Cultura e Spettacoli

Foreste di Puglia, desolazione e speranza

Col suo misero 7,5% la Puglia si presenta come la regione col minore indice di boscosità e il più basso rapporto bosco/abitante. E pensare che appena 150 anni la stessa percentuale era vicina al 40%. Ma la necessità di alimentare le prime macchine a vapore (da noi la rivoluzione industriale arrivò con mezzo secolo di ritardo) e i proibitivi costi di trasporto del carbone dalle miniere del nord Europa consigliarono di ripiegare sul legno come combustibile. Così, con la complicità dell’imprenditoria agraria interessata a guadagnare pascoli e terreni coltivabili, venne dato il via ad un massiccio disboscamento le cui conseguenze sono ancora sotto gli occhi di tutti. Emblematico quanto accaduto nell’entroterra murgiano del capoluogo nel primo quarto del Novecento. Il disboscamento selvaggio aveva talmente indebolito la capacitò di drenaggio del terreno nel territorio di quel comune che ad ogni precipitazione più abbondante del solito l’alveo del Picone, l’antico torrente che lambiva il capoluogo, non bastava più a contenere l’acqua, che si riversava nelle strade del capoluogo. Bari fu colpita tre volte da alluvioni, nel 1905, nel 1915 e infine del 1926. Fu quest’ultima l’alluvione più rovinosa : diciannove morti e danni per milioni di lire. A quel punto si decise di risolvere il problema sia a valle che a monte. Così, mentre a Cassano si dava il via ad una gigantesca opera di rimboschimento che in meno di novant’anni avrebbe dato vita ad un polmone verde di 13 kmq (la Foresta Mercadante), nei pressi di Bari si procedeva a costruire il Canale derivatore Lamasinata, ovvero alla canalizzazione dell’incerto alveo del Picone (alle spalle dell’ex manifattura dei Tabacchi si leva un edificio destinato a civile abitazione, di pregevole valore architettonico e dalle dimensioni imponenti. In origine quegli appartamenti furono assegnati alle famiglie la cui casa era stata distrutta dall’alluvione del 1926). Tornando alla modesta percentuale di cui sopra, la maggior parte della vegetazione boschiva ricade nella provincia di Foggia (52%), seguono la provincia di Bari (24%), di Taranto (19%), di Lecce (3%) e infine quella di Brindisi (2%). I boschi pugliesi per il 42.8% sono di proprietà pubblica e per il 57.2% di proprietà privata, che si presenta frazionata e di dimensioni modeste. Un quadro sconsolante. Ma qualche buona novità è in arrivo : Il Programma di Sviluppo Regionale 2014/2020 prevede un contributo di 110 milioni di euro a favore del settore forestale. Se quei soldi non resteranno a dormire, se verranno spesi con onestà e competenza, c’è di che essere fiduciosi in un incremento del manto forestale pugliese.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Settembre 2017

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