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Fitto: “Per colpa di Vendola ed Emiliano costi alle stelle e riserve energetiche non realizzate”

Alla luce di costi sempre più elevati in Puglia per lo smaltimento dei rifiuti e, da ultimo, di quelli energetici, a seguito della crisi geopolitica per il conflitto in corso tra Russia e Ucraina, si riscontra un recente intervento dell’ex governatore pugliese (2000-2005) di centrodestra, Raffaele Fitto, poi ministro agli Affari regionali nell’ultimo governo Berlusconi (2008-2011) ed ora co-presidente del gruppo dei Conservatori Europei (Ecr-Fratelli d’Italia) al Parlamento di Bruxelles, in cui l’eurodeputato di Maglie (Le.) ricorda le ragioni per le quali oggi la nostra regione non può contare su riserve energetiche importanti, quali sarebbero stati due rigassificatori, uno a Brindisi ed un altro a Manfredonia (Fg.) e buona parte dei rifiuti pugliesi che viaggiano in giro per l’Italia alla ricerca di siti per lo smaltimento. Infatti, per Fitto, è a causa delle “politiche demagogiche e populiste” dei suoi successori di centrosinistra alla guida della Regione Puglia (ndr – Nichi Vendola prima e Michele Emiliano ultimamente) che i pugliesi oggi stanno pagando un “caro prezzo” sia sul piano economico che su quello energetico. Ma vediamo più nel dettaglio i rilievi di Fitto che, come si ricorderà, è stato in ben due occasioni (nel 2005 da Vendola e nel 2020 da Emiliano) battuto dal centrosinistra per il ritorno alla guida della Regione a causa, verosimilmente, di talune sue decisioni da governatore sia in materia di ciclo dei rifiuti che di autorizzazioni ad impianti di rigassificazione, oltre che per le scelte in campo sanitario, allora condivise ed adottate con il suo braccio destro dell’epoca, Rocco Palese, che da alcune settimane è paradossalmente divenuto assessore regionale alla Sanità dell’esecutivo Emiliano. Infatti, ha esordito Fitto: “Tutti i no(di) vengono al pettine”. Anche se in realtà – ha rilevato l’eurodeputato di Fdi – a farli emergere è stata “una colossale crisi energetica, aggravata in questi giorni dal conflitto Ucraina-Russia, per rendersi conto di come la demagogia abbia prodotto danni alla Puglia che si riversano sulle tasche dei pugliesi, a cominciare dalla tassa sui rifiuti, prima ancora delle bollette di luce e gas”. Per poi far presente che in questi giorni nel Salento vi è “un via vai di camion che non riescono più a conferire il secco nell’impianto Cdr di Cavallino, con costi che per i Comuni sono raddoppiati e che porta i sindaci a rivalersi sui cittadini”. Infatti, ha ricordato anche Fitto – la Tari (ndr – Tassa di smaltimento rifiuti) che i pugliesi pagano è fra le più alte in Italia”, poichè “ad oggi la Puglia non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti per mancanza di impianti, in primis i termovalorizzatori”. E qui la polemica dell’ex governatore di centrodestra diventa più esplicita con i suoi successori di centrosinistra, in quanto ricorda che “quando nel 2005 Vendola si insediò alla guida della Regione revocò l’assegnazione di due termovalorizzatori pubblici, che erano stati finanziati e aggiudicati” e previsti nel Piano rifiuti durante il suo quinquennio di mandato alla guida della Puglia. “Due moderni termovalorizzatori – rileva Fitto – che avrebbero prodotto energia e riscaldamento alle imprese e ai privati e che avrebbero calmierato il prezzo delle bollette che i cittadini pagano”. E retoricamente chiede: “Il risultato sotto i nostri occhi oggi?”, aggiungendo una scontata risposta: “Dopo quasi 20 anni i rifiuti viaggiano per l’Italia più dei pugliesi” e “con un ciclo di rifiuti mai chiuso”, poichè “anche l’attuale Piano di rifiuti di Emiliano non risolve il problema perché non prevede gli impianti necessari a chiudere il ciclo dei rifiuti”. “E, “se poi si tiene conto che la legge prevede espressamente che le Regioni rispettino i principi di autosufficienza e prossimità”, Fitto rileva anche “che la Puglia non rispetta né l’uno né l’altro”. Per commentare, poi, che lo smaltimento dei rifiuti attraverso i termovalorizzatori è anche indubbiamente una “questione culturale” che penalizza il Sud più del Nord, ma l’Italia stessa rispetto all’Europa dove, invece, sono attivi 450 termovalorizzatori e i Paesi più virtuosi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti ricorrono all’incenerimento con recupero energetico. E gli esempi citati dall’ex governatore di Maglie non mancano: “in particolare Francia e Germania, ma anche Svezia, Danimarca e Norvegia. A Copenaghen per esempio la collina dello sci è un termovalorizzatore a emissioni zero: si tratta di CopenHill, noto anche come Amager Bakke, è una meta molto frequentata dagli amanti dello sport e della natura”. Mentre oggi “in Puglia – ha sottolineato l’eurodeputato salentino – esistono solo 2 impianti (privati), uno a Manfredonia e uno a Massafra, e purtroppo la loro capacità di lavorazione annuale non soddisfa le quantità prodotte dai Comuni pugliesi” e “con i due impianti pubblici eliminati da Vendola, la Puglia – ha esclamato in fine Fitto – sarebbe stata autosufficiente!” e, con un pizzico di ironia, ha concluso: “Complimenti a Vendola ed a Emiliano ed a tutti i signor ‘No’ per il disastro prodotto e per i danni che avremo ancora per anni” nella nostra regione. Però, dopo aver ricordato le possibili cause che sono alla base dell’odierna situazione pugliese in campo energetico e smaltimento rifiuti, non si può di certo fare a meno di ricordare che, come in politica, anche per la scelta dei governanti vale il note detto: “Chi è causa del proprio male, pianga se stesso”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Marzo 2022

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