Forse crudele, sicuramente astuto: il Conte
Ventesimo Conte di Coversano, Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, detto anche ‘Il Guercio di Puglia’, è negativamente passato alla storia per le cupe leggende che lo riguardano. Sembra che si avvalesse dello jus primae noctis, che si divertisse a sparare dalla torre del castello contro le donne che attingevano ai pozzi, che facesse scuoiare i nemici personali per tappezzare della loro pelle la poltrona personale, che durante l’assedio di Conversano abbia obbligato le donne a offrire il latte del proprio seno ai difensori sfiniti dalla fame… Molte bugie e qualche verità. Certo, il Guergio non era un tipo tenero, ma gli va riconosciuto anche qualche merito, il più vistoso dei quali fu l’aver fatto da mecenate a molti artisti ; tra questi il più privilegiato fuPaolo Finoglio, pittore di scuola napoletana, il quale dipinse dieci tele ispirate al tema della Gerusalemme liberata(tali tele sono attualmente custodite nella Pinacoteca comunale di Conversano). Oltre che spietato e munifico, Giangirolamo si manifestò pure amministratore astuto. Un esempio : Suo padre, Andrea Matteo III Acquaviva d’Aragona, a scopo di bonifica, aveva introdotto nel territorio dove oggi sorge Alberobello una quarantina di famiglie di contadini. Giangirolamo che già nella stessa area aveva eretto una casina di caccia con annessa locanda, pensò bene di dare impulso a quella primitiva forma di antropizzazione. Doveva stare attento però ai vincoli imposti dalla Pragmatica de Baronibus, una disposizione di legge volta a regolare i diritti esercitati dai baroni specialmente in rapporto alle comunità civiche (le Universitates). Seconda la Pragmatica, la nascita di un nuovo centro abitato doveva essere sottoposta prima al ‘regio assenso’ e dopo al conseguente pagamento di tributi. Per avere subito mano libera e soprattutto non vedersi costretto a scucire la borsa, il Guercio impose ai coloni di erigere i loro ricoveri senza uso di malta, così che, in caso di necessità, fosse facile demolirli. E la necessità si presentò nel 1644, quando in seguito alla denuncia presentata a Napoli dal duca Caracciolo di Martina Franca venne ordinata un’ispezione regia. Informato per tempo, il Guercio fece in tempo ad ordinare ai coloni di demolire le abitazioni e allontanarsi temporaneamente dall’area. Pare che l’operazione si avvenuta nel corso di una notte. Quando i Regi Ispettori si presentarono, dovettero annotare nel loro rapporto che in luogo del ‘segnalato villaggio’ avevano trovato solo una gran quantità di massi ammonticchiati disordinatamente, sì da potersi pensare ad una qualche ‘specchia’, ovvero quei cumuli di sassi che una volta da noi erano il risultato dell’opera di spietramento per destinare i terreni alla funzione agricola.
Italo Interesse
Pubblicato il 9 Ottobre 2018