Cronaca

Fitto contro la Poli Bortone ripropone lo slogan del 2010

L’ex ministro forzista pugliese, Raffaele Fitto, in rotta di collisione con il leader nazionale del partito, Silvio Berlusconi, già alle regionali del 2010 utilizzò, con scarso successo, lo slogan del “voto utile” contro Adriana Poli Bortone, che all’epoca si candidò alla presidenza della Regione a capo di una coalizione formata da Udc e lista civica “Io sud” di cui era stata promotrice, con la speranza che quella fetta di elettorato di centrodestra simpatizzante dell’ex sindaco di Lecce, ma sicuramente determinante allora a far vincere Rocco Palese contro il governatore Nichi Vendola, alla fine optasse per il candidato presidente “fittiano” alla Regione, anziché rischiare di disperdere il voto per una candidatura ritenuta, evidentemente, soltanto di disturbo. E’ noto come, nel 2010, andarono le elezioni per il “fittiano” Palese, Poli Bortone e Vendola. Ma ora Fitto ha comunque rispolverato quello stesso slogan di “voto utile” per tentare nuovamente di sottrarre voti alla Poli Bortone (questa volta candidata alla presidenza della Regione per volontà di Berlusconi) e favorire la corsa alle regionali di Francesco Schittulli, che si è lasciato sfuggire l’opportunità di essere il candidato unico del centrodestra proprio per essersi legato un po’ troppo a Fitto, piuttosto che in egual misura a tutte le forze del centrodestra che lo avevano prescelto come candidato governatore. “O si vota Emiliano o si vota Schittulli” ha detto Fitto con riferimento alla regionali di fine maggio ed ha aggiunto: “Chi non vota Schittulli rischia di consegnare un voto inutile che non serve al centrodestra e avvantaggia solo la sinistra. Si sta realizzando un ‘Nazareno’ in salsa pugliese”. E, proseguendo, ha rilevato inoltre Fitto: “Le parole del nostro candidato, Francesco Schittulli, a Berlusconi non devono essere prese come una resa, ma come la consapevolezza di una difficoltà maggiore per la responsabilità di chi lo ha candidato e poi ha cambiato opinione per un regolamento di conti interno e irresponsabile che sacrifica molte possibilità per il centrodestra di vincere questa campagna elettorale”, riferendosi al fatto che Schittulli, in vista del tour elettorale pugliese di Berlusconi, ha invitato il leader nazionale di Fi ad un confronto pubblico, per spiegare i fatti a base della rottura con il “partito azzurro” la cui responsabilità, secondo l’oncologo barese, ricade unicamente sull’ex cavaliere di Arcore, che in tal modo “ha gettato la Puglia alle ortiche per la sua litigiosità con Fitto”. Ma Fitto, con riferimento alla situazione del centrodestra pugliese ed a Berlusconi, ha detto pure: “Siamo però convinti di poter giocare ancora una partita importante. Domani si consumerà un passaggio sbagliato per la Puglia di centrodestra. Ha scelto di sfasciare il partito, il centrodestra e se ne assumerà la responsabilità”. Quindi, l’ex protesi pugliese di Berlusconi non risparmia critiche al suo ex leader su quanto è accaduto recentemente nel centrodestra, in Puglia, per le regionali, ritenendolo responsabile della spaccatura. Critiche rintuzzate su Facebook dal responsabile pugliese di Fi, Luigi Vitali, che ha scritto: “La gioia incontenibile con la quale Raffaele Fitto ha salutato il cattivo risultato elettorale conseguito da Forza Italia nelle elezioni amministrative di alcuni Comuni del nord Italia, è la fotografia impietosa della reale strategia architettata dai cosiddetti ‘Ricostruttori’: distruggere il loro stesso partito, svuotarlo dall’interno, per un mero tornaconto personale”. E Vitali, sempre su Facebook, rileva: “Traditori del loro stesso elettorato, hanno raccolto voti sotto i vessilli di Forza Italia con lo scopo di annientarla da dentro”. E conclude: “Ma queste persone avranno presto un’amara sorpresa. Forza Italia è e resterà, nonostante il loro costante sabotaggio, tra le principali forze politiche del Paese”. Ma anche il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, ha bacchettato Fitto in un intervento apparso su un periodico, per le picconate a Forza Italia ed al suo leader, Berlusconi. Intervento che Brunetta significativamente conclude: “Non c’è alcuno spazio per chi frantuma l’unica 
credibile alternativa a Renzi finendo in realtà per sostenerlo, alla faccia dei propositi ostentati di opposizione”. “Opposizione che  – ha pure rilevato qualcuno – in Puglia, nei dieci anni di Emiliano sindaco di Bari e Vendola presidente della Regione, Fitto non ha mai esortato a praticare in maniera dura ed efficace ai ‘suoi’ quando era leader locale incontrastato di Fi e che ora invece, da ribelle a Berlusconi, invoca sempre con maggior insistenza nei confronti del centrosinistra e del governo Renzi, in particolare”. Ed in effetti, prendendo in considerazione quest’osservazione, c’è qualcosa che non quadra tra l’odierna strategia “fittiana” nazionale e quella passata locale. Una strategia, quella passata di Fi in Puglia, che forse potrebbe spiegare pure lo slogan di Fitto sul “voto utile” a Schittulli, oppure ad Emiliano escludendo tutti gli altri 5 concorrenti. Come dire, o vice il mio candidato di centrodestra, oppure è meglio che vinca l’avversario di centrosinistra. “Tertium non datur”. E questo, probabilmente, è stato il principio regolatore di tutte le più importanti candidature del centrodestra pugliese degli anni ad egemonia “fittiana”. Candidature che, come è noto, in ben tre occasioni al Comune di Bari e due volte alla Regione si sono rivelate, poi, puntualmente perdenti. Infatti, come si ricorderà, financo Emiliano in passato aveva dato a Silvio il “bentornato a Bari” forse per le cortesie politiche ricevute da chi in passato, con la benedizione di Berlusconi, aveva l’egemonia delle strategie locali del centrodestra pugliese. Cosa che stranamente non è accaduta questa volta, perché in vista del tour pugliese di Berlusconi, il segretario del Pd pugliese, nonché candidato governatore del centrosinistra, si è semplicemente limitato ad un “benvenuto a chiunque venga”. Ma forse perché stavolta Emiliano, a differenza del passato, la cortesia politica l’ha ricevuta in anticipo.           

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Maggio 2015

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