Cronaca

Firme contro il gioco d’azzardo e riutilizzo dei beni confiscati alla mafia

Raccolta firme contro il gioco d’azzardo, e nuova destinazione dei beni confiscati alla mafia, bonifica dell’Ilva di Taranto, riduzione delle tasse per le imprese, lotta all’evasione fiscale e alla corruzione. Questi sono i punti fermi del programma lanciato dall’Italia dei Valori e dal nuovo leader, Ignazio Messina. Oltre ad un vero e proprio ringiovanimento della classe dirigente del partito, l’Idv ha pensato bene di modificare anche il logo, eliminando il nome di Antonio Di Pietro, per conferire un’idea di partito, che non sia più incentrato su personalismi controproducenti. Numerose le proposte avanzate, prima fra tutte il rispetto per la legalità, non solo da parte dei cittadini stessi, ma soprattutto da parte dello Stato. “Il primo passo da compiere è quello di bonificare l’Ilva di Taranto, utilizzando i fondi provenienti dai beni e dalle ricchezze della famiglia Riva e non i soldi dello Stato, perché questo vorrebbe dire far pagare ancora i cittadini, che hanno subito già un enorme danno” ha sostenuto il leader Messina. Una seconda proposta riguarda gli 80milioni di beni confiscati alla mafia, che andrebbero ridestinati per usi sociali. “L’8 gennaio presenteremo in Cassazione la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che intende incentivare la vendita dei beni confiscati. Molto spesso infatti si tratta di industrie ed imprese che una volta passate nelle mani del Comune o dello Stato, finiscono per chiudere, perché vengono mal gestite. In questo modo passa un messaggio culturale drammatico, che considera la mafia in modo positivo, perché dà lavoro. Quindi – ha dichiarato Ignazio Messina – è indispensabile rendere conveniente il rispetto della legge”. Altro nodo essenziale riguarda proprio le imprese, costrette a licenziare e a ridurre il personale a causa dell’elevata tassazione, basti pensare che la disoccupazione giovanile si attesta al 40%, quindi appare di notevole importanza ridurre l’imposizione fiscale, per mezzo dei proventi derivanti dall’evasione (circa 120milioni di euro) e dalla corruzione (60 milioni di euro). “In tal modo si potrebbero aiutare anche le famiglie che vivono in una condizione di povertà”. Ma l’Idv si sta impegnando anche su un fronte prettamente sociale, legato all’abuso del gioco d’azzardo. “Dalle statistiche è emerso che il giorno in cui si gioca di più è quello in cui gli anziani ritirano la propria pensione, segno che si tratta di una vera e propria piaga sociale, alimentata dallo Stato e dalle pubblicità ingannevoli che ogni giorno venono trasmesse in televisione” ha spiegato il leader dell’Italia dei Valori. Basti pensare che il gioco d’azzardo è considerato la terza industria italiana per fatturato, con 100miliardi all’anno e 400mila slot-machine presenti sul territorio. Sarebbero circa 800mila i giocatori affetti da ludopatia, con una conseguente spesa di circa 6miliardi l’anno per curare i dipendenti dal gioco patologico. E in questo contesto, la grave crisi economica non frena questo fenomeno, al contrario lo acuisce sempre più. Alla luce dell’attuale situazione, il partito ha deciso di raccogliere le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a risolvere in modo radicale il problema, vietando il gioco d’azzardo. “E’ importante che lo Stato capisca che non solo non ci sono più soldi nelle tasche dei cittadini, ma oramai non ci sono più le tasche” ha concluso amareggiato Ignazio Messina.  

 

 

 

Nicole Cascione


Pubblicato il 14 Dicembre 2013

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