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Fondi per il Sud, il ping pong tra Emiliano e Renzi

 

Il governatore pugliese Michele Emiliano, dopo un’apposita riunione di giunta tenutasi ieri, ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, per chiedere notizie sugli Fsc (Fondi di sviluppo e coesione) destinati al Sud ma che al momento non risultano inseriti nel “Patto” in via di sottoscrizione. Come è noto, infatti, secondo quanto affermato domenica scorsa dal Presidente del Consiglio a Napoli, l’unica regione a non aver ancora presentato l’elenco delle opere strategiche da inserire nel “Masterplan per il Sud” è la Puglia di Emiliano che, insieme alla Città metropolitana di Napoli, guidata dal sindaco partenopeo Luigi De Magistris, è in grave ritardo nella sottoscrizione con il governo nazionale del “Patto per il sud” che gli consentirebbe di utilizzare i finanziamenti Fsc (Fondo di sviluppo e coesione, ex Fas) 2014-2020 che sono soldi messi a disposizione dello Stato centrale per una programmazione parallela a quella dell’Unione europea. Però, ora, con tale lettera Emiliano risponde al premier Renzi chiedendo un incontro urgente, per chiarire alcuni punti importanti della questione. Infatti, scrive Emiliano nella missiva al premier: “Come è noto, con l’articolo 1, comma 6, della legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147), furono stanziate risorse complessive per il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014/2020, pari ad a 54,8 miliardi di Euro, di cui l’80% destinato alle Regioni del Mezzogiorno” e rileva: “Senza che ci venisse comunicato in maniera formale, sembra che la disponibilità complessiva, al netto di una serie di prelievi effettuati dal Governo, delle risorse Fsc si sia ridotta ad Euro 38.8 miliardi, di cui l’80% sempre destinato al Mezzogiorno, ovvero 31.4 miliardi di Euro”.E, continuando, il governatore pugliese puntualizza:“Della suddetta dotazione, sempre in via presuntiva e senza alcuna comunicazione ufficiale, sembrerebbe che la quota spettante alle Regioni del Sud ammonti ad Euro 12.9 miliardi, pari al 41% dei 31.4 miliardi su indicati”. Ma poi, nel prosieguo, fa  presente che  tale ammontare “così ridotto è stato destinato interamente al finanziamento del c.d. Patto per il Sud”. “Quindi, quest’ultimo, – eccepisce inoltre Emiliano – utilizza risorse già originariamente destinate alle Regioni del Sud ma per un importo significativamente inferiore a quello che avrebbe dovuto essere”, evidenziando pure che “lo strumento attuativo degli interventi previsti nel Patto è il Contratto Istituzionale di Sviluppo, uno strumento che, come è noto, è stato progettato per accelerare la spesa di risorse pubbliche, in situazioni di incapacità di spesa da parte degli  enti attuatori”. E su quest’ultimo rilievo la vena polemica del governatore pugliese si fa ancor più acuta. Infatti, Emiliano nella sua lettera a Renzi ricorda: “La Puglia rappresenta invece, nel panorama delle regioni italiane, una sicura eccellenza nella capacità di utilizzo delle risorse pubbliche, avendo speso nella scorsa programmazione il 100% dei fondi Fesr e, al netto della certificazione ancora in corso, circa il 100% anche del Fse”. Per cui, secondo il presidente della Regione, “Tanto lo strumento di attuazione del Patto, quanto, soprattutto, la dotazione finanziaria, appaiono quindi prive di giustificazione e lesive dei diritti della Puglia”. Ma non finiscono qui le contestazioni di Emiliano al governo sui Fondi di sviluppo e coesione, perché continuando ricorda che “la Regione nel mese di Novembre 2015, ha inviato una dettagliatissima proposta di interventi, completi di schede progettuali, relativi al Patto per la Puglia”. Proposta che, come ricorda ancora lo stesso Emiliano a Renzi, “elencava interventi per circa 6 miliardi di Euro”.Ma il governatore pugliese nella lettera contesta pure “lo schema di attuazione attraverso il Contratto Istituzionale di Sviluppo”, affermando di aver già fatto presente al sottosegretario alla Presidenza dl Consiglio, De Vincenti, la contrarietà della Regione Puglia a tale strumento attuativo” ritenuto evidentemente troppo accentratore nei confronti dell’Ente territoriale beneficiario di tali risorse, che così facendo verrebbe di fatto esautorato dalla gestione delle stesse. Alla fine, conclude il governatore pugliese, l’impostazione del Piano per il Sud prevede “l’individuazione di un numero limitato di progetti per una dotazione finanziaria molto ridotta, ma ancora non quantificata”. Per cui – secondo Emiliano –si rende necessario “comprendere in che modo una parte delle risorse destinate dall’Fsc alle Regioni del Mezzogiorno siano state utilizzate in prededuzione e, conseguentemente, sottratte alla disponibilità delle stesse Regioni”. Ma in questo “duello” interno al Pd tra il presidente della Regione Puglia ed il premier, ad avere la peggio potrebbero essere i pugliesi. Infatti, il ping-pong tra Emiliano e Renzi, se dovesse protrarsi ancora, rischia anche di far retrocedere la Puglia nella classifica delle regioni meridionali per l’utilizzo dei Fondi di sviluppo europeo su i quali, precedentemente, è riuscita a conquistare un significativo primato di utilizzo di tali dotazioni finanziarie, spendendo ben il 93% delle somme messe a disposizione dalla Ue per il periodo 2007-2013.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Aprile 2016

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