Cronaca

Fitto incontra Berlusconi, ma non scoppia la pace

 

Il leader pugliese di Forza Italia, Raffaele Fitto, nelle prossime settimane si giocherà forse la partita più importante della sua ultraventennale carriera politica. Infatti, la situazione interna ai gruppi parlamentari di Camera e Senato del partito di Silvio Berlusconi potrebbe consentire all’eurodeputato di Maglie (Le), che controlla all’incirca una quarantina di grandi elettori per il Colle, di svolgere un ruolo importante nello scacchiere politico romano nei giochi per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Infatti l’ex Cavaliere di Arcore, in vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato e del voto sulla nuova legge elettorale parlamentare, sta tentando di ricucire gli strappi interni al suo partito e, in particolare, con Fitto che, tra Montecitorio e Palazzo Madama, dispone di un pacchetto di voti determinanti ad onorare gli impegni assunti con il Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi, con il patto del Nazzareno. E per riannodare i fili spezzati Berlusconi ha incontrato Fitto giovedì mattinata nella sua dimora romana di palazzo Grazioli, sia per tentare di smussare le tensioni interne al partito, che si sono manifestate con toni anche tesi mercoledì sera durante la riunione del gruppo di Forza Italia al Senato, sia per capire quale potrebbe essere il “prezzo” politico da pagare ai dissidenti interni al partito azzurro, affinché lo stesso Berlusconi e Forza Italia possano giocare un ruolo fondamentale nello scenario politico che si va delineando con i prossimi appuntamenti già presenti nel calendario dei lavori parlamentari. Le cronache raccontano di una burrascosa riunione dei senatori azzurri svoltasi mercoledì sera a palazzo Grazioli, alla presenza di Berlusconi. Infatti, secondo quanto trapelato da alcuni che hanno partecipato all’incontro, si è verificato un duro scontro tra il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, e Denis Verdini, sulla linea politica del partito. A far scoppiare la miccia, stante a quanto raccontano gli stessi informatori, é stata la  senatrice azzurra Bonfrisco (annoverata tra i dissidenti azzurri vicini Fitto) che ha chiesto delucidazioni circa l’atteggiamento di Forza Italia sul premio alla lista e sulla soglia d’ingresso del 3% previste nel disegno della nuova legge elettorale promossa dal governo Renzi . E, sempre stando al racconto degli stessi informatori, Berlusconi avrebbe spiegato che nel caso la norma passasse in commissione Fi non potrebbe votar l’Italicum, in quanto in questo momento nessun partito sarebbe in grado da solo di competere con il Pd nell’eventualità di elezioni politiche anticipate. A quel punto è intervenuto Verdini,vistosamente irritato (hanno puntualizzato alcuni dei presenti), dicendo che la legge elettorale va votata, perché Fi ha fatto un accordo con il Pd, ma soprattutto perché l’assenso sulla nuova legge elettorale è il viatico per essere coprotagonisti della partita Quirinale. A quel punto sarebbero volate parole grosse tra chi concordava con Verdini e chi dissentiva. Dopo questa riunione, Berlusconi – che nel frattempo aveva ricevuto a cena Bossi e Calderoli – si è trattenuto con i suoi più stretti collaboratori, per stemperare il clima teso creatosi con i dissenzienti interni e assicurare ai fedelissimi, come Verdini, che Fi sull’Italicum non si tirerà comunque indietro. Però, quanto accaduto mercoledì sera ha messo ancor di più in allarme l’ex Cavaliere sulla compattezza dei gruppi parlamentari di Fi in vista del voto per il Colle. Da qui forse la necessità di Berlusconi di incontrare giovedì mattina (ndr – ieri per chi legge) urgentemente e personalmente Fitto per tentare di ricompattare le truppe. Infatti, il timore dell’ex premier Cavaliere – spiegano alcuni addetti ai lavori – è che in Aula sulla legge elettorale, il cui iter i “fittiani” vorrebbero venisse interrotto fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, i dissidenti azzurri possano fare numero con il gruppo di minoranza interna al Pd e le altre forze di opposizioni, per far saltare il banco. Vale a dire gli accordi tra lui e Renzi, rendendo in tal modo praticamente inefficace il ruolo di Fi per l’approvazione della nuova legge elettorale. E ciò, per il leader di Fi, sarebbe un prezzo troppo alto da pagare, in quanto ne conseguirebbe l’esclusione dalla partita per l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Un’esclusione che, come è noto, farebbe perdere a Berlusconi soprattutto la possibilità di avere la strada spianata per una suo eventuale reintegro nell’agibilità politica, venuta meno con la nota vicenda giudiziaria di condanna di qualche anno fa. Infatti, per poter essere condizionante nei giochi di Renzi per il Quirinale Berlusconi deve potergli assicurare non meno di 140/150 voti dei grandi elettori di Fi. Ed al momento, considerando anche gli azzurri delle Regioni che parteciperanno al voto per il Colle, risulta difficile per l’ex Cavaliere poter dare certezze al segretario del Pd, Renzi, sui numeri a sua disposizione. Infatti, ciò che manca all’ex Premier sono proprio i numeri di cui disporrebbe ora il leader pugliese Fitto. E stando così le cose, è praticamente certo che questa volta l’ex ministro pugliese di Fi si venderà cara la pelle. Quella sua o dell’ex Cavaliere di Arcore.

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 16 Gennaio 2015

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