Cronaca

Fitto si converte alle primarie e tutti si accodano…

 

Dopo l’inesorabile batosta elettorale subita dal centrodestra alle recenti amministrative baresi l’ex ministro agli Affari regionali, Raffaele Fitto, leader pugliese di Forza Italia, pare essersi convinto che le primarie sono la strada giusta da percorrere, per rilanciare nell’opinione pubblica candidature e classe dirigente del centrodestra. Infatti, ora l’ex ministro pugliese di Fi non solo propone, in contrapposizione al volere di Silvio Berlusconi, la scelta dal basso, con le primarie, della classe dirigente del partito, ma financo per l’individuazione del nome da candidare a capo della coalizione di centrodestra per le prossime competizioni amministrative e regionali chiede che si usi lo stesso metodo adottato da tempo dalle forze di centrosinistra. Un metodo che Fitto non voleva neppure sentir parlare nel proprio schieramento fino a qualche mese fa e di cui ora sembra essere diventato l’alfiere non solo a livello locale, ma nazionale. Come è noto, infatti, quando l’inverno scorso i rappresentanti del Nuovo centrodestra e quelli di Fratelli d’Italia avevano reiteratamente chiesto la celebrazione di primarie, per scegliere il nome da candidare a sindaco di Bari, proprio i rappresentanti pugliesi di Fi avevano contrastato questo sistema di scelta, definendolo addirittura una “farsa” e chiarendo, inoltre, che le primarie “non facevano parte del dna del partito di Berlusconi”. Ora, invece, è proprio Fitto a farsi promotore di una nuova stagione del centrodestra e, dopo aver categoricamente escluso la sua candidatura a governatore pugliese per le regionali del 2015, ad aprire improvvisamente le porte alle primarie, per l’individuazione del nome da portare come candidato presidente della Regione. “Oramai è ineludibile – ha affermato Fitto – avviare una piena legittimazione dal basso. Qui, da subito dobbiamo fare un passo in avanti, definendo il perimetro della nostra proposta da condividere con i nostri alleati, a partire da novembre  in Calabria  per le regionali, e poi in Puglia, insieme alle altre regioni che andranno al voto nella primavera del 2015″. Quindi, celebrazione di primarie senza “se” e senza “ma” in Puglia anche nel centrodestra, per la scelta del candidato governatore. Quelle primarie invocate invano per le amministrative baresi dal senatore Massimo Cassano di Ncd e dal consigliere comunale Filippo Melchiorre di Fratelli d’Italia, ma che ora sono improvvisamente diventate la grande novità di Fitto per le prossime regionali. Una novità che lo stesso Fitto ha definito: “La via migliore, per aprire da subito una fase di mobilitazione che coinvolga tutti gli elettori, la società, il mondo produttivo, che ci faccia aprire porte e finestre”. E, sempre l’ex ministro forzista pugliese, alla vigilia della puntata barese dell’Oltre divisioni tour, in programma giovedì prossimo a Bari, ribadisce che “Si deve discutere e sotto gli occhi di tutti, per cercare le soluzioni migliori, per capire cosa è successo alle elezioni europee, per aprire una prospettiva e tutto questo si chiama democrazia, e per ora, nella storia, non è stato inventato nulla di meglio”. E mentre il leader pugliese di Fi, Fitto, si è convertito alle primarie del nome, il coordinatore regionale del Ncd, Cassano, già da tempo su questa stessa strada, ora va pure oltre, perché pensa alle “primarie delle idee” volte ad “ascoltare proposte ed esigenze delle varie realtà territoriali e condividere un percorso che indichi una politica diversa, di svolta rispetto a quanto finora offerto dai vecchi partiti”. Insomma, almeno in Puglia il partito di Angelino Alfano sta dimostrando una capacità di iniziativa che anticipa sul tempo quella di Fi e del suo leader Fitto, che ora per le regionali sembra voler accettare ciò che Ncd chiedeva alcuni mesi fa per le amministrative baresi. E se le forze del centrodestra pugliese trovano un punto di convergenza sulla necessità di introdurre le primarie per il nome da portare come candidato governatore, quelle del centrosinistra potrebbero, invece, dividersi sulla nuova legge elettorale regionale. Infatti, i nodi su cui la maggioranza regionale di governo deve trovare la quadra riguardano alcuni passaggi particolari della nuova legge che, se non fosse modificata in commissione o in Aula, rischia di mettere fuori gioco alle prossime elezioni i partiti minori della coalizione di centrosinistra. Forze, queste, che in passato sono state determinanti per ben due volte alla vittoria di Nichi Vendola e che ora potrebbero addirittura uscire di scena, se la nuova legge dovesse presentare una soglia di sbarramento troppo alta, unitamente all’introduzione del turno di ballottaggio nel caso nessuno dei candidati presidente ottenga il 50% + 1 dei voti. Però, difficilmente la nuova proposta di legge elettorale potrebbe essere approvata, se le forze minori della maggioranza non daranno il loro appoggio. A meno che non ci fosse un consenso trasversale. Ma se ciò accadesse, significherebbe forse che in Puglia si sta per avviarsi un nuovo laboratorio politico che va oltre il “vendolismo” ed apre le porte ad una diversa stagione politica.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Giugno 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio