Fitto scrive a Berlusconi, ma gli risponde Matteoli
Il leader pugliese di Forza Italia, Raffaele Fitto, scrive a Silvio Berlusconi per ribadire il suo “No” a candidarsi a capo della coalizione di centrodestra alle regionali della prossima primavera, ma gli risponde l’ex ministro Altero Matteoli, coordinatore del Comitato nazionale forzista per le regionali. “Caro presidente, – esordisce Fitto nella lettera a Berlusconi – leggo su il ‘Giornale’ di oggi un virgolettato (tuttora non smentito, e quindi credibile) attribuito a te. E si tratta dei medesimi concetti che, da qualche giorno e ancora stamattina, vengono ripetuti in stereofonia da Matteoli e da Toti. Ho il dovere, una volta per tutte, di ribadire pubblicamente quello che ti ho già più volte spiegato in privato: la mia ricandidatura in Puglia non c’è e non ci sarà”. E, in conclusione di tali affermazioni, gli chiede: “Dunque, perché continuare con balletti senza costrutto?” Poi, l’ex ministro pugliese per gli Affari regionali del terzo governo Berlusconi (2008-2011), rivolgendosi al capo nazionale di Forza Italia, eccepisce: “Piuttosto, anziché fare esercizi tattici nei miei confronti, insieme ai tuoi così saggi consiglieri, faresti meglio a considerare un fatto nuovo, che porta ulteriore acqua al mulino delle mie tesi. In base all’election day appena deciso, le elezioni regionali non si terranno a marzo, bensì a maggio, due mesi più avanti”. Ed insiste: “Ergo, non c’è più nessuna ragione per dire, come mi si obiettava, che è impossibile tenere le primarie”. “Le primarie – sottolinea ancora Fitto – sono, ad oggi, il più valido strumento di mobilitazione di energie e idee, in una competizione libera e aperta, che farebbe un gran bene al centrodestra in tutte le regioni interessate al voto. E propongo di tenerle nel mese di febbraio . A meno che non si preferisca seguire la strada fallimentare già scelta in Emilia e Calabria: arrivare in ritardo con candidature decise in una stanza, annunciate via comunicato stampa, costringendo i candidati presidenti a una corsa ad handicap, perché privi del necessario slancio popolare iniziale”. Però, il leader del centrodestra pugliese, dopo aver rivendicato le primarie non solo in Puglia, ma anche nelle altre sette regioni chiamate al voto la prossima primavera, prosegue nella provocazione politica a Berlusconi scrivendo: “Infine, caro Presidente, non posso privarmi (e privarti) del piacere e della responsabilità di contribuire (ovviamente senza ruoli e senza nomine, ma attraverso l’iniziativa politica) al rilancio nazionale del centrodestra italiano, dopo gli errori di questi mesi, che rischiano di renderci irrilevanti”. E termina la lettera aperta a Berlusconi affermando: “Non intendo iscrivermi né a forza Matteo 1 (Renzi) né a forza Matteo 2 (Salvini), ognuno dei quali, peraltro, fa benissimo il proprio mestiere. Siamo noi che non lo facciamo più” e puntualizzando: “Il nostro compito è quello di fare tutto il possibile per invertire la rotta e contribuire a dare al nostro centrodestra un futuro e una prospettiva”. Dal contenuto di questa lettera di Fitto all’ex cavaliere di Arcore si evince nettamente la determinazione e reazione dell’europarlamentare pugliese di Fi alle ‘sirene’ che lo vorrebbero candidato presidente della Regione alle prossime elezioni per il rinnovo dell’Assemblea pugliese. Ma a rispondere al rifiuto di Fitto ed alle sue provocazioni non è Berlusconi, che ora è verosimilmente in tutt’altre faccende (nazionali) affaccendato ( Patto del Nazzareno e via scorrendo), ma uno dei suoi luogotenenti. Lo stesso attraverso il quale il leader nazionale di Fi ha chiesto qualche giorno fa a Fitto di scendere in campo alle prossime regionali in Puglia. Ovvero Matteoli, che ha prontamente e seccamente replicato alla lettera del leader pugliese del partito dichiarando: “Restiamo convinti che in Puglia Raffaele Fitto sia il nostro miglior candidato possibile per battere la sinistra e Michele Emiliano”. E, continuando nella replica, il presidente del Comitato di Fi per le prossime regionali, ha pure rilevato: “Fitto è già stato presidente della Puglia con risultati apprezzati; si è distinto come efficace ministro per le Regioni; é stato eletto europarlamentare, dimostrando di avere la stima degli elettori”. “Il suo percorso – ha proseguito Matteoli nella risposta a Fitto – è di tutto rispetto”. Poi, sempre lo stesso Matteoli è passato a commentare la decisione di Fitto di respingere al mittente l’invito a candidarsi nuovamente alla guida della Regione ed ha affermato: “Comprendo che la sua ambizione sia quella di svolgere un ruolo nazionale in politica, ma ridiventare presidente della Puglia non gli sarebbe da ostacolo, anzi. Esempi analoghi lo provano anche sul versante della sinistra”. Ed a questo proposito il riferimento di Matteoli è sicuramente al governatore pugliese uscente Nichi Vendola, che da presidente della Regione, come è noto, ha fondato un proprio partito, Sel, divenendone il leader nazionale incontrastato. Infine, Matteoli conclude: “E’ tutta Forza Italia che chiede a Fitto di accettare la candidatura, non soltanto il Comitato per le regionali che presiedo e sono certo che lunedì prossimo il presidente Berlusconi insisterà in tal senso” e termina ricordando: “Quando Fitto, da deputato in carica, chiese di candidarsi alle Europee, il partito gli concesse questa chance superando le perplessità di molti. Ora Fitto ricambi con generosità”. Come dire, il partito a dato a Fitto la possibilità in deroga di partecipare alle europee per dimostrare il proprio baglio di preferenze personali. E, quindi, il suo valore aggiunto a Fi. Ora, però, Fitto si sacrifichi per le regionali, perché è l’unico nome che potrebbe far vincere il centrodestra in Puglia contro Emiliano. Ma, forse, proprio questo è ciò che Fitto vuole evitare. Ed in Fi probabilmente lo hanno capito in molti, a cominciare da Berlusconi, che sicuramente insisterà nella richiesta, non lasciando alternative alla sua ex protesi pugliese, che a sua volta dovrà scegliere di che morte (politica) perire in Fi. Ma Fitto, alla fine, potrebbe sempre fare come Vendola e fondare un proprio partito personale, dimostrando così a Berlusconi di essere anche all’altezza di potergli fare concorrenza non solo all’interno, ma anche dall’esterno di Forza Italia.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 20 Dicembre 2014