. Non bisogna dimenticare che l’asta deve prevedere la cessione dell’intera azienda sportiva ivi compresi tutti i contratti di natura federale. L’esercizio provvisorio durerà lo stretto necessario per bandire l’asta e vendere l’azienda. Il meno possibile, direi. E questo tempo, compatibilmente con le esigenze tecniche, dipende strettamente dalle capacità della curatela. Certamente non riducendosi al prossimo mese di giugno perché significherebbe la fine del calcio a Bari.

Antonio De Luigi

 

 


Pubblicato il 8 Marzo 2014

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