Fitto gioca d’anticipo su Berlusconi: “Nessuna mia lista alle regionali”
Il leader pugliese di Forza Italia, Raffaele Fitto, da diversi mesi critico con il presidente nazionale del partito, Silvio Berlusconi, al punto che quest’ultimo gli ha recentemente dato un ultimatum per rimanere per rimanere in Forza Italia, non è certo uno sprovveduto, che abbocca agli ami senza esca di chi forse spera di farlo scivolare sulla cosiddetta classica ‘buccia di banana’. Infatti, alla notizia diffusa oggi (ndr – ieri per chi legge martedì) da un quotidiano locale che gli “amici di Raffaele Fitto” saranno esclusi dalle liste di Forza Italia per le prossime elezioni regionali e che l’eurodeputato pugliese di Fi presenterà una sua lista autonoma, Fitto con una nota ha seccamente replicato: “Attendo una credibile e tempestiva smentita dal mio partito”, precisando telegraficamente: “Anche perché ci sono almeno due considerazioni da fare. La prima è che,sia sul piano politico che sul piano giuridico e statutario, è assolutamente impensabile che chicchessia pensi di poter estromettere amici e colleghi dalla prossima competizione elettorale. La seconda è che io non intendo presentare alcuna lista autonoma, ma sarò impegnato come sempre per il successo della lista di Forza Italia”. Finora non ci sono state né smentite, né conferme all’ipotesi che l’ex Cavaliere di Arcore possa aver dato ordini di lasciare fuori i “fittiani” dalle liste di Fi alle prossime regionali pugliesi, però non è escluso che Berlusconi stia pensando a qualche sorpresa in Puglia per il capo dei contestatori interni al suo partito alle prossime elezioni. Intanto ad assicura Fitto che ai “suoi amici” non saranno precluse le liste di Fi è intervenuto Luigi Vitali, già sottosegretario alla Giustizia nell’ex ultimo governo Berlusconi ed attualmente coordinatore del partito Azzurro per la provincia di Brindisi, considerato ora pure uno dei pugliesi più vicini all’ex Cavaliere, tanto che secondo qualcuno potrebbe essere addirittura imminente la nomina di Vitali a commissario pugliese di Fi. Comunque l’ex sottosegretario brindisino alla Giustizia, intervenendo ad un programma trasmesso nella mattinata di oggi (ndr – sempre ieri per chi legge) dall’emittente Radionorba, ha escluso l’ipotesi di un ‘No’ alla presenza nelle liste di personalità vicine a Fitto alle regionali, qualora dovesse essere nominato commissario di Forza Italia in Puglia. Inoltre, Vitali nel corso della stessa trasmissione radiofonica ha pure dichiarato: “A proposito delle voci su una imminente nomina a Commissario ricordo che si diceva pure che sarei potuto essere il candidato presidente della Regione”, precisando che fosse nominato commissario non farebbe il discorso dei fittiani, perché fino a quando si sta nel partito, per lui, “sono tutti di Forza Italia”. E, continuando, Vitali a chiarito: “Non mi sento di dover competere con i fittiani o con altre figure di persone. Io devo competere per vincere alla Regione con il centrodestra e battere Michele Emiliano. E quello sarebbe l’obiettivo del presidente Berlusconi e di tutti i dirigenti di Forza Italia”. Ma i guai del centrodestra pugliese non sono solo quelli relativi allo scontro interno al partito di Berlusconi, tra quest’ultimo e la sua ex protesi pugliese, Fitto per l’appunto, che alla luce di quanto sta accadendo, per evitare qualsiasi pretesto ad una possibile sua estromissione da Fi, non dovrebbe più presentare alle prossime elezioni la sua lista civica “La Puglia prima di tutto”, come avvenne alle regionali del 2005 ed a quelle del 2010. Infatti, un altro guaio interno al centrodestra pugliese è quello rappresentato dalla paradossale situazione dell’Udc che a livello nazionale ha costituito insieme ad Ncd il nuovo soggetto chiamato ‘Area popolare’, con l’impegno di presentarsi unito già dalle prossime regionali, mentre in Puglia i due partiti che hanno dato vita ad Ap si presentano stranamente su fronti contrapposti. Difatti Ap, stante alle dichiarazioni del suo coordinatore nazionale, Gaetano Quagliariello, sostiene il candidato governatore del centrodestra Francesco Schittulli, mentre gli esponenti pugliesi dell’Udc hanno stretto accordi con Michele Emiliano, per portare lo scudocrociato nella coalizione di centrosinistra. Da non dimenticare che già lo scorso anno, per le europee, Ncd ed Udc si presentarono sotto un unico simbolo e, quindi, con una sola lista, grazie alla quale è stato eletto Lorenzo Cesa al Parlamento di Strasburgo proprio nella circoscrizione meridionale. Alla luce di tali situazioni, qualora in Puglia l’Udc sosterrà Emiliano, molti si chiedono se la fusione tra Ncd ed Udc sia effettivamente un fatto politico serio, oppure si tratta soltanto di un accordo di convenienze contingenti tra gli apparati dei due partiti, ma che non ha, a fondamento, alcuna concreta prospettiva politica. E ciò che sta accadendo in Puglia, infatti, lascerebbe pensare a quest’ultima ipotesi. Non a caso, uno di coloro che polemizza con l’Udc pugliese per il sostegno ad Emiliano è il consigliere regionale Andrea Caroppo (Ncd), che in una nota dichiara: “Mi aspettavo allora che coerentemente con il calore con il quale gli amici dell’Udc pugliese non vedevano l’ora che questo percorso di unificazione si avviasse e in linea con il percorso tracciato da Ap a livello nazionale, essi dimostrassero con i fatti l’attaccamento a questo progetto entrando nella coalizione dei moderati e sostenendo la candidatura di Francesco Schittulli. Evidentemente mi sbagliavo”. E, proseguendo nella polemica, Caroppo conclude affermando: “Non mi sbagliavo, però, nel ritenere che già allora agli amici dell’Udc pugliese non interessava e non interessa né Costituente né Area Popolare, né alcunché altro: interessa solo restare con Vendola, come per tutti questi anni” e sperando, alla fine, che “Gli elettori capiranno”. A questo punto è evidente che – come sostiene qualche addetto ai lavori – lo scudo crociato in Puglia non esiste più come partito organizzato e collegato ad una linea politica coerente con il vertice. Ma ciò che di esso rimane, invece, è un simbolo come tanti altri e dei nomi autoreferenziali che, professandosi ancora come i massimi referenti regionali di un vecchio partito, cercano di ritagliarsi uno spazio politico come meglio possono. In altri termini, un glorioso simbolo, quello che ricorda la vecchia Dc, che in Puglia rischia, però, di scomparire in maniera ingloriosa.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 17 Febbraio 2015