Cronaca

Fondi a progetti sospesi, è ancora mistero all’Istituto Agronomico di Bari

Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, un flusso di soldi pubblici o comunitari che finiscono tra corsi, piani e megaprogetti che, pur coinvolgendo parecchi altri Paesi, spesso si incanalano lungo percorsi abbastanza misteriosi, fors’anche un po’ troppo contorti. Al sodo: nonostante, per stessa ammissione dei dirigenti dello stesso Istituto barese, i progetti in Siria siano stati sospesi dall’inizio dei disordini, il Governo Renzi continua a finanziarli e allora: a chi andranno questi soldi? Ma cominciamo dall’inizio. Un aspetto riscontrato nel decreto missioni e ritenuto positivo anche dalle opposizioni, è stato tempo fa il finanziamento dei progetti di cooperazione, anche se più in particolare in Puglia, l’Istituto Agronomico barese talvolta è terminato nel mirino per incarichi e affidamenti poco chiari, finiti al centro di alcune denunce. Invece a livello nazionale la situazione appare meno fluida: il comma 1 dell’art. 8 del decreto legge autorizza – a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 30 settembre 2015 – la spesa di 38 milioni e 500mila euro per iniziative di cooperazione volte a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati e a sostenere la ricostruzione civile in favore di un già lungo elenco di Paesi, tra cui la Siria. E proprio nel Paese mediorientale e nei territori limitrofi, nella relazione illustrativa si legge che si continuerà a sostenere, e quindi a finanziare, l’azione svolta dall’Istituto agronomico del Mediterraneo di Bari (IAMB) per interventi complementari e sinergici a quelli promossi nell’ambito della piattaforma tematica “Agricoltura e sicurezza alimentare” (Working Group on Economic Recovery and Development del Group of Friends of the Syrian People-GFSP), di cui l’Italia è capofila. A questo punto bisogna sapere, in generale, che l’Istituto Agronomico barese rappresenta un noto centro di formazione postuniversitaria, ricerca e progettazione di interventi in partenariato sul territorio nell’ambito dei programmi della cooperazione anche internazionale. E opera, come si apprende dal suo Sito Internet, in quattro aree tematiche: “Gestione del suolo e delle risorse idriche”, “Protezione integrata delle colture orto-frutticole mediterranee”, “Agricoltura biologica mediterranea” e “Agricoltura, alimentazione e sviluppo rurale sostenibili”. “Tuttavia, mi risulta, anche per stessa ammissione dei dirigenti dello IAM di Bari, che questo progetto è in realtà attualmente interrotto, a causa delle ostilità in atto in Siria”, ha fatto sapere fin dalla primavera scorsa il deputato pugliese Emanuele Scagliusi, componente del Movimento 5 Stelle all’interno della Commissione Affari Esteri a Montecitorio. Insomma, a chi sono stati destinati questi soldi? Dopo i 333mila euro inseriti nello scorso decreto missioni per la traduzione di manuali di manutenzione di due mezzi regalati dall’Italia a Gibuti, ora è la volta di finanziamenti per progetti di cooperazione fantasma. Il deputato pentastellato già a maggio andava giù pesante. <>. Ogni volta emerge qualcosa di poco chiaro con il rifinanziamento delle missioni con risorse economiche che potrebbero essere utilizzate sicuramente meglio e a sicurezza dei cittadini, soprattutto in questo periodo di massima allerta. Progetti e finanziamenti facili, o semplice carenza di comunicazione, il nodo non è ancora sciolto…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Settembre 2016

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