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Fitto candidato governatore del centrodestra senza ancora l’ok di Salvini

Sono trascorse poco più di 48 ore dal voto delle regionali in Calabria ed Emilia-Romagna, che nel centrodestra, tra Lega e Fratelli Italia, sono tornate le tensioni su chi schierare in campo come candidato governatore della coalizione in Puglia alle regionali della prossima primavera. Infatti, Giorgia Meloni, forte dei risultati ottenuti domenica scorsa dal suo partito in Emilia-Romagna ed in Calabria, dove in entrambe le regioni Fdi ha incrementato i propri consensi, sia rispetto alle precedenti elezioni regionali che alle europee dello scorso fine maggio, ha subito invitato gli alleati del Carroccio a rispettare i patti concordati lo scorso dicembre, prima della presentazione ufficiale delle candidature nelle due regioni chiamate al voto lo scorso 26 gennaio, rivendicando al suo partito l’indicazione del nome da candidare alla presidenza della Regione sia in Puglia che nelle Marche. E, senza tanti giri di parole, la leader di Fdi, dalle colonne di uno dei più noti quotidiani nazionali, ha fatto sapere: “Abbiamo detto sì alla Borgonzoni, ci siamo assunti la responsabilità di sostenerla, ci siamo battuti pancia a terra perché vincesse. Non recriminiamo”. Però, ha sottolineato Meloni: “Come lo abbiamo fatto noi, siamo certi lo faranno anche gli altri alle prossime Regionali, in Puglia e nelle Marche dove abbiamo indicato Fitto e Acquaroli”. Ma a stretto giro di posta si è fatto sentire anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ai microfoni della trasmissione “Radio anch’io” ha preso tempo per l’ok ai nomi indicati dalla Meloni, smentendo di fatto gli accordi forse già definiti a riguardo. “Sulla Puglia – ha precisato Salvini – ci ragioniamo da oggi in avanti’”. E, infatti, tali parole del “Capitano” della Lega, hanno suonate alle orecchie di Fdi come uno stop alla candidatura dell’europarlamentare pugliese di Fdi, Raffaele Fitto, sponsorizzato da tempo da Meloni per la guida della coalizione di centrodestra nella nostra regione. Il leader del Carroccio, secondo alcuni addetti ai lavori, non vuole mollare subito sul nome di Fitto, perché punterebbe ad avere un candidato presidente leghista in una Regione del Sud. E, come è noto, le uniche due regioni del Sud chiamate al voto la prossima primavera sono la Puglia e la Campania. Dove – sempre secondo accordi pregressi – la scelta del candidato presidente di quest’ultima sarebbe stata lasciata al partito di Silvio Berlusconi. Inoltre, è da notare che Salvini, quasi contestualmente a quando dichiarato da “Radio anch’io”, in diretta Fb ha annunciato che sarà a Taranto il prossimo 19 febbraio e che presto denuncerà
“per sequestro di persona il premier Conte e il ministro dell’Interno, Lamorgese” per come hanno gestito il caso della nave (ong) Ocean Viking, approdata ultimamente nel porto ionico. Ma a pesare sul nome di Fitto, secondo alcuni bene informati, ci sarebbero anche forti resistenze interne al ‘Carroccio’, da parte di parlamentari pugliesi leghisti, ex fittiani ai tempi della loro militanza in Forza Italia. Infatti, la Lega, secondo i boatos, avrebbe indicato tra i papabili leghisti per la candidatura a governatore della Puglia anche l’ex fittiano Nuccio Altieri, ora presidente Invimit ed ex deputato forzista . Mentre Forza Italia, da parte sua, non si è ancora pronunciata ufficialmente sul nome indicato da Meloni per la guida della coalizione pugliese. Però, al vertice di lunedì scorso di Arcore, Silvio Berlusconi avrebbe ribadito che Stefano Caldoro resta il candidato governatore azzurro in Campania (“In campo c’è Stefano, altrimenti correremo da soli” è la frase che il leader di Fi – pare – si sia lasciato sfuggire sul tema), lasciando così intendere che per lui non ci sarebbero preclusioni su Fitto in Puglia. C’è anche chi assicura che, sempre dopo il voto di domenica in Calabria ed Emilia-Romagna, il presidente di Fi e Meloni si sarebbero invece sentiti al telefono per parlare delle prossime regionali, a cominciare dal caso pugliese, per porre fine il prima possibile alla pretesa leghista di avere un suo candidato governatore in una delle due regioni meridionali che andranno al voto a maggio. Però, il leader della Lega non potrà tirare ancora a lungo la “corda” di una candidatura a governatore del suo partito al Sud, perché le elezioni regionali della prossima primavera incombono e mancano poco più di due mesi al termine per la presentazione delle liste. Infatti, Salvini, rispondendo nell’edizione di ieri della trasmissione di “Porta a Porta”, su Rai 1,  alla domanda su quando il centrodestra sceglierà i candidati delle sei Regioni in cui si volterà in primavera, ha dichiarato: “Conto che ci troviamo in settimana per scegliere tutto al meglio, donne e uomini in gamba”. Insomma, il leder del Carroccio sul tema dei candidati presidenti per le prossime regionali getta la pietra, ma subito dopo nasconde la mano. E, quindi, evidente che l’obiettivo della Lega non è forse quello di rimettere in discussione le indicazioni precedentemente concordate, ma verosimilmente quello di strappare qualche contrappeso che garantisca, in caso di vittoria, gli esponenti locali del suo partito con gli aspiranti governatori indicati da ciascuna delle formazioni alleate. E, se così fosse, allora Fitto, pur mancando l’ok ufficiale e persistendo le fibrillazioni leghiste, deve ritenersi già lo sfidante della pentastellata Antonella Laricchia, da una parte, e del governatore pugliese uscente, Michele Emiliano, dall’altra. Ma quest’ultimo, fino alla fine, resterà davvero ancora in campo per la corsa alla riconferma? Oppure, per sopraggiunte necessità nazionali di ricompattamento del centrosinistra in Puglia al pari dell’Emilia-Romagna, potrebbe essere indotto (nonostante le Primarie, ma previo “pesante” gratificazione individuale) a fare un passo di lato, in modo da ricompattare anche con la presenza nella stessa coalizione di “Italia Viva” di Matteo Renzi, “Azione” di Carlo Calenda e “Più Europa” di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova? E chissà se non anche del M5S, qualora il candidato governatore non fosse più Emiliano. Questo, però, è tutto un altro discorso che, alla luce della vittoria emiliana-romagnola del centrosinistra, potrebbe non tardare a prendere piede, se il centrosinistra nazionale non vorrà correre alcun rischio di perdita della Puglia.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Gennaio 2020

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